Cultura e Spettacoli

Ma Facebook da chi è popolato ?

Non avevamo idea di cosa fosse “facebook”, anche perché, data la nostra imperizia cibernetica, non avevamo voglia di avventurarCI in un labirinto di “clik” e di passaggi digitali che CI avrebbero fatto perdere tanto del nostro prezioso tempo. Ma la Curiosità è la molla di tutte le Esperienze ed è, forse, la più importante Virtù dell’Intellettuale, sì che qualche settimana fa ecco la Decisione Suprema, per costumarCI con l’idioletto di mussolini, di Assumere un tecnico cibernetico ché con un corso celere (veloce, si dice nella suburra della neolingua italiana, modellata sulla sciatta loquela del fu mike buongiorno, aspirante deluso alla carica di senatore a vita, che avremmo, dolorosamente, scoperto essere lo strumento di comunicazione privilegiato dalla ciurma dei “facebookiani”e consigliata, studiata in alcune scuole ove gli infanti imparano a muovere la lingua, per tutti gli usi dalla legge consentiti, neanche a stabilire rapporti amicali con le lingue  parlate da altri presentatori, simil mike, che operano, ad esempio, in francia, in inghilterra, in germania, ecc., ecc.,ecc.)  che CI proiettasse nel mondo, a NOI sconosciuto, degli ospiti, se non dei residenti, se non dei nullafacenti, se non dei nullatenenti, intellettualmente, di “facebook”. Senza andare troppo per le lunghe, per non infastidire i nostri 25 Lettori, Diciamo subito che, dopo una settimana in cui siamo stati Impegnati a Scagliare Sassate per Esorcizzare l’arrogante ignoranza degli stupiti di dovere fare i conti, improvvisamente, con NOI, quali inderogabili, inferociti fustigatori dei loro non etici luoghi comuni; degli inviperiti residenziali “h24” nella piazza virtuale, da “facebook” rappresentata, è maturata, ancora, una nostra irrevocabile Decisione: la disattivazione e la conseguente nostra cancellazione dal sito di “facebook”. Claudio Magris, Commemorando con Commozione, con la “Pietas” di Discepolo, il suo Maestro, il Poeta Biagio Marin, con rapidi Tocchi Ricorda la Replica del suo Mèntore ad un interlocutore in preda a una geremiade per le vere o presunte persecuzioni da lui subite da un’accolta di servi: ”Marin lo ascoltò senza interromperlo, e poi gli disse: ’Ma come, lei si stupisce? Non si ricorda cosa ha detto nostro cugino Platone ? Là dove un uomo liberamente si pone, sorge spontanea la koinonia kakòn, “la comunella dei malvagi”. Nel cammino millenario dell’Uomo nulla si distrugge: cambiano, magari, i proprietari, i titolari di ciò che indistruttibile è, ma per il resto la sostanza dell’uomo, dei suoi rapporti con l’altro uomo, con la natura resta quella da “man a r nannasc” (dai tempi dei tempi), come Recitavano i nostri Antichi nel Classico Dialetto bitontino che è, a parte le chiese, la cattedrale, qualche Palazzo Civile di nobile Fattura, l’unico motivo di orgoglio, che gli inconsapevoli  “lapidati” dal divino Totò possano accampare. Non ci sono, infatti, nei borghi selvaggi confinanti con il ”borgo selvaggio” per eccellenza, che è bitonto, (così lo etichettò un suo figlio, il preside angelo cardone, nella ricostruzione. che egli fece del truculento omicidio del “finanziere” da parte di una folla inferocita per banali motivi di follia pseudoreligiosa, in una specie di racconto breve dal titolo “Il borgo selvaggio”, appunto) dialetti, più impreziositi di Cultura Classica, di Figure Retoriche Classiche, di quello di bitonto, che tra l’altro nel corso dei millenni s’è Impregnato di Forme Lessicali dei popoli che hanno solcato il territorio ov’è Sortito. Da chi fu condannato a morte Socrate ? Ma dalla “comunella dei malvagi”! Un deserto “tout court”, assoluto, ché non mancano deserti ove fiorisca una creatura gentile  (gli ebrei d’israele hanno trasformato i deserti della Palestina in giardini, anche se non sono riusciti a trasformare in un’ oasi di “caritas” il loro cuore di vittime trasformatesi in carnefici). Il Sapiente è Colui che molto Dà, soprattutto, per aver Preso molto  nel Commerciare con gli altri, con tutti gli altri e con la Natura; il malvagio è sordo ai Richiami Pedagogici degli altri e della Natura; dagli uni e dall’altra rifiuta la “Parola” o la Folgorazione militante, che può cambiarlo; non ama negli altri l’Eternità dello sguardo di Dio, Eternità che non Rifugge dall’ istante in cui l’altro si percepisce o in cui la Natura a noi s’appalesa