Cultura e Spettacoli

L’ultima replica… l’ultima frecciata

Lavorare si fa sempre più dura. Gli emolumenti sono quelli che sono, le prospettive pensionistiche procurano insonnia e le condizioni di lavoro si vanno facendo insostenibili : Si corre per supplire a organici carenti, si sgomita per non soccombere… Né risultano in calo le malattie professionali. E poi ci sono gli incerti del mestiere. Una volta immuni da certe cose, adesso anche giornalisti e insegnanti patiscono (percosse). E gli attori? A fine spettacolo s’inchinano al cospetto di platee  spopolate nascondendo dietro un sorriso il magone di incassi risibili, di fondi pubblici ridotti a favola metropolitana, di ingaggi quasi mendicati. Nessuna meraviglia ci siano quelli che vanno fuori di testa e quelli che si attaccano alla bottiglia. E c’è pure chi dice, basta. Domenico Clemente, capace teatrante di casa nostra, era tra questi. Ma poi, vuoi la passione, vuoi l’incoraggiamento dei tanti estimatori, ci ha ripensato. E allora rieccolo in scena. Da domani fino a domenica sarà in scena al Teatro Angioino di Mola con un pungente ‘L’ultima replica’ (info : 0804713061-3471806809). Saranno con lui in questa produzione Teatroinsieme Lidia Pentassuglia e Sandra Gelao. ‘Pungente’, si diceva. La drammaturgia di Clemente (sua anche la regia) prende spunto da ‘Il canto del cigno’ di Cechov. E’ quest’ultimo un celebre atto unico nel quale il protagonista Svetlovidov, un celebre attore in fine di carriera, dopo l’ennesimo trionfo si addormenta ubriaco in camerino. Quando si risveglia, trova le porte sbarrate dall’esterno. Vagando smarrito per il teatro, incontra il suo suggeritore, un povero disgraziato che non avendo più dove dormire, ha fatto di uno dei camerini la sua dimora. L’inatteso incontro è l’occasione per rievocare la gloriosa carriera di Sletlovidov, il quale si abbandona a monologhi tratti dai suoi cavalli di battaglia, trasformandosi ora in Boris Godunov, ora in Otello, Re Lear, Amleto… un’esibizione che ha il sapore del più amaro canto del cigno. Amaro perché  Svetlovidov, ormai anche alla fine dell’esistenza, è giunto alla conclusione che l’arte non è sacra, ma “solo delirio e inganno”, che l’attore è un “giocattolo dell’ozio altrui”, che non esiste più ragione di credere ad applausi e riconoscimenti… Senza sentirsi uno Svetlovidov, Clemente ne sposa il disincanto e coglie il destro per levarsi molti sassolini dalle scarpe a proposito del sistema-teatro e del mestiere di una vita.  uesta ‘ultima replicaQue ‘L’ultima replica’ sembra annunciare… l’ultima frecciata, rivolta ai molti loschi personaggi che inquinano il mondo del teatro a danno di chi d’arte scenica vive onestamente. Tale sospetto è nel sottotitolo dello spettacolo : Da Cechov (liberamente), da Shakespeare (rispettosamente), dalla vita (impietosamente)…

Italo Interesse


Pubblicato il 15 Febbraio 2018

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