Cronaca

L’Unesco per il ‘Villaggio Trieste’, ma il Comune se n’è dimenticato

A Bari è una delle aree più ricche di storia e ricordi, eppure allo stesso tempo più ignorata e dimenticata, tanto che ora è stata avviata una petizione “online” volta ad ottenere al Villaggio Trieste di il riconoscimento da parte dell’UNESCO quale luogo di memoria della tragedia dello sradicamento per motivi bellici. Come molti forse non sanno, il Villaggio Trieste di Bari è sorto nel 1956 e da allora ospita le famiglie dei profughi italiani (per lo più della II guerra mondiale) provenienti dall’Istria, dalla Dalmazia, dalle Isole Italiane dell’Egeo, dalla Libia, dall’Etiopia, dalla Somalia, dall’Albania, ma anche dalla Grecia, dalla Romania e da altre parti del mondo. In questo complesso abitativo queste famiglie hanno conservato fino ad oggi le proprie specifiche tradizioni e costituendo esempio di convivenza rispettosa, anche se ci si ricorda di loro solo grazie a qualche editore o storico appassionato. Infatti, per di più, la loro esperienza personale è stata utile a comprendere non solo la bontà dell’accoglienza ma anche l’atrocità dello sradicamento forzato da loro subito ed al quale sono oggi condannate milioni di famiglie. E allora, poiché il Villaggio Trieste di Bari costituisce un unicum culturale ed antropologico meritevole di protezione e conservazione. Dunque, area storicamente da recuperare con un click sul computer, ma anche con qualcosa in più, almeno se parliamo di amministratori comunali assenti o ignari. Infatti, con una nota indirizzata a sindaco e assessori ai Lavori Pubblici e al Traffico della precedente amministrazione civica guidata da Michele Emiliano, i residenti chiesero di occuparsi degli antichi (e mai risolti) problemi che attanagliano “Villaggio” dalle parti Stadio ‘Della Vittoria”. Un ritorno in argomento motivato, scrivevano nella lettere arrivate sulle scrivanie di Michele Emiliano, Simonetta Lorusso e  Tonino Decaro, alle tantissime istanze prodotte dai cittadini-residenti di san Girolamo. Ma veniamo al dunque. Al centro dell’istanza un intervento ‘urgente ed improcrastinabile’ di rifacimento del manto stradale, rifacimento dei marciapiedi, installazione di segnaletica orizzontale e verticale, dissuasori di velocità e di semafori. E precisamente alla vie Mascagni, Bellini e via di Maratona, le zone maggiormente abbandonate da sempre dall’amministrazione municipale, anche sotto la guida del centrosinistra. Fanelli rammenta anche che la zona in questione è sede di alcune delle principali attività del quartiere, essendovi ubicate la Chiesa, la Piscina Comunale, la Pineta San Francesco e varie attività commerciali, che però languono in attesa degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. “Le stesse strade devono essere necessariamente riasfaltate, in quanto pericolose per la pubblica incolumità, tante sono infatti le piccole e grandi voragini presenti che, in caso di pioggia rendono ancor  più problematico il normale flusso stradale e tanti sono purtroppo gli incidenti che quotidianamente si verificano”, si leggeva ancora nell’istanza vergata dai residenti, totalmente – o quasi…- ignorata. Del resto parliamo di strade molto frequentate, ovviamente, durante tutto il giorno e che ben si prestano, vista la loro larghezza, a scorrerie da parte di automobilisti e motociclisti indisciplinati, irriguardosi del pericolo incombente. Proprio per questo, oltre agli interventi tecnici di manutenzione per rimettere a nuovo strade bucherellate, si sollecitava un ‘costante monitoraggio e una maggiore presenza dei vigili urbani e delle forze dell’ordine sul territorio in questione, allo scopo di reprimere sul nascere qualsivoglia reato”. Sperando che tutto non resti ancora per molto tempo lettera morta a Palazzo di Città, adesso c’è addirittura una petizione per gettare l’occhio del Mondo intero su un’area troppo ignorata da tecnici e amministratori…

 

Antonio De Luigi


Pubblicato il 23 Aprile 2016

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