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Mihály Vörös, il calcio di una volta

Anche nel calcio minore di oggi, per esempio la serie D in cui si trova a militare il Bari, ingaggi e trasferimenti non vengono affidati al caso. Sono stipulati sulla base di contratti minuziosi in presenza di avvocati e procuratori. Il tutto al termine di una lunga serie di telefonate esplorative e prudenti abboccamenti. Tutto il contrario  nel calcio di una volta. Ne seppe qualcosa Mihály Vörös, uno degli attaccanti più talentosi della storia della Bari (in 142 partite con la maglia biancorossa mise a segno 54 goal). Nato in Ungheria nel 1920, Vörössi era messo in luce nello Szeged, una squadra di prima divisione con cui nel campionato ’45-’46 aveva segnato ben 35 reti, ovvero quante nello stesso torneo ne aveva messe a segno il mitico Ferenc Puskás, all’epoca militante nello Hovend. Nel gennaio del 1948, Vörös partì per Roma dove lo aspettava un provino, ma per via delle difficoltose comunicazioni nel dopoguerra il suo treno accumulò un giorno di ritardo. Sfumato il provino, il calciatore magiaro indugiò nella capitale, trattenuto da un presentimento. Casualmente incontrò un suo connazionale, Andras Kuttik, il quale, dopo aver chiuso col calcio giocato, aveva intrapreso una fruttuosa carriera di allenatore. In quel momento Kuttik era stato momentaneamente sospeso dalla panchina del Bari per ragioni societarie. Sapendo che presto sarebbe stato reintegrato, promise a Mihály che appena avesse ricevuto il telegramma che aspettava, l’avrebbe portato con sé a Bari per sottoporlo ad un provino. Il telegramma arrivò, Kuttik fu di parola, Vörössuperò il provino e chiuse la carriera in biancorosso dopo sei stagioni ricche di soddisfazioni. Appese le scarpe al chiodo, restò nel mondo del calcio nel ruolo di allenatore. Allenò dieci squadre. Le soddisfazioni migliori le raccolse nei tre anni che fu alla guida della Bovalinese, una formazione calabrese. Al suo primo anno centrò la promozione in IV serie (la sua Bovalinese era così forte in quel campionato che una volta – contro il Diamante – vinse per 21-0…). Vöröspassò poi alla Reggina. Allenò per altre due stagioni, quindi, era il 1976, si ritirò. Ma non tornò in patria, si stabilì a Bari, dove rimase sino alla morte, avvenuta l’11 ottobre 2008. Viveva a Carrassi. Qualcuno lo ricorda fare la spesa al mercato di via Montegrappa. Era rimasto affabile, volentieri s’intratteneva con chi l’aveva riconosciuto. Magra consolazione. Mihályviveva modestamente. Su un blog abbiamo letto che si era ridotto a fare il portiere di uno stabile. ‘Portiere’ proprio lui, che era stato il terrore dei numeri uno avversari… Povero Mihály Vörös, spentosi tra la disattenzione generale. Non una delegazione dell’allora A.S.Bari era presente alle esequie. E quando il 18 ottobre il Bari scese in campo ad Avellino, le maglie biancorosse non erano listate a lutto. Il Bari perse 2-1.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 11 Ottobre 2018

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