Cronaca

Maldarizzi Automotive, quarantacinque anni e non mostrarli

Intervista con il Cavalier Francesco Maldarizzi, Ceo di Maldarizzi Automotive

Quarantacinque anni e non mostrarli. Maldarizzi Automotive, vanto della nostra terra e sicuramente tra le realtà più prestigiose a livello nazionale, ieri ha festeggiato con entusiasmo e grande partecipazione il traguardo dei 45 anni di vita, con uno sguardo sul futuro. Il Quotidiano di Bari ha intervistato il Cavalier Francesco Maldarizzi, Ceo di Maldarizzi Automotive, colui che con saggezza e senso pratico (uniti a tanta competenza) ha fondato questa splendida realtà e l’ha portata al suo massimo sviluppo odierno.

Cavalier Maldarizzi, che cosa rappresentano 45 anni di vita della vostra attività?

“Abbiamo dato quello che si poteva e doveva, certamente in ogni cosa è possibile fare di più, ma mi ritengo soddisfatto, 45 anni tutti in costante e progressiva crescita. È uno stimolo a fare e pensare sempre meglio. Con la mente e con il cuore, ringrazio tutti quelli che lavorano per noi e con noi, quelli che sono andati in pensione, migliaia di dipendenti, ed anche quelli che ruotano e vivono dalla nostra attività, l’indotto, in tutta la Puglia e anche fuori”.

Che cosa l’ha colpita maggiormente?

“Lo lascio ovviamente dire agli altri e farsi i complimenti da soli sarebbe ingiusto ed anche da evitare. In ogni caso la nostra è un’azienda che si è sempre distinta per serietà e lungimiranza, premiata e lo dicono i fatti e le cifre, dalla fiducia costante dei clienti e degli utenti. Il vincolo di credibilità nelle attività imprenditoriali, è molto importante e noi con il lavoro e la fatica di ogni giorno, ci siamo riusciti”.

Non solo auto nuove, sia pur di marche e case prestigiose?

“In effetti noi non ci dedichiamo solo alle auto nuove di case importanti, ma anche all’ usato, ai ricambi e alle riparazioni, un mondo molto complesso. In ogni caso è bene distinguere, cosa che non sempre è chiara, che una concessionaria è cosa molto diversa da uno show room, ma questa differenza non sempre entra nella testa delle persone. Basta che ci siano due auto in esposizione e si parla, spesso a sproposito, di concessionaria”.

Parliamo e facciamo un tantino di storia della Maldarizzi?

“Questa azienda l’ho creata io nel 1979 e da allora di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia. Mi ascrivo equamente meriti e demeriti, in ogni caso siamo cresciuti, siamo andati avanti e possiamo dire che siamo un punto di riferimento non solo locale, se nel 2023 e nel 2024 il Corriere della Sera ci ha assegnato un Harward nazionale”

I lavoratori, del resto, si trovano a loro agio, siete una famiglia…

È importante che i dipendenti vivano ed operino in un ambiente sano e siano felici, rendono di più. Però è altrettanto basilare che abbiamo dai titolari e dagli imprenditori risposte chiare, direttive serie e credibili. Un’ azienda gestita male comporta scarso rendimento da parte dei dipendenti. Come il medico: se viene meno il rapporto di fiducia e di credibilità, il paziente non si trova a suo agio e non guarisce”.

Maldarizzi e Bari, un rapporto strettamente identitario…

“In effetti è così, dire Maldarizzi e dire Bari è la stessa cosa, siamo intimamente connessi con la città alla quale diciamo grazie”.

I suoi ricordi più belli?

“Tanti, ho avuto la buona sorte di vivere tante giornate importanti e ricche di gioia. In particolare, ne ricordo una: da sempre noi come Maldarizzi organizziamo convention itineranti, nella Puglia e fuori, connotate da accenti culturali. Una volta a Castel del Monte e Trani vi era tanta gente, così tanta che pensai ad un bagno di folla”.

Automotive in crisi?

“Alt. Tanti parlano di automotive e neppure sanno che cosa è. L’automotive si compone di tre componenti. Oggi chi è in lieve sofferenza sono i costruttori e non le concessionarie. Pensi che noi abbiamo chiuso il 2024 con uno 0, 4 per cento in meno, numero del tutto basso e non drammatico. Se si fossero usati toni meno apocalittici e meno terrore senza motivazioni, avremmo chiuso in netto attivo”.

Ottimista per il futuro?

“Certo che lo sono, da imprenditore”.

45 anni, traguardo o partenza?

“Il Signore mi e ci ha fatto vivere questi 45 anni molto bene, nella vita mai precludersi traguardi o ambizioni è assurdo. La mia risposta è che non abbiamo toccato un traguardo, ma una tappa. Pensiamo al domani”.

Bruno Volpe

 


Pubblicato il 24 Gennaio 2025

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