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L’ultimo grande festival, un vero scandalo senza ‘Frontiere’

 
In tempi di vacche magre, mentre la Regione Puglia non sa più dove tagliare la spesa pubblica, colpendo anche bisogni primari della povera gente, finendo puntualmente per tartassare ulteriormente i cittadini, quando giungono notizie desolanti sul lavoro che non c’è, soprattutto per i giovani (ma anche per i meno giovani…) è partito a Bari, a cura e vantaggio del solito carrozzone vendol-godelliano, con grande dispendio di costosi annunci, “Frontiere – La Prima Volta”. Una megamanifestazione piena di tutto e niente, che non si sa nemmeno bene cosa sia, vista l’assoluta eterogeneità e confusione degli eventi affastellati. Il consigliere regionale pugliese Nino Marmo (Popolo delle Libertà) ha raccolto un po’ di documenti ed è andato subito al sodo affinchè i pugliesi tutti (e non solo i baresi) sappiano quanto costa questa ‘carnevalata fuori stagione’: 630 mila euro di fondi FESR più 170 mila messi sul piatto da ‘Apulia Film Commission’, che invece, istituzionalmente, dovrebbe produrre o finanziare film e non sprecare denari pubblici per un festival senza né capo né coda. Una specie di carrozzone il cui unico merito, per Marmo, è quello di “…dar gloria e prebende al Presidente della Fondazione Oscar Iarussi, nel caso in questione ricoprente due parti alla guida di entrambi i carrozzoni,  coi soldi  di  Regione e Province che dovrebbero finanziare film in tutta la Regione e non mega-concerti nel solo Capoluogo”. Ma torniamo subito alla polp e cioè alle spese vive di “Frontiere”, col tanto reclamizzato concerto di Anthony venduto come l’evento dell’anno, costato 110 mila euro solo per il ‘cachet’, oltre spese di vitto e alloggio e allestimento del Teatro Petruzzelli, che da solo costa tra noleggio e allestimento 85 mila euro. E coi baresi che dovrebbero entrarci gratis, non pagare pure dai 50 a 70 euro di biglietto. Ma il bello è che tutti i servizi di contorno a ‘Frontiere’ (catering, organizzazione, pubblicità, comunicazione, eccetera) sono stati assegnati senza lo straccio d’un appalto, direttamente. “Non ci dicono che per la sola  comunicazione e pubblicità sono stati spesi qualcosa come 133 mila euro, per di più senza troppa trasparenza. Non ci dicono come è stato selezionato l’ufficio stampa, affidato a una società milanese nella persona d’una professionista lombarda per la cifra di 15 mila euro più le spese di trasferta e soggiorno; perché -come ci dicono i giornalisti-  da quell’ufficio stampa non è partito un comunicato, che sia uno”, rimarca Nino Marmo. Né si è risparmiato su consulenze e cumuli di contratti che i collaboratori vecchi e nuovi di ‘Apulia Film Commission’ si sono portati a casa. Adesso è la volta degli amici del presidente-giornalista Iarussi, dei figli raccomandati di accademici baresi e degli amici del Partito Democratico che ricicla i primi dei non eletti (Rosa Cascella, Barletta) e mancati assessori. I due direttori di ‘Frontiere’ sono stati pagati 21 mila euro ciascuno oltre –inutile ripeterlo…- spese di vitto e alloggio che già superano i 50 mila e lo stesso presidente dell’Apulia Film rivendica per sé 15 mila euro. “Come se essere presidente di una fondazione pubblica e direttore d’un festival finanziato dalla stessa non fosse già abbastanza assurdo”, spiega ancora il consigliere di Minoranza in Aula Regionale. E non è finita. A Tom Lee Jones per una breve intervista è stata pagata una suite al Carlyn a New York con tanto di trucco e parrucco oltre che di trasferta dell’intervistatore che, guarda caso, è uno dei ‘golden’ direttori artistici. E i collaboratori esterni? Come sono stati scelti? E perché sono costati da soli la bellezza di 50 mila euro? La stretta collaboratrice del presidente d’Apulia Film Commission’ che lavorava nello studio legale della moglie del presidente, ha ben tre contratti su tre progetti diversi con la stessa fondazione. Ecco come la corte dei miracoli vendolian-godelliana spende i soldi dei contribuenti, mentre la Puglia normale, quella senza santi in paradiso nelle stanze dei bottoni che organizza festival, mostre e concerti arretra, si dispera e piange. E paga la crisi…
 
Francesco De Martino 
 
 


Pubblicato il 30 Settembre 2011

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