Cultura e Spettacoli

Meravigliosi Negramaro

Suoni a palla, teloni che cadono alle spalle di un’astronauta che saluta il pubblico, e soprattutto un palasport che ha registrato il tutto esaurito. Questo lo scenario della prima delle due date del “Casa 69 tour” che martedi’ sera ha fatto tappa al Papaflorio di Bari. I ragazzi entusiasti hanno urlato e cantato dal primo all’ultimo brano, di una scaletta perfetta e senza alcuna piega. Bravissimi Sangiorgi e Co., la strada fatta in questi anni li ha maturati  e resi dei grandissimi musicisti. Lo spettacolo è calibrato alla perfezione, il palco di dimensioni galattiche è sormontato da un grandissimo impianto luci e da innumerevoli schermi che alzandosi e abbassandosi hanno trasmesso le immagini della band e video senza sosta. E senza alcuna sosta per oltre due ore i Negramaro hanno dato davvero il meglio di sé.  “Sing-hiozzo” apre lo show e il pubblico di si trova davanti a megaschermi che trasmettono le immmagini della band nascosta dietro gli stessi, quasi a voler contestare la poca comunicazione che c’è oggi. Il pubblico accetta la sfida e canta con loro, del resto ha atteso da marzo scorso, quando a causa di un problema allo stesso Sangiorgi fortunatamente risolto, salto’ l’intero tour. Subito dopo “Se un giorno mai” brano favoloso e che viene aperto da un urlo di Giuliano che saluta il pubblico e lo invita a ballare e a cantare con lui. Il pubblico non solo barese, ma accorso da ogni parte della regione lo acclama, e in un unico coro cantano con lui a ruota “Mentre tutto scorre”, “Quel matto son io”. Sangiorgi scompare per riapparire subito con un frac e cilindro per  rendere omaggio a Domenico Modugno con la splendida reinterpretazione di “Meraviglioso”. Due note su questo brano: la canzone è da sempre splendida e i Negramaro l’hanno reinterpretata in maniera magistrale. Arriva il momento della giustissima contestazione verbale da parte di Giuliano che introducendo “Londra brucia” urla contro tutti coloro che si sono resi responsabili delle vittime del disastro che ha colpito il nord, e lo fa sottolineando che non è un messaggio politico il suo ma un messaggio umanitario.  Subito dopo “Teatro 69” progetto che i Negramaro stanno portando in giro in Italia insieme a questo tour fortunato e che sta vedendo avvicendarsi sul palco attori noti e non che stanno lottando per i loro diritti. A Bari è stata la volta di Michele Placido che oltre a recitare il testo del copione ha anche  espresso il suo disappunto su quanto è successo al nord ed ha ringraziato i tantissimi volontari che stanno lavorando per dare una mano alla povera gente colpita. Lo show si chiude con “Apollo” e “Voglio molto di più”. I Negramaro sfiniti salutano e abbandonano il palco per qualche minuto ma il pubblico li acclama, li reclama e vuole ancora ascoltarli. Ed eccoli risalire sulle note di “Io non lascio Traccia”. Sul palco di Bari i Negramaro erano a casa e la loro carica ha regalato uno show indimenticabile e quando dopo “E’ tanto che dormo” e “Basta cosi’” eseguita con il solo piano, hanno salutato il palco con l’ultimo brano “Parlami d’amore”  il pubblico li ha osannati con un ultimo enorme grande applauso.  Tra la folla che li ha ascoltati c’era anche qualche collega dei Negramaro, tra i tanti si intravedeva una testa riccia, la testa riccia più amata dagli italiani per la sua affabilità e cortesia, nonché la sua musica, professionalità e modestia, Caparezza.
Nicola Violante


Pubblicato il 10 Novembre 2011

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