Cultura e Spettacoli

Maria, ultima rabdomante

Utilizzando una bacchetta a ipsilon, generalmente di legno, tenuta in orizzontale ed impugnata dalle biforcazioni, i rabdomanti individuano la presenza d’acqua nel sottosuolo. Conosciuta sin dal III millennio a.C. questa pratica non ha riscontro scientifico. I suoi praticanti spiegano il loro ‘dono’ in questi termini : percependo l’acqua, il corpo del rabdomante comincia a vibrare impercettibilmente ; reagendo a questa vibrazione la punta della bacchetta biforcuta si curva verso il terreno. Qualche volta ci azzeccano. In passato costoro godevano di un credito maggiore. Chissà in Puglia, questa terra avarissima d’acqua in superficie e proprio per questo più ricca delle altre nel sottosuolo, quanti rabdomanti vennero ingaggiati sino alla fine dell’Ottocento. Poi l’arrivo dell’acqua del Sele dovette rappresentare almeno qui da noi la fine dell’attività per tutti i rabdomanti. Quasi per tutti. Qualche rabdomante è rimasto. Ma non ‘esercita’ più. Fa altro. Nelle more, tuttavia, e solo per far contenti amici e conoscenti fiduciosi nel suo dono, torna a sondare terreni col suo preistorico cerca-acqua. Uno dei pochi rabdomanti di cui si abbia notizia in Puglia è una donna. Classe 1932, Maria Carmine vive a Borgo Giardinetto, un piccolissimo centro abitato equidistante tra Foggia e Troia. A scoprirla è stato Giuseppe Donatacci, che l’ha intervistata e ne ha filmato la – presunta – capacità (il video è visibile sul sito Amara Terra Mia). Maria Carmine non usa la classica forcella, bensì un ferro ricurvo a semicerchio con due prolunghe a novanta gradi che consentono di impugnarlo. Quando incontra l’acqua, il ferro reagisce. Una reazione diversa dal classico curvarsi verso il basso, tipico del bastoncino ad ipsilon. Nei pugni di Maria, che restano immobili come le braccia, il semicerchio in ferro comincia a ruotare, in avanti o all’indietro a seconda del corso dell’acqua. Che possa essere la donna ad imprimere il movimento con un’impercettibile movimento del polso sembra difficile. Tutto appare naturale, spontaneo, quasi irresistibile in questa dimostrazione fatta nell’ampio spiazzo recintato antistante la casa della Carmine. Ciò che più depone a favore della buona fede di questa donna sono i modi freschi, sicuri e caserecci. Maria non si ‘sente’, parla, spiega e mette in mostra la sua dote senza vantarsene, con la stessa naturalezza di chi impasta orecchiette, carda la lana o lavora al tombolo. Che dire? Gli scettici direbbero che in un’area dove sia geologicamente plausibile trovare acqua come la Puglia, basta noleggiare una potente trivella e perforare il terreno in un punto qualunque. Se non a cinquanta o cento metri, a cinquecento o al massimo a mille l’acqua zampillerà. Il rabdomante non dice mai a quale profondità è l’acqua.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 21 Ottobre 2017

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