Ma tranquilli… il Palagiustizia di via Nazariantz non sta crollando
Ora non bastera’ più affidare la redazione di pareri dotti e citazioni complesse e complicate a professori ed avvocati per rinviare a chissà quando la soluzione della pratica sede unica della giustizia: ora non c’è più tempo per scherzare e cavarsela con qualche comunicato stampa. Tempo una ventina di giorni al massimo e l’agibilità del palazzo di via Nazariantz dove hanno sede gli uffici giudiziari sarà un pallido ricordo, un atto che bisognava revocare almeno tre-quattro anni, quando i primi calcinacci cominciarono a venir giù e le crepe ad aprirsi nei muri. Invece dopo l’estate del 2008 il professor Aldo Loiodice, consulente del sindaco sulla ‘vextata questio’ edilizia giudiziaria, stilava il suo parere pro-veritate dopo la penultima sentenza del Consiglio di Stato (il decimo o undicesimo provvedimento adotatto dalla giustizia sul tema…) riprendendo le fila di un procedimento fermo da cinque anni, dopo la ricerca di mercato del 2003 e soprattutto dopo un’altra sentenza del Consiglio di Stato emessa, appunto, nel giudizio relativo alla sede unica degli uffici giudiziari. Proprio per questo, come si leggeva nei soliti comunicati diramati dall’Amministrazione comunale, data l’oggettiva complessità della questione, s’affidava al professor Loiodice l’incarico di redigere un parere professionale per capire quale atto adottare, contenuto e modalità procedimentali da seguire per dare esatta esecuzione alla sentenza del Consiglio di Stato, notificata al Comune il 4 agosto 2008. Invece, sulla base delle indicazioni fornite nel parere, l’architetto Annamaria Curcuruto, responsabile del procedimento amministrativo, provvedeva a ricostituire la Commissione comunale di valutazione delle proposte giunte a seguito dell’avviso di ricerca di mercato pubblicata dal Comune in data 14 agosto 2003. La Commissione avrebbe dovuto, in ottemperanza del provvedimento del Consiglio di Stato, individuare il quadro economico e dunque le disponibilità finanziarie proprie e derivate entro cui poter effettuare la valutazione delle proposte di cui alla ricerca di mercato, quantificandole con esattezza. Ma anche chiarire il parametro da utilizzare per la valutazione tecnica della migliore proposta progettuale e verificare se fra le proposte avanzate quattro anni fa ce n’era una corrispondente all’idea progettuale alla base della ricerca di mercato ed infine verificare, nel caso di individuazione di una proposta, la fattibilità economica della stessa. Sempre su indicazione del parere, la Commissione avrebbe dovuto prendere in esame sia le proposte pervenute originariamente a seguito dell’avviso di ricerca di mercato, che le successive proposte giunte in qualità di modifiche delle stesse, intervenute a seguito del mutare del quadro economico. La Giunta, a sua volta, dovrà prendere atto del lavoro della suddetta Commissione trasmettendo la relativa delibera alla Commissione di manutenzione presso la Corte d’Appello di Bari. Le fasi di quest’altro procedimento furono puntualmente illustrate dal Vice Sindaco dell’epoca, Emanuele Martinelli e dal prof. Loiodice al Prefetto di Bari, nominato commissario ad acta dal Consiglio di Stato in caso di inerzia del Comune di Bari. Adesso invece, come detto, non c’è più tempo per relazioni e citazioni in tribunali: bisognerà solo sgomberare in fretta il palazzone di via Nazarianz, mentre l’Inail, ente proprietario, ha un paio di settimane per presentare eventuali controdeduzioni. A metà luglio il palazzaccio a rischio crollo sarà dichiarato inagibile e chiuso al pubblico. L’agibilità, come pochi ricorderanno, fu rilasciata una dozzina d’anni fa, sulla scorta della solita emergenza onde trasferire uffici e aule da piazza De Nicola, improvvisamente diventato troppo stretto per ospitare giustizia civile e penale, mentre adesso ricomincia il solito gioco a ‘Monopoli’ per trovare una sede che ospiti dignitosamente pubblici ministeri, avvocati e cancellieri. intanto Il palagiustizia di via H. Nazariantz sarà evacuato nelle prossime settimane, ma intanto i tecnici comunali hanno deciso di rompre gli indugi e intervenire. E così ieri sono ripresi i sopralluoghi dalle fondamenta del palazzo di proprietà Inail dove sarà iniettata resina per bloccare la rotazione dei corpi di fabbrica causata dal cedimento del terreno. Un intervento d’urgenza anche sulla facciata dell’immobile, che non sta crollando, come c’ha tenuto ad assicurare il caposquadra dei tecnici dell’Inail. Tecnici da ieri al lavoro per mettere a punto il progetto esecutivo per gli interventi di consolidamento della struttura che ospita da diversi anni la procura e parte degli uffici penali. I tecnici hanno incontrato i rappresentanti dei dipendenti. Muniti di macchina fotografica hanno cominciato il sopralluogo dalle fondazioni, da dove inizieranno i lavori con le gettate di resina per bloccare il movimento che uno dei cinque corpi di fabbrica sta subendo a causa del cedimento del terreno. Poi procederanno al consolidamento dei pilastri. Questi interventi urgenti, che dovrebbero partire ad agosto, dureranno circa un mese e sono ritenuti compatibili con l’attività giudiziaria, tra l’altro meno intensa in quel periodo per via della sospensione estiva. Tra le criticità del palazzo individuate dai tecnici ci sono proprio il sovraffollamento oltre ad una non adeguata manutenzione ordinaria. E intanto, come riferiamo a parte, il sindaco Emiliano ha appena annunciato che il Comune ha avviato le procedure per revocare l’agibilità al palagiustizia.Al vaglio dei tecnici comunali -dopo l’ultima ricerca di mercato- tre ipotesi: il palazzo ex Telecom di piazza Mater Ecclesiae, il complesso Agorà di via Fanelli e, infine, villa Patrizia in via Cotugno, quasi certamente nessuna utile alla bisogna. Ma è stato il city-manager Vito Leccese a riprendere le redini sul tema ribollente e a incontrare nuovamente i componenti della commissione incaricata di valutare quelle soluzioni. Con un ordine categorico: decidere molto, ma molto in fretta. Tanto per cambiare….
Francesco De Martino
Pubblicato il 16 Giugno 2012