Cronaca

L’Udc barese ormai in stato comatoso

Continuare ad esistere o scomparire definitivamente dalla scena politica pugliese? E’ questo il dilemma che assilla molti dei militanti rimasti ancora in forza al partito dello scudo crociato in Puglia da quando, lo scorso fine febbraio, i risultati delle elezioni politiche hanno evidenziato che l’Udc pugliese ha perso nelle urne quasi l’80% del proprio elettorato tradizionale. Un risultato, questo, che ha sicuramente spaventato molti referenti locali del partito, ma che evidentemente non preoccupa affatto i vertici romani dello scudo crociato, visto che a quasi sette mesi di distanza dalle politiche nessuna iniziativa pare sia stata presa, per riorganizzare il rilancio del partito in una regione come la Puglia, che è sempre stata una roccaforte elettorale della vecchia Dc, prima, e successivamente, sia pur in modo minore, del partito che ne ha ereditato il simbolo. Infatti, a seguito del negativo risultato delle politiche, molti esponenti territoriali rimasti ancora fedeli allo scudo crociato si aspettavano che il segretario nazionale del partito, Lorenzo Cesa, che proprio in Puglia ha capeggiato la lista alla Camera, sarebbe corso subito ai ripari con le necessarie iniziative atte ad evitare che i pochi effettivi portatori di voti rimasti, perché affezionati al partito, fossero fagocitati a livello locale da altre forze politiche meglio organizzate, e per questo attrattive, che sono sempre pronte ad ingrossare le proprie fila, svuotando quelle di forze politiche, come l’Udc, che dalle scorse elezioni sono usciti drasticamente ridimensionati. Però, da Roma finora nessun segnale politico concreto è stato dato ai chi ancora spera in un ritorno di fiamma politico dell’Udc in Puglia e nel barese in particolare. Anzi, proprio nel capoluogo pugliese il partito di Pierferdinando Casini registra una situazione comatosa, considerato che già da alcuni mesi non ha più neppure una sede provinciale, né cittadina. E degli unici esponenti eletti presenti al Comune ed alla Provincia di Bari, come pure di quello barese che dal 2010 siede in consiglio regionale, non si hanno più notizie di una loro effettiva partecipazione attiva al partito. Infatti, rileva uno degli esponenti pugliesi delusi dell’Udc, “Alla festa nazionale del partito svoltasi lo scorso sabato e domenica a Chianciano Terme non si è presentato né l’esponete regionale Peppino Longo, né Pino Rana della Provincia e neppure il consigliere comunale barese Peppino Margiotta”. Però, se l’assenza di Rana e Margiotta era scontata, perché il primo ha sostanzialmente abbandonato da tempo la presenza nel partito, essendo coinvolto in una vicenda giudiziaria del Comune di Modugno, ed il secondo a Bari continua a stare solo formalmente al Comune sotto la bandiera dello scudo crociato, avendo recentemente dichiarato pubblicamente di sentirsi effettivamente socialista e  voler quanto prima ammainare la bandiera dell’Udc per aderire al gruppo misto, l’assenza di Longo invece è stata una vera sorpresa, poiché fino a poco tempo fa era ancora accreditato come organico al partito di Casini. In realtà, forse, non sarà più così e verosimilmente anche l’esponente regionale barese potrebbe essere in procinto di abbandonare l’Udc, per approdare ad altro lido politico. E, infatti, la sua assenza a Chianciano potrebbe essere sintomatica. “A guidare la delegazione barese dell’Udc alla festa nazionale del partito – rivela sempre l’esponente pugliese deluso dello scudo crociato – vi era il segretario provinciale, Filippo Barattolo, ed il segretario cittadino di Bari, Marco Cornaro”. E, continuando, rivela altri particolari: “Una rappresentanza che metteva insieme forse meno di dieci persone e che probabilmente, da ciò che sembrava, si erano presentati pure in ordine sparso, non essendoci probabilmente sintonia neppure fra gli stessi baresi presenti alla manifestazione”. Infatti, osserva lo stesso esponente – Barattolo insieme ad un paio di suoi adepti sedeva in prima fila ad ascoltare il discorso conclusivo di Casini, mentre gli altri pochi baresi presenti erano seduti da tutt’altra parte. Ma, come è noto, chi conosce Barattolo sa bene che lui è sempre in prima fila quando si tratta di applaudire i propri tutori politici o si deve mettere in evidenza per esigenze di visibilità personale. Infatti, rileva inoltre lo stesso esponente dell’Udc, anche nel gennaio del 2000, ai funerali di Bettino Craxi ad Hammamet, Barattolo era in prima fila con un garofano rosso puntato sul petto ad applaudire al passaggio del feretro con le spoglie del leader socialista. E in fine, sempre l’esponete Udc, conclude con una battuta: “Come ci si può poi sorprendere se lo scudo crociato a Bari rischia di sparire dallo scenario politico locale, visto che in Terra di Bari la gestione dell’Udc è stata affidata a chi in politica da sempre fa da claque all’occorrenza, per i tornaconti personali ?” Quindi inutile meravigliarsi, se a Bari questo partito è in via di estinzione.  

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 20 Settembre 2013

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