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“Ma quanto ci vuole per un avviso pubblico e buoni-pasto?

Per combattere l’emergenza Covid-19, lo sanno ormai tutti, bisogna rimanere in casa e uscire solo in casi urgenti, fare spesa o andare al lavoro innanzitutto. Bene, ma chi una casa vera non ce l’ha (come il poveretto trovato morto a Bari qualche giorno fa, nell’ex Caserma Rossani) ed è per di più indigente? Che aspetta il Comune ad attivarsi per pubblicare un avviso pubblico e poi distribuire buoni o buste coi generi alimentari di prima necessità? “Molti cittadini in difficoltà non sanno a chi rivolgersi”, tuonano i consiglieri di Minoranza, guidati da Picaro, Melchiorre, Pani e Ciaula. “Appare paradossale che il Comune fino a oggi navighi ancora nel buio”, attaccano i capigruppo di Lega, Fratelli d’Italia, Cinquestelle e Forza Italia dell’Aula ‘Dalfino’, pronti a rinfacciare agli amministratori, Sindaco fin troppo ‘esibizionista’ in tv negli ultimi tempi, che da giorni tanti baresi chiamano numeri eternamente occupati, con operatori non sanno che informazioni dare, a quei pochissimi che hanno la fortuna di parlarci. Nel frattempo, invece, altri Comuni anche piccoli come Modugno, hanno già adottato un regolamento, ma anche un modello e indirizzi ‘e-mail’ a cui inoltrare le richieste di buoni pasto da spendere per i generi alimentari di prima necessità. Ora però, al di là delle polemiche in questo momento, è necessario “fare presto e bene”, affinché nessuno sia lasciato indietro a causa della “confusione e del pressappochismo” con cui il Comune sta gestendo questo difficilissimo momento, dicono i consiglieri più arrabbiati. Ed è proprio per questo che hanno chiesto di attuare le misure più impellenti. A partire, come detto, da un avviso pubblico <<chiaro>>, accompagnato da una modulistica con autocertificazione di redditi, composizione del nucleo familiare e forme di sostegno di cui già godono i componenti. Infine una comunicazione puntuale e una modalità di trasmissione della domanda accessibile a tutti, tramite una ‘e-mail’ dedicata. Per tutta risposta, però, l’amministrazione ha predisposto un sistema informatico, denominato <<Bari ascolta>>, che poi non sarebbe altro che una ‘piattaforma’ in grado di permettere agli assistenti sociali di effettuare una sorta di censimento e presa in carico di tutti cittadini che vivono in difficoltà. E che soprattutto hanno necessità di accedere a quegli aiuti che lo stesso Comune intende erogare. Dunque, una piattaforma ‘on line’ indicata dagli operatori alle famiglie prese in carico, ancora tutta da attuare e per di più con tempi e modalità del tutto incerte, proprio mentre quasi tutto il personale comunale, compreso gran parte di quello ai servizi sociali, è a casa in congedo. Come faranno gli assistenti sociali baresi a creare banche-dati per monitorare la situazione delle famiglie in difficoltà? E quando arriverà il buono spesa di 100 euro al mese per ogni componente, fino ad un massimo di 400 euro al mese promesso dallo stesso Comune? E con quali volontari – attivati sempre dai servizi sociali – verranno consegnati agli aventi diritto? “E’ un sistema farraginoso e di difficile attuazione”, incalzano i consiglieri di Minoranza, mentre è la stessa assessora al Welfare Bottalico a replicare, staccando un momento mentre continua a impartire disposizioni frenetiche a chi si trova in prima linea, in questo difficile momento in una Città grande come Bari. <<Al Comune, ci tengo a ribadirlo, ci siamo attivati fin dal primo giorno dell’emergenza Covid-19 e abbiamo già incamerato ben 2mila e cinquecento nuclei famigliari baresi in più, rispetto a quelli che già venivano assistite, che continueremo a seguire. Certo, non è facile in due giorni, dopo le ultime decisioni adottate dal Governo, moltiplicare le linee telefoniche rispetto alle settecento già attive, dare istruzioni ad assistenti sociali e volontari e rispondere alle domande ogni giorno diverse che arrivano dai cittadini, con tutte le implicazioni in campo medico e farmaceutico, ma lo stiamo facendo. E con tutto l’impegno umanamente possibile da parte di tutti, al Comune>>.

 

Francesco De Martino

 

 

 


Pubblicato il 2 Aprile 2020

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