in tutta la sua Maestosa Bellezza; non sa, non concepisce che le Particolarità del Prossimo sono il solo modo con cui il Tutto o l’Uno Si Manifesta. Il malvagio, invece, si assolutizza, ogni malvagio si assolutizza nel medesimo modo degli altri, li accomuna il Male che in ognuno di loro spira; guai a Chi Si Considera una Parte del Tutto, un Relativo dell’Assoluto, Diverso dagli altri Relativi, ma tutto Preso, attraverso il Dialogo con Essi, dalla Ricomposizione del Tutto. CI siamo, immantinente, Resi Conto nella pur breve frequentazione di ”facebook” dello stato pietoso della mente e della psiche degli italiettini, delle spaventose idiozie che dicono e su cui discettano, della mancanza in essi del “Valore”, cioè di quello “Spirito”, di quel “Terzo”, Dice Claudio Magris, che è in ogni Rapporto. Come il male aleggia dove e quando vuole, così lo Spirito del Bene, della Costruttività, della Creatività, della Capacità di Crescere Aleggia dove e quando vuole, purché i Dialoganti nel Rapporto, pur non essendo, inizialmente, in una situazione di pariteticità, uno o gli uni possono essere, umilmente, Riconosciuti Geni  dall’altro o dagli altri. La pariteticità in un secondo momento, entrando in gioco lo Spirito del Rapporto, quel “Terzo”, di cui Parla Magris, viene, però, Ristabilita se colui  o coloro che sono in uno stato di minorità intellettuale, sapienziale rispetto all’Altro o agli Altri si Convincano che anche in loro possa Scoppiare, grazie al Prendere molto dagli altri e dare molto agli altri, a cui, precedentemente, abbiamo Accennato, la Scintilla che loro Permetta Affermazioni più Creative e più vicine alla Verità. La distanza tra ciascuno di noi e la Verità è incolmabile, ma Chi Si Mette in Cammino, dalle proficue Relazioni con gli Altri, Aiutato, Incentivato, è già nella Verità. “Quando urto, urto con violenza”, Proclamava Biagio Marin e Carmelo Bene  Affidava al suo Teatro, all’Attore il Compito di Ferire più che riferire al pubblico e NOI, nel nostro Piccolo, Doniamo alla nostra Scrittura una caterva di sassi con i quali Essa possa prendere “a sassate” i filistei e i sepolcri imbiancati. Infatti, i residenziali “h24” di “facebook” hanno rivendicato il diritto alla quiete, al silenzio dei loro “rumors soft” che vengono consumati in quanto già “in nuce” senza il Progetto, l’Intenzione di diventare Comunicazione Militante: sia l’Emittente, sia il Destinatario di un Messaggio, in qualsiasi codice Inviato, non possono più essere, stare, ma devono Diventare Altri, ché, come dice B. Brecht, il “Verbo” può essere Viatico di Cambiamento del Mondo, essendo possibile il Rinnovamento dell’Uomo. Siamo stati accusati dalla “comunella dei malvagi” di essere aggressivi, anche per l’uso di una Scrittura non più di moda o alla moda che, indegnamente, NOI Replichiamo, Fa Riferimento ai Grandi Maestri della Retorica (non è una parolaccia, o residenziali “h24” in “facebook”: Retorica è l’Arte del Parlare e Scrivere Bene, alla quale voi, giammai, siete stati iniziati): a braccio: Cicerone, Machiavelli, Guicciardini, Leopardi, Foscolo. Scrittura che, senza dubbio, Confonde, come Ci imputava una donzella che vanta di essere “operaia nella vigna lieta delle scuole ‘refugium peccatorum’ ”, ché scalfisce i pregiudizi, le certezze pietrificate, l’arroganza di chi trova la sua effimera sicurezza confortato dalla mandria plebea. Si può non essere aggressivi con chi indossa la greca di “precursore della movida nel centro storico”? Con certi personaggi politici che sperano di lasciare la loro traccia  nella storia del comune “pincopallino”, per aver sponsorizzato, favorito la “movida” e, quindi, il presunto risorgimento del centro storico e, attraverso essa, la realizzazione del “libro dei sogni” con cui avevano infinocchiato i loro ignari elettori ? A parte lo stigma coristico di certe iniziative: in ogni città, importante o meno importante, i centri storici sono diventati territori ove sguazzano fannulloni che fanno le ore piccole, rompendo i coglioni ai pochi o molti abitanti in essi, che al mattino dopo, non essendoci il “pritaneo”, da cui Socrate pretendeva di essere mantenuto, sono costretti a recarsi al lavoro per sopravvivere. In più, il Risorgimento vero, non fasullo, ipotizzato dal “precursore”, di cui sopra e, poi, “coccolato” dagli amministratori del comune “pincopallino, Si Realizza, Riportando in esso le