Cronaca

L’Udc pugliese e la vittoria greca di Tsipras riaccende le fibrillazioni di Sel con Emiliano

La vittoria di Tsipras in Grecia rinvigorisce le speranze elettorali della sinistra radicale italiana e, in particolare, di quella pugliese che fa capo al presidente uscente della Regione, Nichi Vendola, che è anche il leader nazionale di Sel, il partito italiano che alle europee dello scorso anno si è accordato proprio con Tsipras, presentando liste con quel simbolo nelle cinque circoscrizioni nazionali. Infatti, se fino a qualche giorno fa sembrava quasi scontato che Sel in Puglia non avrebbe presentato la lista alle regionali, preferendo un camuffamento nel movimento politico “La Puglia in più” di Dario Stefano, ora non è più così, perché tale decisione potrebbe essere rimessa in discussione ed i giochi riaperti tra i seguaci pugliesi di Vendola. Anzi – secondo alcune indiscrezioni – potrebbe addirittura accadere non solo che Sel presenti proprie liste per le regionali pugliesi, ma che decida financo di rompere con il centrosinistra a guida Pd, se il candidato presidente, Michele Emiliano, tirerà troppo la corda nell’allargare il perimetro della coalizione, non rispettando i patti sottoscritti e riconfermati alla vigilia delle primarie di fine novembre. Infatti, a seguito delle dichiarazioni rilasciate la scorsa settima dal capogruppo dell’Udc alla Regione, Salvatore Negro, secondo cui “L’alleanza tra Udc ed Michele Emiliano è salda, sin dall’accordo firmato alla vigilia delle primarie 
del centrosinistra” essendo – secondo qualche bene informato – al riparo anche da eventuali accordi nazionali dello scudocrociato che lo vedono in simbiosi politica con il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, il neo coordinatore pugliese di Sel, Francesco Ferrara, con una recente nota diffusa dopo l’esito delle elezioni politiche elleniche, ha rammentato: “Michele Emiliano e il capogruppo dell’Udc, Salvatore Negro, nonostante le primarie si siano svolte due mesi fa, forse non ricordano che, prima delle stesse, lo scorso 29 novembre 2014, è stato firmato un documento da tutti i componenti della coalizione del centrosinistra, nel quale si sottoscriveva l’impegno, già precedentemente preso, sulla sua composizione”. E, continuando con i rammenti, il coordinatore pugliese di Sel aggiunge: “Ricordo ancora a Michele Emiliano che abbiamo voluto fortemente le primarie in Puglia per salvaguardare il progetto del centrosinistra così com’è. Questa ferma volontà accomuna tutte le componenti del centrosinistra che compongono il tavolo politico. A livello regionale abbiamo il dovere di custodire quanto di buono e innovativo è stato fatto in questi ultimi dieci anni dall’amministrazione di centrosinistra sotto la guida di Vendola”. Premessa, questa, necessaria per ricordare inoltre che, così come recita il documento unitario del centrosinistra, per allargare la coalizione è necessaria l’unanimità del tavolo, che da quel 29 novembre – rammenta pure Ferrara –  non è stato più convocato. Poi, prima di concludere, il coordinatore regionale del partito del governatore pugliese uscente ricorda: “Lo stesso documento ha permesso che le primarie si svolgessero con la presenza di Sel e di tutti i componenti della coalizione e la vittoria di Emiliano, contrastata dal consenso di Dario Stefàno pari al 32% degli elettori del centrosinistra, lo porterà a concorrere per la presidenza della Regione Puglia” ed, in fine, avverte: “coerentemente con l’impegno della coalizione della quale lo stesso Emiliano speriamo comprenda, una volta per tutte, di essere parte e non padrone”.  In definitiva, sulla questione dell’allargamento della coalizione all’Udc i rischi di un’implosione per il centrosinistra pugliese non sono ancora del tutto sventati. Anche perché a non vedere di buon occhio l’ingresso dell’Udc nella coalizione che sostiene Emiliano non c’è solo Sel, ma vi sono anche altre sigle di formazioni moderate, come “Realtà Italia” di Giacomo Olivieri e “Centro democratico” di Bruno Trabacci, che proprio tra l’elettorato centrista ex Udc contano di raccogliere i consensi necessari a superare la soglia di sbarramento che la nuova legge elettorale, in via di approvazione alla Regione, potrebbe fissare al 5%. Un tetto quota, questo, non facile da raggiungere, se alle regionali a contendersi i voti dei moderati nel centrosinistra ci sarà più di una sigla centrista. Non manca al riguardo, infatti, l’evidente imbarazzo del candidato presidente, Emiliano per l’appunto, che sulla questione ha fatto finta di non sapere, dichiarando: “Non so neanche se l’Udc come tale esisterà ancora, non so nulla” proprio a margine di un incontro politico organizzato sabato scorso da “Realtà Italia” alla presenza di Tabacci. Ma i rischi maggiori di un abbandono per l’ex sindaco di Bari, e per la coalizione dei partiti che lo sostengono, potrebbero venire però proprio da Sel per la recente vittoria ellenica di Tsipras, che favorirebbero un’eventuale ritorno di fiamma a sinistra.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 27 Gennaio 2015

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