Cultura e Spettacoli

L’uomo è un ‘latitante’

Qualche tempo fa, assistendo ad uno spettacolo che vedeva impegnate le celebri Battagliere, ci solleticava un interrogativo : Saprebbero questi personaggi distinguersi altrettanto bene fuori della loro, ben definita cifra teatrale? Almeno a titolo personale, Maria Poliseno sta dimostrando di sì. Da martedì scorso al Duse è in cartellone “L’oggetto misterioso”, un monologo a firma di Teodosio Saluzzi che la sanguigna attrice di Palo del Colle interpreta. Una donna delle pulizie che lavora in un teatro si trova casualmente a dialogare col pubblico che gremisce la platea. La circostanza le offre il destro per raccontare un dramma che, in apparenza personale, appartiene in realtà a tutte le donne del mondo. Nell’idea di Saluzzi il fatto che la nostra inserviente non arrivi mai a ‘familiarizzare’ con una certa risorsa maschile è metafora di altro e più generale insuccesso. Ovvero, l’oggetto misterioso in questione non sarebbe il sesso, bensì un genere, quello maschile, che latita, oggi più che mai. Per diecimila anni Re della Storia (della quale però la Donna è stata l’eminenza grigia), l’Uomo abdica per stanchezza, per crisi d’identità, per autocritica. Sicché scompare e diventa ‘l’oggetto misterioso’. Intorno a questo spunto ambizioso l’autore inanella una serie di gag che mette nelle mani di una Poliseno inesauribile. Un’inserviente senza nome agita il suo spolverino mentre con sapidità narra di convegni d’amore tragicomici. Nella seconda parte dello spettacolo, spezzato da un cambio d’abito, la Poliseno, muovendo questa volta le sue generose forme, prosegue sulla stessa strada in un crescendo di lepidezze, allusioni, giochi di parole ed episodiche ruvidezze verbali. Il colore dell’idioma di Palo del Colle fa da valore aggiunto a questa esplosione di genuinità. Celebri canzoni adattate nel testo alle esigenze del copione e ancora affidate alla voce dell’unica interprete quasi un karaoke, scandiscono – ma con risultato incerto – gli ideali capitoli di questa cronaca della speranza frustrata. Discreta l’interazione col pubblico, migliore la risposta dello stesso. L’oggetto misterioso è dunque un uomo che non sa più ‘fare l’uomo’, che si defila, che svanisce ingoiato da un qualche buco nero dell’universo, decomposto in un qualche cimitero degli elefanti. Ma la donna?… L’era globale ha pietà di nulla, macina tutto e tutti, non semina vincitori, perciò raccoglie vinti. E allora, al di là di certi aspetti – vistosi più che sostanziali e come tali pure fuorvianti – dell’emancipazione femminile, c’è ancora posto per la Donna all’interno di un’umanità svuotata? Rivoltando le cose come un calzino, l’equivalente al maschile di una Maria Poliseno oggi direbbe di segreti femminili negati per tacere di donne non meno latitanti.
 
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Pubblicato il 28 Maggio 2011

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