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Maita: “Perdere così brucia”

Mister Longo ammette il crollo mentale della squadra, che esce tra i fischi e contestata dal pubblico

Il Bari dopo aver deliziato con 41 minuti a buon livello allo stadio dei “Marmi” di Carrarese viene ripreso da Torregrossa che approfitta da un’ingenuità difensiva grossolana e ristabilisce il vantaggio di quattro minuti prima fissato da Lorenco Simic. Nella ripresa il Bari di Moreno Longo spegne la lampadina e resta negli spogliatoi, la Carrarese trova il meritato vantaggi grazie ad un altro errore, nonostante i cinque campi operati, di cui quattro tutti in uno slot, il risultato non cambia se non qualche sprazzo del buon Bellomo, subentrato e frizzante sulla fascia nel servire anche una palla ghiotta a Maggiore che però manca l’aggancio di testa per un pari che avrebbe alleviato l’amarezza di un pari che comunque avrebbe fatto male. Si esce con uno schiaffo, una batosta che proietta la realtà della classifica: i biancorossi sono noni a meno due punti dal Cesena a quota 42 punti e addirittura il Palermo che ha scavalcato i Galletti e si è portato al settimo posto (seppur con gli stessi punti degli emiliani). Una sorta di presa di coscienza di quanto sia limitato caratterialmente questo Bari, di quanto anche è confermato anche la doppia faccia della stagione attuale che nei primi tempi ha un certo tipo di rendimento nelle riprese molla fisicamente e atleticamente. Una squadra di professionisti che si allenano quotidianamente ad ogni tipo di situazione da gara, non può mollare nei secondi 45 minuti e gettare alle ortiche tutto, ora per un motivo ora per un altro. La spiegazione più plausibile combacia la classifica e i numeri che non mentono, ad oggi il Bari non è da playoff e dovrà guardarsi nelle restanti sette partite dalle sue avversarie, nella speranza di non essere risucchiata nella corsa ai playout ed avere magari una reazione di orgoglio per provare ad agguantare un ottavo posto che vorrebbe dire playoff perché diversamente l’obiettivo stagionale sarebbe stato fallito miseramente con un organico che sulla carta poteva giocarsela per stare nella parte alta della graduatoria della serie cadetta. Squadra peraltro uscita tra i fischi assordanti dei tifosi presenti al seguito, con cori che non rimandano a giri di parole: “Andate a lavorare” e “Avete rotto i c…”.

LA VOCE DEI PROTAGONISTI – Maita, rammarico e e con tanta rabbia ha espresso il suo disappunto ai microfoni di RadioBari: “Sono incazzatissimo, l’abbiamo preparata bene in settimana e fatto un buon primo tempo. Il gol ci ha tagliato le gambe. Bisogna lavorare e fare le cose fatte bene. Mancano sette partite, non vediamo tutto nero, brucia e fa male, spero che ci serva da lezione, anche perché servono punti per tranquillizzarsi ed essere spensierati”. Il tecnico Longo non ha digerito invece il primo gol subito e imputa allo stesso il crollo mentale dei suoi ragazzi: “Fino a un minuto dalla fine del primo tempo stavamo disputando una buona partita, riuscivamo ad aggredire e a fare quello che avevamo provato. Abbiamo commesso un’ingenuità grandissima sul gol dell’1-1, non puoi permettere di regalare una rete così, quella punizione andava calciata in profondità. Ha cambiato la gara, poi il 2-1 ci ha spento la luce, da lì siamo stati confusi e poco lucidi, il secondo tempo non è stato all’altezza”. Lo stesso Maita ha ammesso l’errore di squadra commesso in occasione del pareggio e che quella palla sarebbe dovuta essere stata scaraventata via ma di fatto non è stato fatto. “Chiediamo scusa per quello accaduto oggi (domenica scorsa, ndr)”. Infine Longo ha concluso soffermandosi sull’aspetto psicologico: “La questione atletica può contare, ma dopo l’episodio era eclatante il nervosismo, loro si sono esaltati. Gli aspetti psicologici contato tanto. Le due componenti fisiche e mentali, vanno comunque di pari passo”. Al tecnico spetta una settimana, a partire da oggi, di duro lavoro probabilmente a porte chiuse per evitare reazioni ulteriori da parte dei tifosi e stare concentrati, ma al di là poi se si dovesse centrare o meno l’obiettivo che significherebbe fallire o meno i tifosi e tutti quanti vorrebbero vedere una squadra  che ci metta il triplo dell’impegno e attenzione quando scendono in campo nei secondi tempi e compiano uno sforzo in più venendo incontro maggiormente incontro alle aspettative dei tifosi che comprano il biglietto e si sobbarcano dei chilometri e avranno forse pure, senza ricorrere alla violenza, il diritto legittimo di critica? Ai posteri, anzi al ‘rettangolo verde’ così chiamato da quel direttore sportivo Ciro Polito che a Bari ha lasciato il segno e che per ironia della sorte sarà il prossimo avversario domenica prossima al “Ceravolo” di Catanzaro.
(Ph. SSC Bari).

Tess Lapedota


Pubblicato il 1 Aprile 2025

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