Cultura e Spettacoli

Mannaggia’ a mort!

In mezzo a tante Giornate di discutibile valore (del Sonno, della Lentezza, del Colore, del Sogno…) spiccano alcune di indubbio significato. E’ il caso della Giornata Mondiale del Teatro, che si celebra ogni 27 marzo dal 1962, anno in cui venne istituita dall’International Theatre Institute e dall’UNESCO. L’importanza della ricorrenza – accresciuta dopo il lungo stop pandemico che ha messo in ginocchio un praticante d’arte scenica su due – spinge ogni compagnia a conquistarsi uno spazio di ‘celebrazione’. Domenica scorsa, ad assicurarsi quello del Nuovo Abeliano è stata la compagnia Principio Attivo Teatro. Per l’occasione la Principio Attivo ha rispolverato una delle sue migliori produzioni, che ha più di dieci anni di vita, che vanta premi e circa cinquecento repliche in tutto il mondo : “Storia di un uomo e della sua ombra”, un testo scritto e diretto da Giuseppe Semeraro e dallo stesso interpretato con Dario Cadei e Leone Marco Bartolo (l’appuntamento si inseriva nella rassegna ‘Un teatro da favola’ organizzata dalla compagnia Teatrificio 22). Avevamo fatto conoscenza con questo spettacolo quando muoveva i suoi primi passi, il che avveniva a febbraio di dieci anni fa, in quel di Bitonto. Non lo abbiamo trovato ‘cresciuto’ per il semplice motivo che ‘Storia di un uomo e della sua ombra’ era già nato adulto. Una ‘anomalia’ che è frutto di un pensiero teatrale audacemente sincretico (e in questo genere di robe o parti alla grande o resti al palo). Non è di tutti i giorni incappare in un lavoro che raccoglie cose dall’arte di strada, la clowneria, il linguaggio del cinema muto, il teatro dell’assurdo, l’arte mimica e il cartone animato. Semeraro e compagni riescono nell’impresa non appiccicando elementi ma intersecandoli fino a cavarne un ordito drammaturgico di sorprendente coerenza. Il tema è quello dell’incontro dell’Uomo con l’Altro, la propria ombra, per esempio, oppure il personale predatore, la Morte in primis. Un tema che più tragico non si può immaginare, stante la spietata crudeltà dell’esistenza. Ma, come si dice, anche al morto si ride. E allora perché non provare almeno a sorridere dell’insensatezza di questo braccio di ferro vita/morte ? In ‘Storia di un uomo e della sua ombra’, il cui felicissimo sottotitolo è ‘Mannaggia ‘a mort’!, i due contendenti hanno nulla dell’enfasi – scultorea e pittorica soprattutto – con cui l’arte ha ritratto i due eterni avversari. Qui infatti l’Uomo è un omarino e la Morte un povero disgraziato senza casa che deve ricorrere a mezzucci per assicurarsi un tetto. Lo storico, enfatico contrasto, allora, può essere ridimensionato nei termini di una buffa pantomima in cui una solidarietà cameratesca avvicina sotto traccia i due Nemici. Il risultato è che ‘Storia di un uomo e della sua ombra’ seduce gli adulti allo stesso modo che bimbi e ragazzini.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 31 Marzo 2022

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