Macché emergenza: il “118” si chiama per ben altro…
Il consigliere e capogruppo regionale pugliese di ‘Fratelli d’Italia’, Ignazio Zullo, parla da politico, è chiaro, ma soprattutto da addetto ai lavori e ottimo conoscitore della materia, essendo lui stesso medico. Ergo, anche senza camice bianco, Zullo s’è addentrato più e più volte nei reparti di ospedali dove le cose, purtroppo, non funzionano al meglio. Anzi, vanno sconsideratamente male, come accade purtroppo all’interno dei reparti d’emergenza in prima linea dei vari pronto soccorso. Se fino a qualche giorno fa le sue ultime bordate avevano riguardato in particolare le gravi disfunzioni del pronto soccorso dell’azienda consorziale Policlinico di Bari, adesso Zullo amplia il discorso. “L’assessore Rocco Palese provi a confrontarsi con chi ogni giorno trascorre giornate di lavoro nello svilimento più totale altrimenti sarà ricordato come assessore alle circolari. Dopo lo sfacelo dei Pronto Soccorso -continua Zullo – provi l’assessore pugliese alla sanità a confrontarsi con gli operatori del 118. Provi lui stesso a chiamare il numero emergenziale e farsi portare al Pronto soccorso dove, per poter usufruire di controlli medici o esami di diagnostica per bypassare le liste di attesa, è diventata la norma. Furbizia? Macché, necessità per sopravvivere alla disorganizzazione della Sanità pugliese”. Ed è per questo che, secondo il consigliere FdI di via Gentile il 118 è nel caos per migliaia di chiamate inappropriate. Non solo, il 118 è diventato il punto di riferimento anche per coloro che non riescono a ottenere un’assistenza domiciliare e chiamano anche per farsi cambiare un catetere, o per fare un’ecg ma anche per un mal di denti o una consulenza psicologica. Insomma, non si può fingere di non sapere e chiudere gli occhi di fronte alla realtà di migliaia di utenti che, per non dover attendere mesi e mesi una visita specialistica cardiologica urgente, formulano il numero emergenziale: attenderanno quasi sicuramente qualche ora al pronto soccorso del Policlinico, ma alla fine il loro controllo l’avranno effettuato. “Il 118 è diventato l’unico numero al quale qualcuno risponde ai tantissimi pugliesi che stanno male e che si sentono abbandonati dopo aver provato a rivolgersi ad altri servizi distrettuali sempre meno presenti sul territorio. A questo punto gli operatori del 118, pur consapevoli che la chiamata è inappropriata, preferiscono intervenire per evitare anche denunce”, incalza Zullo. Il quale sa benissimo che, così facendo, si snatura il senso stesso del 118, istituito per rispondere alle emergenze-urgenze, vale a dire quando il paziente è a rischio di vita, mentre l’amara verità è che oggi il novanta per cento degli interventi dello stesso ‘118’ e dei suoi operatori sono uno “…spreco di mezzi e risorse umane”. Non resta che sperare in un intervento dell’assessore Palese, ma per favore…non con una nota-circolare inviata ai vari direttori generali delle aziende sanitarie pugliesi.
Francesco De Martino
Pubblicato il 29 Marzo 2022