Cronaca

L’ultima ordinanza di Emiliano non presenterebbe vizi che giustifichino una sospensiva

Questa volta l’ordinanza sulla scuola, per la didattica digitale integrata, cioè a distanza, del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, secondo il Tar Puglia è legittima. Infatti,  la III Sezione del Tar Puglia, sede di Bari, in composizione monocratica, presieduta da Oronzo Ciliberti, ha respinto il ricorso presentato dal Codacons Lecce e da alcuni genitori, cui si sono associati alcuni insegnanti e associazioni, contro le varie ordinanze sulla scuola del governatore pugliese, compresa l’ultima, ossia quella di martedì sera che prevede in sostanza la ddi (didattica digitale integrata) con alcune eccezioni in particolare per le scuole  dell’infanzia, elementari, e medie per i Cpia. Su quest’ultima decisione della Regione (ma anche sulle precedenti) i ricorrenti avevano presentato motivi aggiunti. Però, il giudice Ciliberti che, su una precedente ordinanza di Emiliano sulla scuola, martedì scorso aveva accolto il ricorso di altri genitori, costringendo pertanto il presidente della Regione a emettere subito dopo una nuova ordinanza, onde evitare che entrasse immediatamente in vigore, per gli alunni, l’obbligo a seguire le lezioni in presenza, questa volta non ha ravvisato alcun vizio di legittimità nell’operato del presidente Emiliano. Infatti,il presidente della sezione del Tar Puglia, nelle motivazioni di rigetto del ricorso cautelare presentato dal Codacons Lecce e da alcuni genitori, ha scritto che il governatore “ha meglio specificato i presupposti motivazionali del proprio atto attraverso la pubblicazione della relazione istruttoria redatta dal competente dipartimento della salute, a seguito dello specifico monitoraggio settimanale della situazione dei contagi scolastici”. Inoltre, proseguendo, il giudice del Tribunale barese di piazza Massari ha spiegato che “l’ordinanza di Emiliano ha lo scopo di permettere la vaccinazione del personale scolastico con il vaccino Astrazeneca ed ha indicato, questa volta, un cronoprogramma delle operazioni di vaccinazione” ed in parte ha anche “rimosso il tetto massimo del 50 per centro che in precedenza vietava alle istituzioni scolastiche di ammettere alla didattica in presenza una percentuale di alunni e di studenti superiore al 50 per cento dell’intera popolazione scolastica”. Ma ha comunque anche “ripristinato al 100% l’accesso a domanda alla didattica in presenza nelle scuole dell’infanzia ed elementari (che sono quelle dove si registra la maggiore difficoltà verso la didattica digitale a distanza)” e “viceversa la soglia del 50 per cento per le scuole secondarie si discosta da quella nazionale del 75 per cento, ma sembra comunque adeguata a soddisfare la prevedibile richiesta delle famiglie dei minori adolescenti”. Per il Tar, inoltre, l’ordinanza presidenziale della Regione Puglia, “recepisce in discreta misura” le indicazioni del precedente decreto dello stesso Tar, “rendendo dunque in parte operativa la tutela che quel decreto ha inteso accordare”. Per concludere, poi, così: “Premesso che è reale l’esigenza di prevenire il contagio pandemico nelle scuole, la questione centrale delle scelte regionali sulla scuola può essere così semplificata: ai bambini e ai minori bisognosi di sostegno non si può chiedere di restare soli a casa a praticare la didattica digitale a distanza. Viceversa tale sacrificio, sia pure in certa misura, può essere chiesto agli adolescenti; senonché la scelta, in ultima istanza, deve essere consentita alle famiglie dei minori e da ciò consegue che i dirigenti scolastici devono oltremodo argomentare e motivare l’eventuale diniego della didattica in presenza a chi ne faccia richiesta, consapevoli che un diniego immotivato potrebbe dar luogo a ulteriori contenziosi e, persino, a danni risarcibili”. In definitiva, il ricorso presentato dal Codacons Lecce e dalle famiglie di alcuni questa volta non ha prodotto effetti immediati sulla situazione scolastica in Puglia né, stando così i fatti, verosimilmente dovrebbe produrne anche dopo la discussione di merito, prevista per la metà di marzo. Anzi, è probabile pure che per quella data la situazione della didattica venga ulteriormente modificata, se – come annunciato recentemente da Emiliano – si riuscirà a vaccinare tutti i circa 26mila operatori pugliesi della scuola, per cui sarà possibile addirittura ripristinare l’obbligo di didattica in presenza per tutti. Difatti, anche i segretari generali di Cgil e Cisl della provincia di Bari, rispettivamente   Marialuigia Bucci e Giuseppe Boccuzzi, non hanno usato mezzi termini  in una lettera inviata al direttore generale dell’ASL Bari, Antonio Sanguedolce,  al Prefetto di Bari, Antonia Bellomo,  al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, all’Assessore regionale alla Sanità, Pierluigi Lopalco, al Sindaco metropolitano, Antonio Decaro, ed al dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale di Bari,  Giuseppina Lotito, per chiedere di avviare immediatamente la campagna vaccinale per tutto il personale scolastico, che in territorio di competenza dell’Asl Bari si stima essere nell’ordine di 26.000 persone, per ritornare a partire dal giorno 15 marzo p.v. all’attività didattica in presenza, una volta completate le vaccinazioni dei rispettivi operatori scolastici che ne abbiano fatto richiesta, oltre che di essere informati dettagliatamente sull’andamento del Piano vaccinale scolastico. Infatti, si legge nella lettera di Cgil e Cisl: ““La richiesta ci appare fortemente motivata non solo dal conoscere l’andamento delle operazioni vaccinali suddette, ma soprattutto nel vedere una volta per tutte ristabilito nelle scuole baresi e di tutta la Puglia il sacrosanto contemperamento tra il diritto all’istruzione e il diritto alla salute di tutta la popolazione scolastica”. Bucci e Boccuzzi nella missiva hanno inoltre rilevato che “le famiglie del nostro territorio metropolitano e i loro figli a scuola, come pure il personale scolastico, stanno vivendo una situazione di profondo disagio che non può continuare a livellarsi su continue ordinanze regionali dell’ultima ora, su stravolgimenti dell’autonomia scolastica e su susseguenti interventi riparatori della giustizia amministrativa rispetto ad un quadro di azioni istituzionali che sono nettamente in difformità dalle previsioni nazionali, contenute nell’ultimo Dpcm emanato in materia”. Fase, che per Cgil e Cisl di Bari, “deve esaurirsi positivamente e in tempi brevi con il massimo sforzo organizzativo, per non arrecare danni esistenziali alla popolazione studentesca”. Diritto all’istruzione ed alla salute che, sempre secondo le innanzi dette OO.SS. “non possono essere derubricati rispetto a qualsiasi altro rischio”, essendo entrambi tutelati dalla Costituzione. Insomma, la dicotomia tra salute e scuola in tempi di Covid è un fronte ancora molto “caldo”.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 27 Febbraio 2021

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