Lushta, il goal che portò male
E’ poco noto che nel campionato 1939-1940 vestì la divisa biancorossa Riza Lushta, un attaccante iugoslavo naturalizzato albanese. Nonostante i buoni precedenti (con lo SK Tirana aveva vinto tre titoli nazionali e la Coppa d’Albania), Lushta in sedici gare realizzò appena tre reti. Ma passato l’anno dopo alla Juventus, vi restò cinque anni mettendo a segno ben 49 reti in 89 partite. Il torneo ’45-’46 lo disputò con la maglia del Napoli. L’aria del sud non doveva fargli bene perché con la divisa azzurra Lushta andò in goal per la prima volta solo alla seconda giornata del girone di ritorno. In precedenza i tifosi partenopei avevano coniato un poco benevolo motto : «Quanno segna Lushta se ne care ‘o stadio». (Quando segnerà Lushta cadrà lo stadio). Certe non andrebbero dette nemmeno per scherzo. Ebbene, era il 27 gennaio 1946 quando sul terreno dello stadio del Vomero si presentava proprio il Bari. Si sa come funzione la legge dell’ex. Insomma, Lushta finalmente segnò e, secondo alcuni fonti, l’esultanza della folla sarebbe stata tale da provocare il cedimento di un settore della tribuna (che era in legno) ; il crollo produsse 114 feriti. Ma Gianni Antonucci in “Bari sì, Bari no” la racconta diversamente : Alla fine del primo tempo i biancorossi soccombevano per 2-0. Nella ripresa, però, il Bari ebbe una veemente reazione che lo portò prima ad accorciare le distanze con Fusco, poi a raggiungere il pareggio con Torre. Il goal fu subito contestato dal Napoli e mentre i giocatori della squadra di casa attorniavano l’arbitro (che aveva indicato il centro del campo) un cinquecento spettatori si precipitarono sul terreno di gioco. Un’invasione di campo contro una rete fasulla? Macché. Quei tifosi si erano rifugiati sull’erba del Vomero “pare, perché ritennero pericolante una tribunetta”. Mettendo assieme le cose, il fuggi fuggi per la paura di un crollo (del quale dovevano essere giunti segnali inequivocabili) procurò il ferimento di 147 persone. Finalmente allontanati gli estranei dal terreno di gioco con l’intervento delle forze dell’ordine, l’arbitro (che evidentemente doveva aver perso la testa) ordinò la ripresa del gioco con un’inspiegabile rimessa da fondo campo per il Napoli. La partita finì 2-1 a sfavore del Bari che fece ricorso appellandosi all’articolo 50 del Regolamento. Ma la CAF non accolse il ricorso ritenendo “insussistenti” gli estremi della invasione di campo. Perciò, nessun 2-0 a tavolino e risultato omologato. L’immeritata sconfitta non impedì tuttavia al Bari di classificarsi al secondo posto del Campionato Centro Sud Misto A e B ed essere ammesso al primo campionato di serie A del dopoguerra.
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Pubblicato il 5 Agosto 2011