Cultura e Spettacoli

L’usignolo di Napoli: giovane di “angelica ed inquietante bellezza”

E’ poco noto che nell’arco di meno di mezzo secolo, tra la fine del Seicento e il principio del Settecento, videro la luce in Puglia i più grandi cantanti castrati del loro tempo. In tempi in cui alle donne era interdetto il canto in pubblico si usava sottoporre alla castrazione quei bambini le cui doti canore fossero promettenti  affinché la voce si mantenesse ‘bianca’ e quindi vicinissima al timbro femminile. Si calcola che fra il XVII e il XVIII secolo circa quattromila bambini all’anno siano stati sottoposti alla crudele pratica. Ad alcuni di questi infelici la castrazione procurò fama, allori e ricchezza. Come dicevamo, tre di questi venivano dalla Puglia. Ad Andria nel 1705 nacque Carlo Maria Michelangelo Nicola Broschi detto Farinelli, mentre cinque anni dopo a Bitonto venne alla luce  Gaetano Majorano, più noto come Caffarelli. In precedenza, nel 1667, a San Severo era nato Matteo Sassano, detto Matteuccio, poi morto a Napoli il 15 ottobre del 1737, esattamente 278 anni fa. Figlio illegittimo e cresciuto da estranei nella città natale essendo la madre (vedova) dedita alla prostituzione, fu fatto castrare da tale Alessandro Liguoro, un barbiere mezzano che faceva da procacciatore di evirati da avviare all’arte del belcanto presso il Conservatorio dei Poveri a Napoli. Forse innamorato del ragazzo, Liguoro seguì il ragazzo nella capitale dove lo seguì sino alle soglie del successo (e Matteuccio gli rimase riconoscente per il resto della vita). Il successo che Matteo Sassano incontrò subito in teatro andò di pari passo con quello sentimentale. Giovane di “angelica e inquietante bellezza”, Matteucccio fece girare la testa a numerose donne dell’alta nobilità (contrariamente a quanto si crede, non sempre la castrazione spegne l’impulso eterosessuale e la capacità di amare in modo attivo). Nel 1695, sulla scia dei consensi, si trasferì a Vienna per cantare nella Cappella Reale dell’Imperatrice. In Austria la sua fama divenne internazionale ; ciò non gli migliorò il carattere. Divenuto superbo e arrogante, si alienò molte antipatie una volta tornato a Napoli ; evitò addirittura la prigione grazie a potenti amicizie a corte. Tra il 1698 e il 1700 fu alla corte di Madrid dove il suo canto fuori dell’ordinario ebbe funzione terapeutica per re Carlo II, afflitto da depressione (lo stesso compito, nel 1737 e ancora a Madrid, fu affidato a Farinelli, che questa volta ebbe in cura e con successo Filippo IV). Matteuccio si esibì in teatro sino al 1708. Rientrato definitivamente a Napoli e nominato marchese, cantò solo nella Cappella Reale conservando sino all’ultimo giorno una voce prodigiosa : “Aveva  una voce sì florida e così chiara, e cantava in qualunque metodo con tanta flessibilità e agilità, che ogni ascoltante, non vedendolo, lo credeva un giovin nel fior degli anni”.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 15 Ottobre 2015

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