Michele Emiliano e le sue colonie di periferia
Continua la “giostra” clientelare del Sindaco di Bari anche per la nomina del commissario amministrativo della Prima circoscrizione, dove Michele Emiliano ha affidato ad un esterno all’Amministrazione comunale, Luca Scandale, l’incarico per la gestione ordinaria della struttura di decentramento amministrativo di Palese e Santo Spirito. Infatti, lunedì scorso il sindaco ha firmato il decreto di nomina di Scandale che, in veste di commissario, resterà in carica fino all’elezione del nuovo consiglio e del Presidente circoscrizionale. Come si ricorderà, infatti, lo scorso fine ottobre Emiliano ha cercato in tutti i modi, però non riuscendovi, di scongiurare le dimissioni del presidente Prima della circoscrizione, Saverio Di Liso (Idv). E, pertanto , il conseguente scioglimento anticipato del consiglio circoscrizionale di Palese e Santo Spirito, dove tra l’altro amministrava una maggioranza dello stesso colore politico di quella che guida con Emiliano il Comune di Bari, è indicativo dell’eclatante fallimento politico del Sindaco stesso e della sua amministrazione nei confronti di un territorio e di una popolazione che, non a caso, da tempo, a larga maggioranza non ritiene più il Comune capoluogo in grado di gestire adeguatamente le due, ormai popolose, ex frazioni (ndr- complessivamente oltre 30mila residenti) a nord di Bari. Tanto popolose e mal gestite che le rivendicazioni autonomistiche di costituzione un Comune a sé, per avere un’effettiva indipendenza politica ed amministrativa dall’amministrazione barese, negli ultimi anni sono aumentate considerevolmente, tra gli abitanti di queste due consistenti realtà periferiche. Infatti, fanno notare alcuni cittadini della Prima circoscrizione, i malcontenti verso l’Amministrazione barese di una larga fascia di popolazione locale sono aumentati notevolmente negli ultimi anni, sia per l’inefficienza di taluni servizi che per le sciagurate scelte effettuate negli ultimi anni dal Comune sul territorio, spesso anche contro la volontà dei residenti e persino dello stesso organo di decentramento amministrativo comunale, qual è il consiglio circoscrizionale di Palese e Santo Spirito. Malcontenti che, evidentemente, sono presenti non soltanto a livello di comuni cittadini, ma anche all’interno delle stesse forze politiche di maggioranza operanti sul territorio della Prima circoscrizione, come dimostra la vicenda del presidente dimessosi. E, ancor di più, quella della diatriba all’interno del centrosinistra al Comune, per la nomina del commissario circoscrizionale. Infatti, il sindaco Emiliano ha atteso ben 26 giorni, prima di decidere il nome di colui a cui affidare l’ordinaria amministrazione della Prima circoscrizione. “E – rilevano alcuni addetti ai lavori – il Sindaco ha atteso che si svolgessero le primarie del centrosinistra di domenica scorsa, prima di ufficializzare la nomina di Scandale a commissario.” Una tempistica ed una decisione, quella di Scandale, che la dicono lunga sulla diatriba interna al centrosinistra al Comune, ed al Pd in particolare. Tuttavia, sostengono in molti a Palese e Santo Spirito, “Se la scelta di Scandale ha verosimilmente soddisfatto la maggioranza ed il Sindaco stesso, che in tal modo ha sedato le liti sorte sulla questione internamente alla propria coalizione, però non può dirsi altrettanto per la comunità di Palese e Santo Spirito, che ancora una volta subisce una pesante umiliazione dall’Amministrazione barese, oltre che una clamorosa presa in giro da parte del sindaco Emiliano, che continua a considera le due ex frazioni come delle vere e proprie colonie comunali.” Infatti, il neo commissario Scandale non essendo un’espressione del territorio, è visto come un estraneo alla realtà di Palese e Santo Spirito, dove le problematiche locali che affliggono una popolazione, da non dimenticare, di oltre 30mila abitanti sono numerose e complesse, per cui anche per una gestione ordinaria occorrerebbe una conoscenza approfondita del contesto socio-economico e delle effettive necessità della popolazione. “Come è possibile quindi – si domandano molti palesini e santospiritesi – che un soggetto del tutto estraneo a questo territorio possa dare pareri all’Amministrazione centrale, o prendere decisioni nell’interesse primario di un territorio e di una popolazione già in situazioni di forti disagi, a causa della crescente apatia dell’amministrazione barese nei confronti di Palese e Santo Spirito?” E, soprattutto, rilevano tanti altri cittadini del posto: “Con quale sensibilità e determinazione un commissario lontano dalle problematiche della Prima circoscrizione potrà gestire al meglio una fase sia pur provvisoria, come quella che si è venuta a creare dopo le dimissioni del presidente Di Liso?” Infatti, la scelta del Sindaco di nominare un commissario non appartenente alla realtà locale è vista da molti abitanti come l’ennesima decisione di Emiliano che denota la considerazione che ha l’amministrazione barese nei confronti di alcune periferie, vedi Palese e Santo Spirito, ritenute alla stregua di vere e proprie “colonie” della città capoluogo. “Un’imposizione così mortificante – ricorda un anziano palesino – non si era mai verificata in passato neppure ai tempi del fascismo, quando il Comune di Bari era retto da un podestà!” E, continuando, ricorda pure che: “In era repubblicana tutte le volte che in passato, a Palese, è stato nominato un commissario del Comune era sempre stato scelto una persona del posto.” Infatti, l’ultimo commissariamento è avvenuto alla fine degli anni Settanta, quando lo scioglimento anticipato del consiglio comunale di Bari portò alla guida provvisoria del Comune un commissario prefettizio, il dottor Forte, che a sua volta indicò come delegati commissariali Domenico Pantaleo per l’allora frazione di Palese e Batista Borla a Santo Spirito. Personaggi, questi, entrambi radicati nei rispettivi territori di cui fu affidata la gestione. Una scelta, quella dell’ex prefetto Forte, sicuramente più rispettosa di quella del sindaco Emiliano verso queste importanti periferie baresi, che negli ultimi anni sono state sempre sistematicamente bistrattate. E, quindi, allontanate da Bari anche a causa di scelte sbagliate, come quest’ultima, che di certo non risponde alle aspettative del territorio.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 29 Novembre 2012