Famiglie oneste, di fronte alle quali i pochi o molti con la fedina penale non cristallina, che per decenni hanno spadroneggiato in esso, sentano da esse il profumo di Atteggiamenti, di Comportamenti Etici in grado di redimerli. Il Risorgimento dei centri storici Si Attua, Creando in essi le condizioni favorevoli ché le attività artigianali possano estendersi in quelle botteghe che in passato surrogavano la scuola per pochissimi, nel Formare Generazioni di Uomini, Fieri dei Mestieri che Coltivavano, e dalle quali Spiccarono il volo gli “Uomini Totali” del Rinascimento. In questo momento CI sovviene Immensa la Poesia del Grande Giacomo de ” Il sabato del villaggio”: ”Poi, quando intorno è spenta ogni altra face /e tutto l’altro tace, / odi il martel picchiare, odi la sega /del legnaiuol che veglia /nella chiusa bottega alla lucerna, / e s’affetta e s’adopra, /di fornir l’opra anzi il chiarir dell’alba.”. Questi Suoni vorremmo Risentire nei centri storici e vorremmo in essi Laboratori Teatrali, Scuole  ove i bambini possano essere iniziati all’Amare le Muse della Letteratura, della Poesia, della Musica, della Danza, ché, e – grege assessore per antonomasia, e – grege sindaco di “pincopallino”, in simbiosi, quali carabinieri, in quanto l’uno sa leggere e l’altro sa scrivere, SI Fa Cultura, che è, sempre, nuova Visione del Mondo in  chi Ne è il fruitore, non relegandolo a spettatore passivo del Bello, ma Facendolo Artefice gentile, umano del Bello. Ovviamente, nei centri storici Rigenerati non devono mancare spazi attrezzati per la pratica degli innumeri “sport” ove la mente dei fantoli si Apra, si Dischiuda in sintonia con corpi sani sì che essi non sfioriscano nella sedentarietà degli “ultras”, guardoni violenti, frustrati di viziati  bellimbusti in mutande, strapagati, grazie alla demenza di masse che s’affollano negli stadi o rimbambiscono in conseguenza della tracimante “degustazione” di programmi radiofonici, televisivi, cosiddetti sportivi; demenza e rimbambimento che rientrano nei “desiderata” del potere lungo una striscia millenaria che va da nerone a renzi, senza i quali il putto fiorentino non poggerebbe il culo sullo scranno di “palazzo chigi”. E, per finire, il Risorgimento dei centri storici è possibile con l’apertura di Librerie, ove ogni “Civis” possa trovare il Filo di Arianna da Dipanare per la sua Spirituale Liberazione. E – grege assessore per antonomasia, e – grege sindaco di pincopallino”, nel centro storico del vostro comune c’è una Libreria di cui, ad onta delle difficoltà finanziarie da superare, quotidianamente, per la sopravvivenza di Essa, il suo Direttore ha Fatto un Luogo “Cult” di Nomanza Nazionale. Vi siete, mai, accorti che Essa Esiste, che va supportata in qualsiasi modo, a meno che il vostro interesse per il Progresso Civile del comune, che amministrate, non sia una vostra nobile Esigenza, ma il prezioso Arazzo che nasconde le prosaiche, istintive richieste del “marketing”, del vostro “marketing” elettorale ? E – grege sindaco di “pincopallino”, molti giovani del suo comune, come di mille e mille altri comuni italiettini, muoiono come vivono: da omologati. Dopo la morte in un incidente stradale di un suo giovane concittadino, in altre parti dell’italietta altri giovani vite, che oltre alla loro alba avrebbero avuto il diritto di Vivere il loro meraviglioso crepuscolo, se altri genitori avessero avuto, meno permissivi, quanto meno. Ebbene,  l’unica sua facile, apprezzatissima dai codardi, raccomandazione alla moltitudine è stata il dissolversi nel silenzio e, democattolicamente, nell’ ipocrita preghiera. Noi, attraverso “facebook” siamo stati fatti cenno a contestazioni e insulti dalla “comunella dei malvagi”, ché non abbiamo adeguato il nostro linguaggio a un mondo di vili a noi estraneo e, comunque, lontano, e abbiamo Gridato che senza Guide autorevoli  nella famiglia, nella scuola, nel partito, nella sacrestia, cioè nella agenzie educative, che Propongano con forza ai giovani il modo più acconcio di sopravvivere  tra tanti pericoli, possiamo, dobbiamo, onestamente, considerarli “morti che camminano”, finché la morte non li raggiunga, essendosi essi ridotti a macerie di corpi su deserti d’asfalto.             

 

Pietro Aretino, già detto Avena Gaetano

pietroaretino38@alice.it


Pubblicato il 27 Agosto 2014

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