Cronaca

Melini vs Galasso: “Caro assessore, lavoriamo per la città senza barare”

La consigliera comunale Irma Melini (Gruppo Misto) non ci sta a sembrare una che alza polveroni per farsi pubblicità. Specie se si parla di storture urbanistiche in quartieri come Fesca-San Girolamo che da sempre aspettano d’essere riqualificati. E che l’Amministrazione Civica ha promesso di rifare, col lungomare “….più bello d’Europa”. <<A questo punto sento il dovere di spiegare, spero con chiarezza, le omissioni perpetrate da quest’Amministrazione a danno di Fesca-San Girolamo, soprattutto alla luce delle repliche inconsistenti dell’assessore Giuseppe Galasso>>, attacca senza tema di altre smentite Irma Melini.

 Allora consigliera, da dove cominciamo?

 

<<L’assessore ai Lavori Pubblici si è preoccupato solo di accusarmi di “dichiarazioni da campagna elettorale” con alle spalle un comitato di quartiere politicizzato, senza considerare che la sottoscritta fa politica così da qualche lustro, relazionando in questo caso con atti raccolti in tre mesi di approfondimenti, mentre il Comitato esiste da due anni, dando una mano all’assessore Petruzzelli per la raccolta differenziata>>.

 

Per favore, entriamo in questi benedetti interventi a Fesca e San Girolamo…

 

<<Il 20 dicembre 2007 l’Istituto Autonomo Case Popolari (I.A.C.P.), oggi A.R.C.A., sottoscrive con la Regione Puglia e il Comune di Bari un Accordo di programma per la rigenerazione urbana del quartiere san Girolamo a Bari. Gli interventi previsti prevedono opere per oltre 60 milioni di euro e sono determinanti per migliorare il volto della zona popolare di San Girolamo e la viabilità interna, proprio alla luce della sua potenziale espansione urbanistica. Parliamo di 530 alloggi (fra edilizia residenziale pubblica e privata); opere di urbanizzazione primaria, viabilità, parcheggi, spazi pubblici attrezzati; interventi edilizi inseriti nel programma triennale opere pubbliche del Comune per le annualità 2007-2009 finalizzati ad opere di urbanizzazione primaria e secondaria. Per quanto attiene a questi interventi, di fatto inseriti solo come previsionale nel Piano triennale del 2010, si parla di “adeguamento Strada san Girolamo” per 1 milione di euro; “adeguamento via Corrado” per 600 mila euro; nonché per il “rifacimento del manto stradale e la realizzazione dei marciapiedi di Strada San Girolamo, via De Fano, via Grimaldi, via Viviani” per 1 milione e mezzo di euro. Queste sono tre opere programmate nel 2007 e deliberate nel 2009 e 2010 dal Consiglio comunale per le necessarie varianti urbanistiche con tanto di progetti preliminari e definitivi volti anche all’apposizione del vincolo di pubblica utilità necessario agli espropri. Tre opere che, insieme al “miglioramento fognario acqua bianca San Girolamo” per 1.706.969,84 euro, alla “realizzazione rete viaria principale e di servizio, sottoservizi e sistemazioni esterne nell’ambito del programma di rigenerazione urbana di san Girolamo” per 2.789.843,64 euro e allo “studio di fattibilità per il lungomare IX Maggio” per 150 mila euro, sono sarebbero dovute essere finanziate con 7.746.853,48 euro “già assegnati – nel 2007 – al Comune di Bari”. Dopo dieci anni ho scoperto che questa Amministrazione è colpevole di aver fatto scadere nel 2015 la pubblica utilità apposta dalle tre delibere di Consiglio del 2009 e 2010, condannandoci a rifare tutto l’iter. Questo lo ammette sibillinamente anche Galasso, ma soprattutto lo affermano le note inviate dalla Stazione Unica Appaltante, nelle persone di Lupelli, Merra e Bavoso, che dal 2013 al 2016 hanno sollecitato senza ottenere alcuna risposta proprio dalla Ripartizione Lavori pubblici di Galasso>>.

 

Sono accuse pesanti, ma che scopo far scadere termini e ribaltare iter procedurali?

