Minima moralia (Meditazioni sulla Vita Offesa T. ADORNO) (10)
A volte, MI Chiedo chi, tra salvini e di maio, sia il peggiore. Dal punto di vista del politicume, in cui essi sguazzano, salvini ha dimostrato di essere più filibustiere di di maio, in quanto, insistendo, esclusivamente, sul razzismo nei riguardi dei migranti, espresso o inespresso, degli italiettini, in un anno di governo ha raddoppiato i voti alla “lega” di cui, ormai, è il capo indiscusso (così, come lo sarà dell’italietta, se il dormiente popolicchio italiettino non si risveglierà dall’ipnosi in cui il “lumbard” l’ha indotto), mentre di maio ha fato perdere al “m5s” la metà dei voti che aveva in portafoglio all’inizio dell’avventura del/ nel governo gialloverde. Come mai tanto declino di di maio e del movimento di cui egli è, ormai, il traballante, discusso capo? A differenza di salvini che, da molto, sguazza nel politicume, europeo, addirittura, pure se, impunito, assente nelle riunioni dell’europeo sinedrio, di maio, inesperto dei “palazzi del potere”, ma bazzicante le gradinate dello stadio”san paolo” in napoli con l’incarico evangelico, quasi, di dissetare gli ”ultras” assetati, di drammatiche idiozie, ridicolaggini, di atteggiamenti, stupidamente, improntati alla superficialità s’è reso, spesso, protagonista. Intanto non fa niente per non infastidire il Prossimo, comportandosi come la pulce nella farina. Quell’ ”io” sempre sulla punta della sua lingua: ”io” decido, “io” voglio,”io” di qua,”io” di là, che s’è spinto ad invocare, con una chiassata piazzaiola, imitato dai suoi fedelissimi, la messa in stato d’accusa, addirittura, del mattarella, che gli aveva rifiutato l’”imprimatur” a ministro di un personaggio a lui gradito. Quando il consiglio dei ministri approvò il ”reddito di cittadinanza”, di maio aprì con le sue mani medesime le persiane su un balcone di “palazzo chigi”, che dà sulla grande piazza, antistante la”location” della camera dei deputati (baggianata che nessun presidente del consiglio dei ministri, nessun ministro s’è, mai, azzardato di fare in quasi un secolo di repubblichetta, non foss’altro ché i balconi romani foraggiano pericolosi, non proprio, ancora, tollerati, appetiti) e, arringando una modesta folla di suoi segugi, alla bisogna preparata e inquadrata, lancia la sfida alla Storia:”Abbiamo sconfitto la povertà”. Di maio non sa che agli albori dell’umanità gli uomini si muovevano in piccoli gruppi, cacciavano e si dividevano, equamente, tra loro, per il loro sostentamento, le carni degli animali cacciati. In seguito s’accorsero che la”terra”, pazientemente, lavorata, avrebbe potuto loro offrire altre possibilità di cibo che non fossero le sole proteine di carne animale. Diedero, così, seguito a quella che fu definita la ”rivoluzione agricola”, che per motivazioni complesse. in questa sede, per ragioni di spazio, di tempo, di difficile esposizione, determinò su tutto il nostro pianeta la frattura dell’umanità in risicati gruppi di ricchissimi, opposti a una massa sterminata di poverissimi, da primi sfruttatissimi e le guerre. E behhhh, dopo mille e mille e mille e mille anni di povertà assoluta di milioni di uomini, povertà che nessuno s’ era, si è preoccupato di eliminare, né tanto meno di indagarne le cause, le origini sociali, economiche, politiche (esistente da tempi immemorabili, la si riteneva una fatalità ineludibile nei rapporti tra gli uomini, come la ricchezza), nemmeno il nazareno, al quale interessava che la sola ”civitas dei”, per Usare una locuzione agostiniana, fosse rispettosa della giustizia e della uguaglianza tra i beati, arriva di maio, direttamente, dalle gradinate del”san paolo” e si dichiara vittorioso su una, quasi, eterna calamità sociale? Che dire, poi, dell’infantile farsi fotografare dai paparazzi, informati che