Mercanti e pirati nella Puglia dell’età del bronzo
La scoperta del bronzo caratterizzò il segmento storico compreso grosso modo tra il 3500 e il 1200 avanti Cristo. In Puglia quel periodo segnò ripetutamente il territorio attraverso una serie di insediamenti. Tredici di questi fiorirono lungo le coste adriatiche e ioniche. Tali villaggi si distribuirono su quattro aree distinte : la garganica (Torre Mileto, Punta Molinella, Punta Manaccore, Coppa Nevigata), la nord-brindisina (Mola di Bari, Egnazia, Torre Guaceto, Apani), la basso-salentina (Roca, S. Maria di Leuca) e la tarantina (Torre Castelluccia, Porto Perone, Scoglio del Tonno). Rinvenimenti archeologici consentono di stimare alto il livello di vita di queste comunità. Il quale benessere sembra collegato a possibili contatti con le opposte sponde dell’Adriatico e dello Jonio. Chi abitava questi insediamenti? Si pensa a comunità demograficamente cospicue e ben articolate sul piano sociale. A farlo pensare è la presenza comune di resti di mura elevate a difesa di villaggi di capanne. Costruire mura richiedeva l’impiego coordinato di molti uomini, forse compattati da ripetuti legami parentali, nonché la presenza di ‘teste pensanti’. Possiamo immaginare allora piccole società gerarchicamente organizzate la cui prosperità era nell’ambizione di una scelta che le differenziava dai micro cosmi presenti nell’entroterra, costretti invece a vivere dei frutti incerti dell’agricoltura, della caccia o della pastorizia. Questi nostri progenitori ‘rivieraschi’ avevano capito che, a parte i rischi della navigazione, un’attività di scambio assicurava maggiori ricavi. Ricavi che venivano assicurati proprio dall’esistenza di queste meno fortunate comunità dell’entroterra, che facevano da ‘committenti’ per questo o quell’altro ‘articolo’. Ma siccome epidemie e carestie potevano trasformare preziosi ‘clienti’ in temibili avversari, ecco la necessità di avvolgere di mura il villaggio, stante peraltro il pericolo di altre comunità : quelle nomadi o composte da pirati. Attenzione però a parlare di pirati. Come escludere che anche questi nostri progenitori non praticassero la pirateria? Una cosa che non escludeva automaticamente l’attività terziaria, ovvero lo scambio di beni. Forse, mentre carichi di mercanzie facevano la spola tra il Gargano e la Croazia o tra il basso Salento e le isole greche, questi rudi marinai-mercanti non disdegnavano assalire e depredare imbarcazioni o sbarcare da qualche parte e fare razzia. Un fenomeno affatto infrequente in passato (per i Fenici era la norma). In conclusione, se il furto è l’anima del commercio, si può dire che già tra il secondo e il primo millennio dell’era precristiana, la Puglia si annunciava come terra a forte vocazione mercantile. – Nell’immagine la ricostruzione di una capanna dell’età del bronzo.
Italo Interesse
Pubblicato il 22 Settembre 2017