Primo Piano

Ma quali sono i nuovi quartieri dormitorio in periferia a cui il sindaco dice basta?

Il neo Primo cittadino barese annuncia un cambio di passo nella cementificazione, ma in realtà i Piani delle aree di espansione periferiche sono già state tutti approvati dai suoi predecessori.

 

Il neo sindaco di Bari, Vito Leccese, in un’intervista pubblicata domenica scorsa sull’inserto barese di una nota testata giornalistica regionale, ha dichiarato di voler dire “basta” alle speculazioni edilizie che a Bari hanno portato alla proliferazione delle periferie ed alla creazione di quartieri dormitorio, oltre che alla conseguente consumazione di suolo e, quindi, all’occupazione di aree libere con migliaia di metri cubi di colate di cemento. Infatti, ha affermato il neo Primo cittadino: “Posso assicurare che non ci sarà spazio per le speculazioni che erodono pezzi di campagna, con la creazione di quartieri dormitorio lontani dal centro e da altri quartieri”. Ed ancora: “Non saremo responsabili della nascita di nuove periferie, ripetendo gli errori commessi con Loseto o Ceglie del Campo nuova, San Pio o Sant’Anna”. Insomma, pare di capire che il mantra propagandistico del nuovo Sindaco (che – da non dimenticare – in precedenza, durante la campagna elettorale, si è sempre dichiarato come l’erede e migliore interprete e continuatore delle amministrazioni Emiliano e Decaro!) sarà “più verde e meno cemento” per una città di poco più di 300mila abitanti, quale è attualmente Bari per l’appunto, ma che però in Italia risulta terza in classifica tra i centri con maggior consumo di suolo, nel rapporto tra superficie comunale totale e superficie complessivamente cementificata. Nonché tra le ultime in classifica per il basso indice di verde urbano pro capite, pari a meno di 10 mq per abitante, considerato che molte città più popolose del capoluogo pugliese vantano indici di verde pro capite che sono una volta e mezzo (e, in qualche caso, anche doppio) di quello barese. Quindi, considerati questi dati, un proposito sicuramente apprezzabile quello annunciato dal neo sindaco di voler mettere a Bari un freno alle speculazioni edificatorie ed a nuovi “ghetti” urbani. Peccato, però, che Leccese abbia dimenticato di precisare come intende bloccare le lottizzazioni, non ancora realizzate, delle aree di espansione edilizia che in periferia creeranno interi nuovi quartieri, perchè già approvate dai suoi predecessori e, in particolare, dagli ultimi due. Ossia dagli ex sindaci Emiliano e Decaro. Gli esempi? E’ sufficiente citarne alcune: nella periferia nord, ai confini con l’agro di Giovinazzo, la lottizzazione da oltre 800 nuovi alloggi in contrada “San Filippo” a Santo Spirito, approvata appena qualche anno fa dall’amministrazione Decaro, che si va ad aggiungere ad un’altra analoga, approvata sempre dall’Amministrazione Decaro, ai confini estremi del Comune capoluogo con l’agro di Modugno e Bitonto, in contrada “Cafariello”, a ridosso della zona “San Paolo 2” e della zona Asi, ossia della zona industriale di Bari-Modugno. Un altro grande complesso urbano non ancora realizzato, ma già approvato dalla ex amministrazione Emiliano è quello in zona stadio “San Nicola”, quasi al confine con l’agro del Comune di Bitritto. Lottizzazioni, queste citate, tutte già pianificate e pronte per i passaggi alla fase esecutiva e che, in quelle aree periferiche, vedono già adottato e pressoché completato il vecchio Piano di pianificazione urbanistica del prof. Quaroni e che crea quartieri dormitori e distanti dagli storici nuclei urbani cittadini. D’altronde, il nuovo Pug (Piano urbanistico generale), benché non noto, – secondo indiscrezioni – non si discosterebbe molto da quanto già previsto dal “Piano Quaroni”, tranne che per talune aree interessate dai sopravvenuti vincoli ambientali ed idrogeologici. Quindi, si chiedono alcuni addetti ai lavori, di quale “stop” parla in concreto il sindaco Leccese, quando si limita a dire “basta ai quartieri dormitorio”, se questi poi sono già stati quasi tutti inseriti nei Piani edificatori dai suoi predecessori, anche se non ancora avviati? Ma l’interrogativo sull’urbanistica a Bari non è solo questo. Infatti, si chiedono invece alcuni esperti di finanze locali, “il nuovo sindaco Leccese ha dato uno sguardo ai conti del Comune e si è reso conto che i Bilanci baresi degli ultimi lustri si ‘reggono’ prevalentemente grazie agli introiti urbanistici?”. Per cui – si chiedono ancora gli stessi esperti – “se l’andazzo generale delle spese dell’amministrazione Leccese dovesse restare invariato rispetto a quello dei suoi predecessori, come pensa il nuovo Primo cittadino di coprire le poste dei costi del Comune, se a far quadrare i conti non ci sarebbe più un livello d’entrata analogo a quello assicurato negli ultimi anni proprio dai proventi della cementificazione selvaggia della città?”. Insomma, senza una terapia adeguata e ragionata, gli “annunci spot” di Leccese sui quartieri dormitorio e sulle colate di cemento a go-go, fanno sorgere il fondato sospetto che il nuovo sindaco Leccese, al pari di chi lo ha preceduto, promette per l’urbanistica cittadina di cambiare tutto, per poi in realtà non cambiare niente e continuare ancora con le stesse vecchie e note logiche speculative. Ma fino a quando? Sicuramente “fino (come recita una vecchia e nota canzone di Orietta Berti) a quando la barca va, lasciala andare!”. L’importante ora – secondo alcuni malpensanti – è non dichiararlo. Anzi, la vera novità, a differenza del passato, è quella di dichiarare esattamente il contrario di ciò che si farà realmente. Ed anche questo per i cittadini del capoluogo non sarebbe più uno scandalo, perché  – come è noto –  di tal genere di contraddizioni le precedenti amministrazioni baresi di centrosinistra abbondano, con buona pace anche delle opposizioni che sul tema è completamente silente ed assente.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 5 Settembre 2024

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