Cultura e Spettacoli

Lungo la Murgia, gli elefanti convalescenti

Il Canale di Pirro è un’ampia depressione carsica che a sud ‘sfocia’ nella Valle d’Itria. Deve il suo nome alla presenza in passato di un gran numero di ‘pile’, cisterne poste a valle e nelle quali attraverso un rudimentale sistema di canalizzazione veniva convogliata l’acqua piovana che scorreva lungo le pendici della vicine alture. Poi quel ‘pila’ evolse in ‘pira’. Il Canale delle Pile divenne così il Canale delle Pire. Infine, ancora per corruzione popolare, si giunse all’attuale denominazione. Canale di Pirro, dunque, ma il grande condottiero epirota qui non c’entra nulla. E’ tuttavia possibile che Pirro sia effettivamente passato di lì. Quando nel 280 a. C. decise di intervenire in favore di Taranto minacciata da Roma, Pirro imbarcò il suo esercito e fece rotta verso la città dei due mari. Ma durante la traversata fu sorpreso da una tempesta che, racconta Appiano di Alessandria, danneggiò alcune navi, per cui una parte della flotta poté proseguire per Taranto, mentre l’altra fu costretta a rifugiarsi nel porto di Brindisi. E’ possibile che fra le imbarcazioni danneggiate ci fossero proprio quelle ‘speciali’ perché adattate alla bisogna su cui viaggiavano i famosi elefanti. A danneggiarla fu la sola forza dei marosi o il terrore dei pachidermi impazziti dalla paura? Si provi a immaginare il tormento di quelle povere bestie, con al vento, alle ondate, al beccheggio, nonché al mar di mare (disturbo dal quale gli animali non sono esenti). Una volta al sicuro, Pirro dovette trovarsi davanti ad un problema inatteso : I tempi riparazione delle unità speciali richiedevano troppo tempo. Inoltre, quegli elefanti già reduci da tanto spavento sarebbero risaliti a bordo? Contrastare un elefante riottoso non dev’essere uno scherzo. Calcolando che la parte indenne della flotta era già in vista di Taranto, Pirro ruppe gli indugi : In marcia! L’esercito avrebbe tagliato in due l’alto Salento per ricongiungersi al resto delle forze. Bisognava fare presto : Se a Taranto i romani fossero piombati sulle forze epirote prive dell’arma segreta (nessuno fino a quel momento in Italia aveva visto un elefante), avrebbero avuto partita vinta. Ebbe così inizio lungo l’aspra Murgia tarantina una marcia forzata resa più difficoltosa dalla difficoltà di spostare venti, giganteschi animali ancora convalescenti. Non conoscendo il territorio, Pirro dovette affidarsi a guide locali. Probabilmente una di queste suggerì il transito per un tratto o per l’intero corso di una dolina destinata per un equivoco linguistico ad onorare uno dei più grandi avversari che Roma conobbe.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 25 Luglio 2017

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