Cronaca

L’umanizzazione delle cure

 
“Ogni ammalato, insieme alla propria famiglia, vive la sua sofferenza e ha bisogno dell’aiuto di tutti. Chi è colpito da un tumore vive una situazione ancora più drammatica, perché ha la sensazione di entrare in un tunnel buio, senza via d’uscita.” Con queste parole il Dott. Emanuele Sannicandro, presidente del CIV (Consiglio di Indirizzo e Verifica) dell’Istituto tumori ‘Giovanni Paolo II’, ha introdotto la riflessione sulla qualità delle cure riservate ai malati di cancro. Sebbene certe moderne tecnologie, capaci di elaborare diagnosi sempre più precise, siano necessarie ad ogni centro di eccellenza,  non sono sufficienti a esaurire la cura. Per questa ragione l’Istituto oncologico barese, da qualche mese attivo nella nuova sede di via Orazio Flacco (in luogo dell’ex ospedale ‘Cotugno’), ha proposto ‘Percorsi e progetti per l’umanizzazione delle cure in oncologia e…dintorni’, un complesso di idee che intendono fare dell’ospedale oncologico uno spazio creativo e di conforto per i pazienti e per le loro famiglie. Abbattendo le barriere tra la società e i degenti, infatti, i ‘dintorni’ delle corsie dell’ospedale si allargano, diventano luoghi luminosi e accoglienti. L’Istituto, contando prevalentemente sulle associazioni di volontariato, ospita periodicamente spettacoli, percorsi di arte e musico-terapia, ed è inoltre dotato di una piccola biblioteca. “Il malato di tumore per farcela – ha proseguito il Dott. Sannicandro – ha bisogno di una ricerca ad alto profilo ma anche dell’umanità, di un rapporto condiviso nella sofferenza. Questo è un aspetto al pari di tutti gli altri nella terapia”. Un moderno risvolto del giuramento di Ippocrate che dà all’umano un ruolo preminente nella cura. Tuttavia, se da una parte molti centri pubblici specializzati come il ‘Giovanni Paolo II’ cercano soluzioni sempre più efficaci per combattere il ‘male del secolo’, dall’altra la politica nazionale ne intralcia pesantemente il lavoro. Gli innumerevoli tagli ai bilanci sanitari, il dimezzamento della pianta organica, il blocco di turn-over e di assunzioni voluti dal Governo, infatti, generano inevitabilmente disservizi: quel che non può essere colmato dagli straordinari del personale medico e paramedico si trasforma in lunghe liste d’attesa, anacronistiche rispetto alla velocità con cui un cancro può diffondersi. “Per strutture come questa è indispensabile che ci siano delle deroghe” ha aggiunto il Dott. Sannicandro, dando voce a un parere condiviso da tutto il personale della struttura. All’incontro ha partecipato anche Gennaro Palmiotti nella duplice veste di oncologo e assessore, anticipando l’intervento dello stesso sindaco Michele Emiliano. “L’Amministrazione comunale – ha affermato l’assessore – è particolarmente attenta ai problemi oncologici”. In qualità di garante della salute dei cittadini baresi, infatti, il sindaco ha promosso l’evento di ‘Bari contro il cancro’ che ben si integra al discorso sull’umanizzazione delle cure. Si tratta di un progetto finalizzato alla prevenzione e all’assistenza oncologica che garantisce sia il trasporto a pazienti soli, come nel caso degli anziani, sia di offrire loro risposte, coordinando gli enti e le associazioni presenti sul territorio. “Ci sono persone, soprattutto nei quartieri più degradati, – ha aggiunto il primo cittadino Michele Emiliano – che hanno una tale ‘pazienza’ da aspettare a volte troppo a lungo prima di curare una malattia, e soprattutto prima di riconoscerne i sintomi. Costruire umanità significa costruire efficienza, creare un flusso di informazioni intorno al paziente per la famiglia”. A suggellare simbolicamente questa idea di medicina e salute, si sono scelte le figure di Giovanni Paolo II, che dà il nome all’ospedale, e di San Nicola, per il loro significato religioso e devoto, ma soprattutto per la forte carica spirituale e per la grande umanità nella sofferenza che ha distinto il loro ricordo tra le genti. L’ingresso del ‘Giovanni Paolo II’ è al suo ingresso fregiato di un bassorilievo donato dall’Istituto d’arte di Bari, ‘Vita di San Nicola’, ad opera del professor Patruno. Un monito alla speranza e al contempo alla bellezza.
Lucia De Crescenzio
 
 
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 23 Maggio 2011

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