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Mennea voce fuori dal coro per i successi del Pd alle recenti amministrative

Sicuramente quella del consigliere regionale dem Ruggiero Mennea di Barletta è una delle voci fuori dal coro più autorevoli nel Pd pugliese a guida Marco Lacarra, con il protettorato del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che verosimilmente è il vero “dominus” politico del partito di Enrico Letta nella nostra regione. Infatti, ai canti trionfalistici dichiarazioni rilasciate del governatore Emiliano e ancor più, forse, dallo stesso Lacarra, per i successi conseguiti dal centrosinistra e, più in particolare dal Pd, alle amministrative pugliesi della scorsa domenica, si contrappone una riflessione critica del consigliere regionale Mennea sulle recenti elezioni comunali di Barletta che, dopo Taranto, in Puglia è stato il secondo centro più importante interessato al rinnovo del Consiglio comunale ed all’elezione del sindaco. Una realtà, quella barlettana, per la quale – come si ricorderà – c’era stato anche un tentativo di intervento della segreteria nazionale del Pd che, trattandosi di un Comune capoluogo di provincia, aveva chiesto che per la scelta del candidato sindaco e, quindi, per la composizione della coalizione del centrosinistra fosse innanzitutto rispettato il progetto politico di “campo largo” concordato a livello nazionale dal segretario Letta con tutte le altre sigle politiche del centrosinistra (Sinistra Italiana, Azione, Italia Viva, ecc.) d’intesa anche con il M5S di Giuseppe Conte e Beppe Grillo. Un “campo largo” che – come è noto – a Barletta, contrariamente a Taranto, non c’è stato e con la conseguenza che, alla luce ei risultati elettorali, il centrosinistra nella Città della disfida, pur potendo eleggere un candidato sindaco al primo turno, è andato al ballottaggio con la candidata del Pd, Santa Scommegna, tra l’altro neppure in posizione di vantaggio rispetto al rivale di centrodestra, Cosimo Cannito, che al secondo turno potrebbe risultare forse favorito proprio a causa del naufragato “campo largo” auspicato da Letta fin dal primo turno. Ma vediamo le riflessioni rilasciate dal consigliere regionale Mennea sul voto di domenica nella sua città. “L’analisi del voto delle elezioni amministrative di Barletta – secondo l’esponente dem in aperta polemica su questo tema con i vertici locali (cittadino e regionale) del suo partito – mette a nudo il fallimento delle scelte compiute dal Pd barlettano e conferma tutte le perplessità e le critiche avanzate da tanti” e lui tra questi. Infatti, riferisce Mennea con la stessa nota: “Il 15% degli elettori che hanno votato le liste della coalizione guidata dal Pd hanno scelto di votare un candidato sindaco diverso da Santa Scommegna, il che la dice lunga sul reale bisogno di primarie del centrosinistra, negate dalla segreteria cittadina, che ha invece imposto, con la decisione di pochi intimi e manovrata da Bari, una candidata che, alla luce dei fatti, non era gradita al popolo del Pd”.  E, scendendo ancor di più nei dettagli, Mennea riferisce anche che a Barletta il Pd a queste amministrative ha ottenuto “solo 1.000 voti in più del 2018, pur avendo imbarcato tutti i transfughi che in occasione delle scorse elezioni amministrative avevano abbandonato il partito per candidarsi ed essere eletti nella coalizione di Mino Cannito e che oggi” invece “si ergono moralisti della coerenza politica”. E “di contro, – ha rilevato ancora Mennea – il partito perde 4.500 voti rispetto alle elezioni regionali del 2020”. Per poi fare il paragone con Taranto, dove – ha commentato l’esponente regionale barlettano – le scelte sono state compiute in linea con quelle nazionali” e “la coalizione del centrosinistra ha stravinto al primo turno e il Pd ha ottenuto oltre il 19% dei voti” contrariamente a Barletta, dove il partito di Letta, che “alle ultime regionali aveva ottenuto il 27,81% dei consensi”, alle recenti amministrative “non ha raggiunto il 14% dei voti!”. E, dopo aver esternato un rammarico per il mancato conseguimento del seggio da parte del M5S, (che a Barletta ha corso da solo con un proprio candidato sindaco) ed un plauso all’altro candidato sindaco di centrosinistra, Carmine D’Oronzo, alternativo a Scommegna del Pd, Mennea in vista del ballottaggio del 26 giugno prossimo ha dichiarato: “è indispensabile fare delle scelte che hanno come unico obiettivo l’interesse di Barletta e quindi i cittadini dovranno analizzare il percorso professionale, morale e politico dei due candidati e compiere in tal modo la scelta migliore per la collettività”. Insomma, nessuna presa di posizione contraria da parte di Mennea, ma neppure apertamente a favore della candidata dem che si contenderà con Cannito la fascia tricolore dei prossimi cinque anni a Barletta. In fine, Mennea ha concluso l’analisi del voto nella sua città affermando che l’esito delle urne ha dimostra che a Barletta invece di attuare la linea politica nazionale del “campo largo” è stata attuata la linea politica dell’orticello arido. E la responsabilità di aver disintegrato il centrosinistra, che unito avrebbe potuto vincere al primo turno, secondo lo stesso Mennea, “è imputabile esclusivamente alla segreteria regionale e cittadina”, rilevando: “Abbiamo disorientato i nostri elettori ed è auspicabile che ci sia un cambio radicale perché, dopo questo risultato fallimentare, è giusto cambiare la guida del Pd barlettano e pugliese”, perchè  – a suo stesso dire – “la guida del partito provinciale si è già dileguata da tempo e, di fatto, non esiste più, anche se nessuno se n’è accorto. Basti pensare che è risultata la più suffragata una candidata di una lista civica rispetto ai grandi personaggi candidati del Pd, e solo questo dovrebbe bastare per decretare il fallimento di una linea politica e di una dirigenza che non ha più nulla da dire e da dare alla comunità barlettana. Ora cambiano campo e ricominciamo ad arare un terreno più fertile che dia frutti sani e rigogliosi”. Insomma, il consigliere regionale Mennea più drastico e chiaro di così nei confronti dei vertici politici barlettani e regionali del suo partito, il Pd, forse non avrebbe potuto essere.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 16 Giugno 2022

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