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Megalottizzazione al Libertà, altri silenzi dal Municipio

Comune di Bari e Municipio I ancora sotto scacco dopo la richiesta di chiarimenti inoltrata dall’ex consigliere comunale Carlo Paolini ai sensi della legge sulla variante al piano regolatore generale nel quartiere Libertà tra corso Vittorio Veneto, via Brigata Regina, corso Mazzini, via Napoli, via Ravanas. Una richiesta inoltrata a fine aprile tramite posta certificata (pec) che però, dopo un mese, è rimasta ancora senza risposta da parte del Municipio I, nonostante si tratti d’una lottizzazione di tutto rispetto ai margini del rione Libertà per realizzare palazzi alti una trentina di metri, appartamenti, ma anche uffici e scuole. Il tutto, giova ricordarlo, riveniente da un accordo di programma approvato nel lontano 2010 nell’aula consigliare del Comune di Bari tra Regione Puglia e lo stesso Ente Comunale per riqualificare quell’ampia zona semi-periferica con l’intervento della società Ferrotramviaria. Un intervento di rilevo, dunque, sul quale Paolini ha chiesto -come detto- chiarimenti del mancato parere (obbligatorio per legge, anche se non vincolante) rilasciato dal presidente del Municipio I. Un mancato parere che pesa parecchio per comprendere come mai, prima del provvedimento approvato un paio di mesi fa dall’amministrazione guidata da Antonio Decaro, il presidente del Municipio Leonetti non abbia espresso alcun parere sulla costruzione di una decina di palazzoni con altezza fino a 30 metri fino a 29 metri, rispetto ai 21 iniziali. La delibera consigliare di approvazione della variante passata a fine febbraio ha potuto contare su ventidue voti favorevoli e contrari una mezza dozzina coi consiglieri Cinquestelle, di Forza Italia, Lega e Movimento Cinquestelle. I consiglieri di Minoranza evidentemente considerano eccessiva la vera e propria ‘colata di cemento’ che potrebbe abbattersi sul quartiere Libertà approvata dai partiti guidati da Antonio Decaro, specie tenendo presente quei dati Istat che da tempo hanno evidenziato proprio a Bari un forte calo delle nascite, con i baresi che, oramai da anni, si spingono sempre più ad abitare nei paesi e comuni limitrofi. Dunque, a che serve costruire altri palazzoni tra via Brigata Regina e Corso Mazzini, in un’area già iper-abitata e afflitta da smog e carenza di verde pubblico? L’ex consigliere Carlo Paolini nutre anche più dubbi, visto che lui stesso, quando aveva votato quell’accordo di programma col partito democratico undici anni or sono aveva approvato un accordo di programma ben diverso ad quello attuale. Un accordo che prevedeva la parziale bonifica delle aree interessate, recuperando attraverso le ristrutturazioni l’edificato esistente e incrementando i servizi per il quartiere. Adesso invece la delibera approvata due mesi fa pare aver mutato radicalmente tutto questo e il passo indietro del Municipio 1 che non ha espresso alcun parere, ma che sta cercando di approfondire eventuali responsabilità all’interno dei propri uffici sembra confermare anche altri dubbi espressi da cittadini e comitati di quartiere. Ad esempio, quelli sulla distanza minima dal mare di quei nuovi immobili che anche stavolta potrebbe non essere rispettata. Facendo materializzare fantasmi che a Bari hanno condotto a contenziosi infiniti, danni milionari a carico dei contribuenti e soprattutto portato l’odore brutto della dinamite, nel rapporto tra Città e il mare…

Francesco De Martino


Pubblicato il 1 Giugno 2021

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