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Manca da troppo il primario di Neuroradiologia al ‘Di Venere’: come mai?

Davvero troppo bravo quel primario che in poco tempo ha rimesso in moto un intero reparto ospedaliero, facendogli raggiungere ‘standard d’eccellenza’ con l’azzeramento delle consulenze esterne. Tanto bravo, forse, che è puntuale è giunta una sentenza del Giudice del Lavoro per farlo trasferire e tornare al punto di partenza, rendendo vano il lavoro di quasi un anno svolto nel reparto dove, appunto, operava prima del trasferimento. A denunciare quella che pare una storia da teatro dell’assurdo calata nel sempre più agonizzante sistema sanitario in Puglia sono stati Fulvio Italo Maria Fucilli e Giuseppe Calabrese del Partito Repubblicano con una lunga e puntigliosa missiva rivolta a vertici sanitari e amministrativi della Regione Puglia. I due politici baresi sono partiti, quindi, dallo stato di “empasse” in cui praticamente versa nuovamente la neuroradiologia interventistica del Presidio Ospedaliero “Di Venere” di Bari-Carbonara, rimasta sena guida. Una struttura unica nel suo genere, nata dopo vari anni di attesa e che finalmente da maggio dell’anno scorso, con l’arrivo del nuovo primario, aveva iniziato la sua attività portando l’azzeramento delle consulenze esterne (il solito, maledetto spreco di pubblico denaro) ed il raddoppio delle procedure interventistiche. Ma dopo la selva di ricorsi e controricorsi e di una sentenza del Giudice del Lavoro presso il Tribunale di Bari, il vincitore del concorso pubblico per primario, uno dei massimi esperti regionali di neuroradiologia interventistica, che in soli sei mesi aveva portato il servizio di neuroradiologia ai livelli di eccellenza a cui dovrebbero ambire tutti coloro che operano nel Servizio Sanitario Regionale, si ritrova a dover tornare al Policlinico come neo-assunto. Ed il servizio di neuroradiologia del ‘Di Venere’ ha pagato il prezzo più alto, finendo per essere pesantemente penalizzato dalla mancanza di una simile risorsa umana. Naturalmente fino a oggi quel posto di primario non è stato ricoperto e la situazione è ferma, anzi, tornata al punto di partenza, gettando dalla finestra il lavoro prezioso che aveva svolto quel primario per tutto il tempo che aveva potuto lavorare al ‘Di Venere’. “”Tutto questo a discapito dei malati che devono rivolgersi altrove””, annotano nella loro lettera trasmessa anche all’assessore pugliese alla Salute Fucilli e Calabrese, ragion per cui il Partito Repubblicano Italiano barese si trova costretto, ancora una volta, a scrivere ai ‘Signori’ che manovrano a piacimento la sanità pugliese. Per sottolineare quanto la stessa sanità pugliese sia capace di “”….efferati atti di autolesionismo”. Infine, opo le parole pesanti, le domande più urgenti e pressanti, quelle che farebbe qualunque persona che abbia a cuore l’unico bene che vale la pena di difendere, cioè la tutela della salute pubblica: perché non è stato ancora effettuato il concorso da primario?, e se il primario vincitore del concorso aveva superato il periodo di sei mesi di aspettativa prima della sentenza di annullamento del concorso,  non era possibile trattenerlo nei ranghi della dirigenza medica dell’Azienda Sanitaria di Bari, in modo da poter comunque affidargli la gestione del servizio (ex articolo 18 del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro dell’8 giugno 2000), continuando così comunque a fare l’interesse dei malati? La risposta, ai sensi della legge sulla trasparenza amministrativa e dunque entro e non oltre trenta giorni, a direttori generali e assessori. Gli stessi così bravi a bandire e aggiudicare i posti da primario negli ospedali e case di cura della Puglia ai medici e chirurghi più meritevoli e meno raccomandati….
 
Francesco De Martino
 
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 20 Aprile 2011

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