Cultura e Spettacoli

Meravigliosa Alda

Portare Alda Merini in teatro per raccontarne il lato umano, però solo lambendone il cosmo poetico… Per nulla facile. Un giovanissimo Antonio Sebastian Nobili ci prova.  ‘Dio arriverà all’alba’ è spaccato domestico della ‘poetessa dei Navigli’. In un ben riprodotto interno popolare che si segnala per il disinvolto disordine (una parete raccoglie versi, appunti, numeri di telefono e disegnini quasi la pagina di un’agenda), a più riprese mette piede Paolo, un giornalista che si presenta a intervistare Alda. E’ la Merini della celebrità, la donna che egli incontra, una donna invecchiata precocemente, eccentrica, sorniona, lunatica, generosa, imprendibile, fumatrice seriale. Alda Merini sprizza poesia già dallo sguardo, che spinge lontano mentre aspira dall’immancabile sigaretta con non cercata eleganza. Come non volerle bene, malgrado limiti solari? E difatti gliene vuole il medico che si reca ad implorarla di non trascurare la salute, gliene vogliono Anna. la giovane vicina di casa che l’assiste, e Arnoldo, un giovane scrittore che bussa per essere ospitato. Agli adulti si aggiunge una candida figura di bimba con cui solo Ada interagisce. E’ costei la proiezione della bimba che la stessa Alda non poté essere, soffocata da una madre distante e altera? Forse. La creatura svolazza lieta come un putto, mentre sullo sfondo sboccia l’amore tra Anna e Arnoldo e una profonda sintonia spirituale s’instaura tra Paolo e Alda. ‘Dio arriverà all’alba’ è opera delicata che Nobili realizza muovendosi con senso dell’equilibrio tra spunti buffi e squarci d’Infinito, quest’ultimi aperti dai pochi versi della Merini che il testo considera. Sommessi accordi di pianoforte (lo strumento preferito da Alda) intervallano una messinscena i cui accenti freschi velano la sostanziale malinconia di fondo. E tale languore non trae linfa dal ricordo di giorni passati in manicomio, ma dal ricordo di Emanuela, Barbara, Simona e Flavia, le figlie da cui la Merini dovette staccarsi per forza di cose. Una messinscena accolta con grande entusiasmo dalla platea del Piccolo-D’Attoma, dove domenica scorsa lo spettacolo è stato in cartellone. Notevole il contributo di Antonella Petrone, più che convincente nei panni di un personaggio dalla personalità debordante. Accanto a lei hanno raccolto meritati applausi Valerio Villa, Davide Fasano, Alberto Albertino, Virginia Menendez e Sharon Orlandini. Hanno collaborato a vario titolo Margherita Caravello, Paolo Marzo, Fabio Pesaro e Mary Ferrara. – Prossimo appuntamento al Piccolo-D’Attoma, venerdì 10 maggio (h 21:00) con ‘Le Due Vergini’, un testo di Giovanni Gentile, diretto dallo stesso e interpretato da Barbara Grilli e William Volpicella (produzione Collettivo Teatro Prisma).

Italo Interesse

 


Pubblicato il 8 Maggio 2019

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