Cultura e Spettacoli

L’uomo-pesce veniva da Bari?

Nel medioevo ebbe una certa fortuna una particolare categoria di libri, i bestiari. In essi erano raccolte immagini e descrizioni di animali per lo più immaginari – e non di meno fatti passare per veri – che venivano integrate da riferimenti tratti dalla Bibbia : Arpie, grifoni, ippogrifi, basilischi, centauri, sirene, satire… Le lusinghe del fantastico, l’ignoranza egemone e la fissa del demonio avevano il potere di eccitare la fantasia in modo morboso e dare vita a questi deliri. Ad esempio, un pescatore dalla capacità di nuotare in apnea talmente accentuata da ‘sembrare’ un pesce, poteva nel passaparola pieno di superstizione e sospetto ‘diventare’ un pesce. Ed ecco servito l’uomo-pesce, descritto come una creatura ibrida ricoperta di squame, con mani e piedi palmati, eppure capace di parlare, di interagire col prossimo… Sulla base di questa credenza in quegli anni bui prese corpo la leggenda di Colapesce, che in tutte le versioni è ambientata nell’Italia meridionale. I primi a parlarne, con varianti anche significative, sono stati il canonico Walter Map, frate Salimbene de Adam da Parma, il monaco Gervasio di Tilbury e il poeta franco provenzale Raimon Jordan. Premesso che tutte le testimonianze convergono sullo stesso nome (Nico, Nicola, Nicolaus), veniamo alle ultime due. Gervasio riferisce di un Nicolaus soprannominato Papa e “pugliese di nascita” mentre Jordan canta di un “Nichola de Bar… che viveva come un pesce”. L’uomo-pesce era pugliese, era di Bari? Chissà. Un’altra versione lo vuole di Messina. Non ha importanza. Per esigenze di credibilità, e stante soprattutto la credulità popolare, gli antichi cronisti non andavano granché per il sottile quando c’era da attribuire un origine a qualche personaggio. Figurarsi nel caso di una figura insolita come quella di Colapesce. Già condizionato dalla presunta origine pugliese di Colapesce, nello ‘scegliergli’ Bari, Jordan non fece altro che adeguarsi ad uno stereotipo di gusto marinaro. Quale santo più del vescovo di Myra – non casualmente protettore dei naviganti – sa più di salsedine, visti i contorni marinareschi che ne accompagnarono l’avventurosa traslazione delle ossa? Insomma, nella versione del poeta franco-provenzale Bari funge da… indicazione geografica tipica. In altre parole Jordan prese una figura nebulosamente collocata nel Mezzogiorno d’Italia e la definì assegnandole una città. La curiosità poi sviluppatasi intorno al mito dell’uomo-pesce innescò una serie di ‘cunti’. I cantastorie e i cronisti successivi altro non fecero che mettere ‘a dimora’ ora qui ora lì una storia divenuta ormai ‘universale’ e di gusto spiccatamente centro-mediterraneo.

Italo Interesse

 

 

 

 


Pubblicato il 7 Dicembre 2017

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