Cultura e Spettacoli

L’urlo dell’Homo erectus?

Fra le meraviglie del Gargano vanno considerati i tanti solchi erosivi che segnano il territorio. Uno di questi è talmente suggestivo da far parlare di Canyon del Gargano. Questa imponente, tortuosa e accidentata fenditura formatasi centoquaranta milioni di anni fa e lunga una quindicina di chilometri corrisponde al letto di un fiume ora prosciugato la cui foce è poco a ovest di Rodi Garganico (al presente vi scorre il torrente Romandato, ma solo in presenza di eccezionali precipitazioni meteoriche). Chi l’ha percorso parla di paesaggio fiabesco, “frutto della matita di un disegnatore di libri di favole”. Il bianco del carbonato di calcio, il rossiccio della selce e il grigio della marna striano le pareti di roccia, che scendono verticali e ravvicinate. In alcuni punti la vicinanza delle pareti è tale che l’impossibilità di trovare ‘campo’ toglie voce ai cellulari. Il che smorza anche la parola nei visitatori, i quali devono procedere in fila indiana, in un silenzio sacrale rotto solo dal fruscio della vegetazione smossa e dal crocchiare dei ciottoli sotto le suole. L’azione erosiva svolta dalle acque ha lasciato un segno lungo i fianchi di questa lama: noduli di selce dalle forme singolari che col passare del tempo si staccano dalle pareti rocciose. Tale abbondanza di ‘pallozze sferiche’ ha dato vita nel passato preistorico ad una vivace industria litica: qui si veniva a raccogliere materia prima e a lavorarla per ricavarne armi, utensili, ornamenti. Avvenendo sul posto, nei millenni la lavorazione della selce ha prodotto un sedimentarsi di schegge il cui insieme consente di parlare di ‘giacimento paleolitico’ (si calcola ammontino a circa un migliaio i siti di questo tipo sul Gargano). In alcune di queste schegge si è voluto vedere forme di primitiva espressione artistica. Tre reperti in particolare hanno attirato l’attenzione degli studiosi: Il cosiddetto ‘Uomo di Romondato’ (vedi immagine) raffigurerebbe una testa umana con bocca spalancata, priva di collo e fronte ; un altro reperto somiglia a qualcosa come due teste unite per la nuca, ma di diverse dimensioni ; l’ultimo reperto fa pensare a due teste unite per la nuca che guardano in direzioni opposte… E’ corretto parlare a proposito di queste tre ‘cose’ di “sculture litiche”? L’impressione è quella di frammenti di selce lavorati in vista di un fine non raggiunto e perciò abbandonati. Insomma, cose malriuscite o giù di lì. E invece la Scienza, tirando in mezzo il più famoso dipinto di Edvard Munch, parla di ‘urlo dell’Homo erectus’, inteso come riproduzioni emblematiche del grido terrifico di battaglia, oppure di figurazioni legate al culto dei defunti… Certe ipotesi sono seducenti, quando però suonano tirate per i capelli il buon senso si ribella.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 28 Aprile 2022

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio