Cultura e Spettacoli

Melo non frenò la lingua

Nei primi anni dell’XI secolo nelle mura di Bari, vicino ad un torrione di difesa posizionato nei pressi del Castello si apriva la Porta Nova, come suggerisce un passo della notissima cronaca dell’Anonimo Barese. Nei pressi di questa porta, in un imprecisato giorno del 1057, stando a quanto si ricava da un documento conservato nell’archivio pergamenaceo di San Nicola e consultato dal solito Vito Melchiorre, sarebbe successo quanto segue : Mentre un certo Adralisto schierava un reparto militare davanti alla porta in questione, un tal altro Geronimo lasciava spalancata la porta della propria abitazione, posta nei paraggi. Il gesto veniva deplorato da un certo Melo, figlio di Kaloiohanne. In un secondo momento, in chiesa, Melo, posta la mano sui Vangeli, giurava solennemente che mai si sarebbe permesso di ripetere quel suo apprezzamento ; diversamente, si sarebbe impegnato a pagare a Geronimo “trenta soldi d’oro”. L’impegno addirittura coinvolgeva persino i discendenti di Melo… Per un uscio lasciato aperto si arriva a tanto? Cosa c’è alla base di questa stringata notizia? Melchiorre, che ricostruisce l’episodio sulla base del documento che attesta la pubblica ritrattazione di Melo, non esclude un qualche “antico rito che allo stato delle ricerche sfugge ancora alla nostra conoscenza”. Se per rito si intende un’usanza non religiosa, possiamo immaginare questo : Ogni sera, al tramonto, davanti a quella porta, all’interno dell’abitato, si teneva una breve cerimonia equivalente al moderno ammaina-bandiera. Anche quella sera, e agli ordini del Capitano Adralisto, un reparto schierato stava presentando gli onori secondo l’etichetta militare del tempo mentre le sentinelle di guardia chiudevano l’ingresso. Come espressione di gratitudine verso chi si adoperava per la sicurezza collettiva, era d’uso fra i baresi le cui case si affacciano sul Largo della Porta (chiamiamolo così) chiudere per un momento gli usci. Una consuetudine, non un obbligo. E difatti quel Geronimo non si curò di chiudere. Melo, che forse aveva in antipatia Geronimo, notata la ‘mancanza’, la biasimò con parole pesanti in presenza di testimoni. Un’imprudenza. Nella piccola Bari del tempo non passava inosservato uno starnuto, figurarsi un insulto. Quando la cosa gli giunse all’orecchio, Geronimo fece ricorso alla Giustizia : Che Melo ritirasse pubblicamente quanto detto oppure sarebbero stati guai. La Giustizia gli diede ragione. Di qui il mea culpa di Melo in presenza di testimoni (il Capitano Adralisto e i messeri Alfarano, Giovanni, Nicola e Romoaldo). L’atto venne sottoscritto in una chiesa “dedicata a tutti i Santi e fatta edificare da Teudelmanno”.

 

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 23 Febbraio 2017

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