Cultura e Spettacoli

Maschi contro donne

Dopo sette sillogi pubblicate e per le quali le sono stati riconosciuti premi, Marta Mizzi ha avvertito l’esigenza di passare al romanzo. Lo ha fatto con ‘Nel profumo degli iris viola’, edito qualche settimana fa da Nuova Palomar. Storia tragica, ‘Nel profumo degli iris viola’ racconta uno scontro fra universi. Da un lato la sola Lilla in nome di tutte le donne, dall’altro un marito, due amici e un amante (l’unione fa la forza) in rappresentanza del genere maschile. Scontato il risultato. Una vittoria che comunque non salva i vincitori da imputazioni pesanti. Ne consegue un processo morale la cui celebrazione procede sotto traccia per tutto il romanzo. Sotto la cenere scotta la brace  di un’arringa da PM. La Mizzi non risparmia i dettagli più scottanti, solleva sudari, esplicita cose, affonda le mani nello sporco senza risparmiare nemmeno la discarica dei luoghi comuni. Scontato anche qui l’esito del giudizio, che è senza appello. Pochissime le assoluzioni. E poiché non esiste sentenza che non obblighi il Magistrato a darne motivazione, ecco le 254 pagine di ‘Nel profumo degli iris viola’. Un libro duro, polemico, diretto, nel quale il fiato dell’autrice è ben percepibile. Senza fretta, la Mizzi intesse la sua storia sullo sfondo di una Toscana appena accennata. Procedendo su due strade in apparenza diverse e che nel finale convergono fino a svelare qualche mistero, l’autrice redige l’inventario della pochezza e della viltà maschile. Una redazione piuttosto scrupolosa. Talvolta si lavora di fioretto attraverso mezze frasi, allusioni e cose lasciate in sospeso. Altre volte, quando Cesare prende quel ch’è suo, si ricorre alla spada. Ma la Mizzi non disdegna la mannaia. Esemplari in proposito le pagine del cap. XVIII dove un qualunque spazzino, l’uomo che rinviene il corpo martoriato della povera Lilla, assurge a emblema di una mostruosità gratuita e da sesso ‘forte’. ‘Nel profumo degli iris viola’ ha sottintesi fini formativi. Se da un lato cerca di ridestare la coscienza di un universo maschile recidivo, ottuso e negazionista, dall’altro mette in guarda le donne contro i mimetismi e le trappole tese con astuzia implacabile dal nemico storico. Qui consigliamo la lettura del capitolo V nel quale, quasi un manuale d’autodifesa, si elencano le categorie da evitare : lo sposato, quello che ha appena divorziato, il marito traditore seriale, l’infelice controverso, l’indeciso, l’uomo di mondo, il divo, l’intellettuale, l’orsacchiotto di peluche e lo scollegato. Le classificazioni si fermano a dieci ma forse con un po’ di buona volontà e premendo ancora Freud e Jung possono saltarne fuori di nuove. Dicevamo in apertura di uno scontro tra universi. In ‘Nel profumo degli iris viola’ maschi lottano contro donne. Tutto qui. Latitano gli uomini, latitano le femmine.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 18 Novembre 2014

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