 

<<C’era “interesse circa il proseguimento del procedimento espropriativo”? Quali sono le “modalità di finanziamento delle opere in questione”? Così scrivevano solerti Uffici comunali a cui nessuno ha inteso mai rispondere. Galasso parla di “rifare” l’iter in Consiglio come se fosse una banalità, eppure in un paese civile un Assessore colpevole del rifacimento di un iter così lungo dovrebbe tornare a casa. In questa Città, invece, vale tutto, anche negare l’evidenza e addurre giustificazioni del tipo “lunga fase di stallo sull’accordo di programma”, mentre i baresi dovrebbero sapere che uno speculare accordo di programma quello del PRIU di Japigia, sempre sottoscritto fra IACP, Regione e Comune nel 2007, è stato finanziato e portato a termine, salvo per i 3 giardini la cui responsabilità è sempre di questa Amministrazione. Due pesi due misure? I quartieri sono diversi? Chi paga queste negligenze e le false promesse delle campagne elettorali? In conclusione, l’Assessore, invece di attaccare sul personale chi racconta la verità dovrebbe rispondere nel merito delle osservazioni: io con il Comitato ho chiesto che entro i primi sei mesi del 2018 il Consiglio comunale sia chiamato a rivotare l’apposizione del vincolo di pubblica utilità (scaduto nel 2015) così da avviare finalmente le procedure di esproprio e, quindi, il rifacimento della viabilità del Quartiere, almeno per quanto attiene la sicurezza dei pedoni (trequarti del quartiere non ha i marciapiedi).

 

Cosa vogliono ora in quelle aree l’Opposizione e Irma Melini?

 

<<Chiediamo di finanziare questo Accordo quadro su San Girolamo con la somma che “avanza” dal PRIU di Japigia. Durante gli approfondimenti, infatti, ho anche appreso che l’identico Accordo quadro su Japigia aveva la medesima somma, ben 7.746.853,48 euro, già interamente finanziata grazie all’anticipo di cassa della Regione, e che a maggio scorso il Ministero ha finalmente accreditato al Comune di Bari come rimborso dovuto alla Regione Puglia. Ecco, siccome questi soldi per questa Amministrazione sono una mera “partita di transito” perché sembrerebbe che la Regione abbia chiesto che siano accreditati ad ARCA per altre opere a livello regionale, noi chiediamo che il Comune di Bari interroghi a sua volta la Regione e Arca per utilizzare questi soldi per finanziare finalmente l’Accordo quadro su San Girolamo. Credo, con grande umiltà, che queste due semplici richieste meritassero altrettanto semplici risposte. Consideriamo, anche, che l’Assessore Galasso da sempre giustifica le mancate opere con la scelta di evitare la contemporaneità di più cantieri su San Girolamo e Fesca: a tal proposito mi sembra evidente che avrebbero dovuto prima allargare Strada San Girolamo e rifare la viabilità interna, poi bloccare il quartiere con la chiusura e i lavori del Waterfront. Comunque, rifare l’iter da zero non vuol dire ritardare un cantiere, ma rischiare come si vede di non aprirlo mai. Infine, sulla questione balneabilità della nuova spiaggia inaugurata da Decaro a luglio scorso preciso, carte allegate, che è l’ARPA Puglia che mi scrive che non è possibile effettuare l’analisi delle acque perché non balneabili. Non sono io a dire che le acque non sono balneabili. Sarebbe ora d’attivarsi affinché sia l’Agenzia regionale – su richiesta del Comune – a verificare la salubrità delle acque. D’altronde, le continue segnalazioni dei residenti che denunciano chiazze di acqua marrone in corrispondenza dello scarico del depuratore della condotta Bari-Ovest, nonché la presenza del vicinissimo canalone, avrebbe dovuto preoccupare prima di tutto l’Assessore e poi me. Concludo con una buona notizia: mi ero preoccupata anche di chiedere l’allungamento dello scarico della condotta Bari Ovest, ma l’Acquedotto Pugliese ha già messo a gara il suo prolungamento fino a 2 km. Queste sono le notizie che interessano i cittadini e non certo gli attacchi politici fra eletti e nominati>>.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 3 Novembre 2017

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