‘Mama’, due volte inafferrabile
Mama Marjas, al secolo Maria Germinario (classe ‘86), sarà in concerto domenica 27 a Taranto alle Officine Tarantine di via Di Palma per presentare ‘Mama’, il suo quarto disco. Promosso col sostegno di Puglia Sounds Record e Regione Puglia, ‘Mama’ è un concept album composto da dodici tracce che segna il ritorno dell’artista pugliese in sala d’incisione dopo tre anni d’assenza (il precedente ‘We Ladies’ risaliva la 2012). ‘Mama’, che è interamente cantato in italiano, fonde atmosfere latinoamericane, ritmi caraibici, ritmi afroamericani e alcune sorprese. – Maria, lei è nata a Santeramo ma nella sua formazione Taranto è stata determinante… . “E’ vero. Ho sempre avuto un rapporto privilegiato con questa città dal momento che mia madre vi è nata. A Taranto ho mosso i miei primi passi di musicista. La mia crescita culturale è andata in parallelo a quella umana. Il dramma del popolo tarantino, toccandomi, mi ha acceso una sensibilità libertaria ed ecologista che mi ha segnata come donna e come artista e che ha fatto di me un personaggio scomodo”. – Perciò va a Taranto a presentare il suo nuovo disco. – “E’ un ritorno. Ero già stata a Taranto con i 99 Posse il primo maggio dello scorso anno. In precedenza mi ero esibita persino al Rione Tamburi”. – La piazza, piuttosto che un contenitore altisonante come un Petruzzelli, è il luogo ideale per il suo reggae-rap di protesta. Porterebbe ‘Mama’ anche in Piazza San Pietro? – “Potendo, sì. Anche perché il primo a divertirsi sarebbe Papa Francesco, lo sento”. – Lei si definisce un personaggio scomodo, difatti non si fa scrupolo di fustigare chi se lo merita. Fra rabbia e ironia quale arma preferisce? – “Entrambe. Da sola, una qualunque delle due non basta. Senza rabbia e ironia non trovi ascolto in un paese chiuso e fondato sull’apparenza come l’Italia, dove la gente non si apre al mondo, si relaziona poco. Per esempio da noi il reggae è percepito non come musica straniera bensì come un genere ‘esotico’ e ciò a causa del fatto che il nostro tessuto sociale è rimasto indietro quanto a integrazione. Ma, dico, non veniamo tutti dall’Africa, non siamo tutti fratelli? Dobbiamo tanto a quel continente”. – Da dove nasce ‘Mama’? – “I primi tre dischi, ‘B-lady’, ‘90’ e ‘We ladies’ sono frutto di collaborazioni. ‘Mama’ risponde all’esigenza di mettermi alla prova. E’ la prima volta che firmo testi e musiche”. – Cos’è ‘Mama’, a chi è dedicato? – “E’ un disco che parla di me, è dedicato a tutti”. – Come classificarlo? – “E’ un problema che non mi pongo. Oltre che scomoda mi sento inclassificabile. Non riesco ad entrare nel sistema, non so pensare in termini commerciali. Di conseguenza le definizioni vanno strette alle mie cose”.
Italo Interesse
Pubblicato il 22 Dicembre 2015