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Mentre Emiliano sfoglia i “curricula” per i capidipartimento, piovono altri rinnovi

Carriere, promozioni e soprattutto rinnovi degli incarichi dirigenziali sempre più facili, anche nella Regione targata Emiliano. Dove, dopo un paio di contratti-apripista rinnovati a due dirigenti dall’ufficio della presidenza del Consiglio di via Capruzzi appena dieci giorni dopo le elezioni del 31 maggio scorso, pur avendo scadenza dicembre di quest’anno, l’impavida dirigente al Personale senza farsi troppi scrupoli ha con tanto di determinazione (n. 22 del 15.9.15) rinnovato al dott. Giovanni Tria l’incarico di direzione affidatogli a fine 2012. Ancora una volta con una fretta che ha messo subito in allarme i sindacati autonomi  del C.S.A. e i consiglieri 5 stelle Laricchia, Barone, Bozzetti, Casili, Conca, Di Bari, Galante e Guarini. I quali, pur non mettendo “in discussione le professionalità in causa”, vorrebbero capire se è vero che è stato rinnovato l’incarico al funzionario poco prima di lasciare il suo stesso incarico e quali dunque, possano essere le motivazioni alla base di tali scelte. Nella determina  – continuano i 5 stelle – si giustifica la necessità con le ultime disposizioni del decreto Delrio dello scorso anno, in materia di riordino di Enti Locali, per il quale, però, è stato già costituito un Osservatorio apposito, inoltre non è nemmeno indicata la durata del contratto a tempo determinato”. Una fretta che sembra ripetersi ciclicamente nell’ente, come quella che chiuse il 2012 negli uffici del Personale alla Regione, in via Celso Ulpiani: a dicembre, infatti, scoccavano le ultime ore per determinazioni e delibere con oggetto promozioni e, soprattutto, assunzioni nell’organigramma dell’Ente governato per la seconda (e ultima) volta da Nichi Vendola. Dove, e non ci voleva molto a prevederlo, si sono trovati a scalare i vertici dirigenziali giovani-vecchi allevati, cresciuti e pasciuti a suon di <> e <>, premiati con qualche altro membro di partito, naturalmente alleato, a dimostrazione che non è cambiato proprio niente da quando, a imporre la “nomenclatura” negli enti pubblici, erano omini e vertici di patito. Gli stessi, tanto per intenderci, che con garofani, colombe bianche e falci e martelli sugli stemmi comanda(va)no indisturbati da sempre. Altro che curricula….Ma torniamo a quell’informata di promozioni ai vertici della dirigenza regionale che vedeva sempre protagonista la dottoressa Mimma Gattulli, responsabile del Servizio Personale pronta già allora ad adottare la determinazione dirigenziale n. 814/2012 per l’acquisizione di due dirigenti destinati all’Ufficio Affari e Studi Giuridici e all’Assistenza agli Organi del Consiglio Regionale. Anche questo un avviso finito nel mirino di un altro sindacato autonomo che, alla dirigente, chiese senza troppi risultati di chiarire se, prima di pubblicare quell’avviso, avesse provveduto a verificare la presenza di professionalità dirigenziali interne, per l’affidamento di quei due incarichi. Che, verifica o non verifica, uno fu assegnato a Domenico De Giosa, già funzionario con tanto di ‘Alta Professionalità’ in qualità di segretario del dirigente ai Lavori Pubblici, improvvisamente trasferito in via Capruzzi, a dirigere un Ufficio completamente nuovo per lui, nel Consiglio guidato da Onofrio Introna (che glielo ha rinnovato fino almeno fino al 2017 a giugno, in pieno regime di ‘ordinaria amministrazione’ dopo le ultime elezioni. Per Giovanni Tria invece, già Sindaco di Acquaviva delle Fonti ed ex coordinatore della segreteria barese PD, in quel lontano 2012 venne creato un bell’Ufficio ‘ad hoc’, che aveva il delicato compito di dirigere amministrativamente le elezioni. Ed ora è sempre a lui che la Gattulli rinnova l’incarico, di cui ora i grillini pretendono spiegazioni direttamente dal capo della giunta Emiliano. Ma, tornando a un passato che si ripete come i ricorsi presentati a Tar Puglia e Consiglio di Stato da una ventina di vincitori-idonei di concorso fin dal 2009, il pezzo forte di quel fatidico dicembre 2012 fu la nomina del ricercatore barese Annibale D’Elia, dal 2007 al servizio della Regione. Carriera rapidissima per D’Elia, elemento di spicco nello staff del programma per le politiche giovanili <>, ormai pronto a mettere radici definitivamente nell’ente dopo aver sottoscritto un bel contratto triennale da dirigente, anch’esso in scadenza a dicembre e pronto al rinnovo, molto probabilmente, nei prossimi giorni, in barba alle sentenze della Corte Costituzionale e leggi dello Stato che prevedono l’obbligo del concorso per mettere piede nell’amministrazione pubblica. Hai voglia l’algido e non certamente di parte ‘Sole 24 Ore’, a scrivere che alla Regione Puglia <<…per legare a doppio filo direttori d’area agli assessori e al governatore, si è creato un modello organizzativo a cascata. Un modello in cui tutte le figure sono legate le une alle altre da uno strettissimo legame fiduciario: il governatore sceglie l’assessore che a sua volta individua il direttore d’area. Quest’ultimo seleziona il dirigente di servizio, che ha potere di firma sugli atti e quindi un ruolo strategico e che propone il collega dirigente di ufficio>>. Tutto questo, bisogna ammetterlo, in una fitta ragnatela di rapporti piramidali che nella Regione Puglia rassomiglia tanto a quelli tra vassalli, valvassori e valvassini, umili e fedeli servitori dell’imperatore-faraone. Ma guai a usare questi termini o a chiedere spiegazioni direttamente al sempre più accidioso Michele Emiliano, troppo impegnato a spulciare centinaia di ‘curriculum vitae’ per non sbagliare nelle nuove nomine. Magari gli sfugge qualche altro ex esponente della vecchia Margherita….

 

Francesco De Martino 


Pubblicato il 24 Settembre 2015

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