Cultura e Spettacoli

Mettere al bando il passato

 
 
Edward Bond (classe 1934) è uno dei più scomodi drammaturghi britannici. I testi ‘acidi’, l’impossibilità di alleggerirli della carica aspra che li connota gli hanno procurato non poche critiche. Resta comunque un autore di culto per il coraggio e l’originalità con cui denuncia una società che, già violenta e immiserita, promette in futuro di abbrutirsi ancora. Nasce da questo assunto ‘Have I Non’, un testo dove (siamo nel 2077) un Potere forse globale e teso a ricostruire una società definitiva e perfetta, riparte dal presente bandendo il passato, di cui ne proibisce il culto sotto qualunque forma ; fuori legge vanno così non soltanto immagini o documenti ma persino il concetto stesso di legame famigliare. Va da sé che tutto intorno si scatenino epidemie di suicidi collettivi. Allo spaventoso disagio sociale non sfugge la famiglia (?) composta da James e Sara, il cui precario tran tran viene drammaticamente sconvolto dall’arrivo del fratello di lei. Un testo che arriva in platea come un pugno, non senza aver messo in difficoltà gli stessi interpreti. Difficoltà, che gli interpreti di Fibre Parallele, la compagnia barese di Licia Lanera e Riccardo Spagnulo, hanno dimostrato di saper superare. Diversamente lo spettacolo non avrebbe avuto la nomination al prestigioso premio UBU 2011 (che la Lanera per un soffio non si è aggiudicato come miglior attrice under 30). Reduce dai successi di Roma e Milano, lo spettacolo ha debuttato in Puglia sabato scorso, in quel di Bitonto, al Traetta. All’interno di un quadrato di 2,5 m. irrorato dalla luce giallognola di inattese stufe, quasi un ring al centro di un palcoscenico nudo, si svolge un contrasto psicotico, ruvido e terra-terra e che un poco ci ha ricordato il colore di una precedente produzione Fibre Parallele, cioè ‘Furie de sanghe’, asperrimo spaccato di una Bari marginale e sotto proletaria. Efficace sul piano del movimento scenico la lotta per la conquista dello spazio vitale (le uniche due sedie). Altrettanto efficace l’idea di miniaturizzare l’ambiente per sottolineare la misura immatura di questo contrasto. Contrasto a questo punto da salutare con favore per il fatto d’essere segnale della vulnerabilità di un Sistema non del tutto capace di asciugare l’umanità in uno stock di obbedienti e omologate unità di produzione e consumo, come poi lo sviluppo della storia conferma (ricorrente il battito di un cuore). Sotto le note di una ballata devastante cala l’ideale sipario sull’ispido padrone di casa che, incurante della sopravvenuta solitudine domestica, mangia in mezzo a piccioni morti piovuti dal cielo, riflesso ambientale del tramonto di valori. Il rito di sbaraccare tutto, quasi un voler cancellare tracce, precede il liberatorio denudarsi per raccogliere il meritato plauso. Una messinscena tagliente, minacciosa, buia, che mette in luce una ben meritevole Licia Lanera e i non meno bravi Riccardo Spagnulo e Maria Luisa Longo. – Collaborazione alle luci : Vincent Longuemare, assistente alla regia : Elio Colasanto, oggetti di scena : Modesta Pece, organizzazione : Rosagiulia Scarongella, tecnico di produzione : Giuseppe Dentamaro,  regia : Licia Lanera e Riccardo Spagnulo, produzione : Fibre Parallele in collaborazione con TREND e Res Extensa.
Italo Interesse
 


Pubblicato il 20 Dicembre 2011

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