Cultura e Spettacoli

“L’umile cetra delle parole, il canto dell’arpa”

Ricorre oggi il 103° anniversario della nascita di Cristanziano Serricchio, grande poeta garganico

“Mi siedi di fronte / al tavolo del nostro pane / e guardo la tua mano / sulla bianca tovaglia …” comincia così una lirica di Cristanziano Serricchio, poeta garganico (nacque il 20 giugno 1922 a Monte Sant’Angelo, si spense il 1° settembre 2012 a Manfredonia). Proviamo a metterci dalla parte del destinatario (destinataria…?) di questa lirica, figura reale o immaginaria poco importa. Quale espressione il poeta avrebbe assunto in questo momento di muta (s’immagina) conversazione ? Ebbene, la risposta potrebbe essere nel fotogramma posto a corredo di queste righe. Si ignora l’autore dello scatto. Uno scatto tecnicamente perfetto per luce, messa a fuoco e tempo d’esposizione. Uno scatto invece sbalorditivo per come riesce a ‘fermare’ in una sintesi mirabile la tenerezza umile, l’animo discreto e la malinconia leggera che sempre furono compagne al vissuto e alla scrittura di quest’uomo. Serricchio non fu solo poeta. Per vivere, giacché non si mangia con la poesia, faceva il maestro elementare (particolare curioso : quattro dei suoi dodici fratelli si guadagnarono il pane allo stesso modo). Ricoprì anche il ruolo di preside incaricato dal 1954, e di ruolo dal 1965, nell’Istituto Magistrale ‘Roncalli’ di Manfredonia ; sempre nella stessa città fu assessore alla pubblica istruzione e alla cultura dal 1962 al 1968. La poesia non era il suo unico asso nella manica. Saggista di storia e archeologia, Serricchio scrisse ‘Note su Siponto antica’ (1976), ‘Iscrizioni romane paleocristiane e medievali a Siponto’ (1978), ‘Manfredi e la fondazione di Manfredonia’, pubblicazioni ponderose che gli guadagnarono la carica di vice presidente per la Puglia del Centro Studi di Storia Patria. Come poeta è presente in numerose antologie ; si sono occupati di lui studiosi della levatura  di Mario Sansone, Mario Luzi, Michele dell’Aquila e Giorgio Barberi Squarotti. Imponente la quantità di sillogi date alle stampe : ‘Nubilo et sereno’ (1950), ‘L’ora del tempo’ (1956), ‘Fiori sulle pietre’ (1957), ‘L’occhio di Noè’ (1961), ‘L’estate degli ulivi’ (1973), ‘Stele Daunie’ (1978), l’importante ‘Arco Boccolicchio’ (1982), ‘Topografia dei giorni’ (1988), ‘Questi ragazzi ‘(1991), ‘Poesie 1978-92’ (1993), ‘Orifiamma’ (1993), ‘Semillas de palabra’ (1996).Ha scritto anche racconti e opere di narrativa: ‘Le radici dell’arcobaleno’ (1984), ‘Il castello sul Gargano’ (1990) e ‘La montagna bianca’ (1994)… Volendo chiudere allo stesso modo in cui queste righe si sono aperte, estrapoliamo qualcos’altro dalla vasta produzione poetica di Serricchio. In un momento storico in cui il pensiero sionista si fa braccio armato di interessi sovra nazionali a tutto vantaggio dei revisionisti dell’olocausto e del rigurgito antisemita, si ritiene giusto scorrere qualche verso di ‘Il silenzio dell’ulivo’ : “Non hanno più colore i capelli di Auschwitz… Capelli crespi, lisci, inanellati d’oro e d’ebano / un tempo nella luce dei giorni e delle stagioni, canuti o grigi alle carezze tenere delle case… Nuvole di chiome senza più volti / montagne di pettini senza più mani… / Fino a quando tollererai, Signore, i fragili errori / dei superbi della terra e il dolore vasto del mondo / attento al grido degli umili nei flutti della morte?… Come al biondo re di Sion non offrirmi la fionda / ma l’umile cetra delle parole, il canto dell’arpa / il frullo d’ali nell’aria del mare e delle foglie.”

 

Italo Interesse


Pubblicato il 20 Giugno 2025

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