in un giardino romano si sarebbe, egli, orrendamente, sdilinguato con la sua compagna di turno, come certi adolescenti premurosi di rassicurare i maschi genitori maschi di essere in possesso di palle sotto l’inguine, magari, esclusivamente, sotto l’inguine, tanto per la maggior parte dei maschi genitori maschi italiettini così poco basta, è sufficiente a perpetuare la stirpe, se non la”famiglia”. Che dire, infine, di due riprese televisive, di questi giorni, in cui si vede di maio discendere, terminate due importanti riunioni del suo ministero, a dire il vero, come spesso gli accade, con due “nulla di fatto”, lo scalone d’onore del”palazzo del mise” nella parte tappezzata di rosso, mentre gli altri partecipanti alle due inutili riunioni, di cui s’è detto, discenderlo nella parte nuda di qualsiasi tappezzeria. Ripeto, nella storia della repubblichetta italettina, neuusn capo o capetto politico s’è, giammai, impegnato nel rendersi tanto risibile, comico, buffo. Ué, di maio, il tuo Corregionale, col quale, però, tu non hai niente da spartire, Eduardo, Si Augurava:” A da passà a nuttata”, a te tocca lamentarti, preoccuparti del giorno, del momento in cui per te: ”a da passà la mattinata”, ché chi, immeritatamente, precipitevolissimevolmente, sale, senza rendersi degno della fortuna capitatagli in groppa, precipitevolissimevolmente cade, come il tuo corregionale, con il quale, forse, hai qualcosa da spartire, masaniello.
Leggo su ”face book” che alcuni ragazzi di como, per festeggiare la fine dell’anno scolastico, cioè, per festeggiare la continuazione delle vacanze in”location” diverse dagli istituti scolastici o, ancora meglio, dalle aule scolastiche (MI Commuovo nello Scrivere”Aule”, sostantivo femminile che Immagino abbia una qualche Affinità col Verbo Latino”Alo, Nutrire”. Quindi, ”Aula” Sarebbe il luogo dove si verrebbe Nutriti di Sapienza e Bellezza, dove i Grandi Uomini del passato e del presente Parlano e Partecipano a Coloro che Le Frequentano con Amore e Studio la loro Visione del Mondo), si sono buttati nel lago omonimo e un quindicenne tra loro non è più. Pertanto, è venuto il momento che IO Chieda, prima di tutto al ministro del”miur”(Non ne conosco le generalità, so solo che è un ex insegnante di educazione fisica, cioè, laureato in “scienze motorie”, ed è un salviniano, ché ”temporibus nostris”, con partiti e movimenti a conduzione personale, se non sei amico di un capetto qualsiasi, se non fai parte di un “cerchio magico”, quale che sia la sua importanza, su uno scranno istituzionale non ti siedi. Alla faccia della”Sovranità”, che appartiene al popolo, cara Costituzione! Al che Essa MI risponde, permalosata: ”Al popolo la Sovranità L’ho concessa, ma non è colpa mia, se il popolo italiettino, non esiste,da mo’!). Oltre al ministro del”miur”, vorrei Chiedere a tutti i mammini e alle papine italiettini, a tutti i docenti italiettini, a tutti i dirigenti scolastici italiettini, per favore, dall’inizio dell’anno scolastico 2018 – 2019 , fino ad oggi, fate il conto dei giorni, in cui dalle ore 8 alle 13 i “non studenti” italiettini, del ciclo dell’obbligo e del ciclo delle secondaria di secondo grado, sono stati nelle loro aule scolastiche ad Attendere a Lezioni Curricolari su Discipline, altrettanto, Curricolari. MI Sono Spiegatoooooo? Secondo ME, a voler essere Ottimista, nemmeno un mese! Perché, oggi, tragicamente, nella scuola italiettina, si dà priorità, con progetti e progettini, autoreferenziali, per il presunto buon nome,insomma, dei dirigenti scolastici, degli insegnanti, quindi, della scuola, che li cova, più al parascolastico, che allo scolastico, sì che i nostri”non studenti” sono i più asini del pianeta, tranne qualche figlio di papà, che a casa ha più di un “tutor”, strapagati dal papà con il “portazecchino” gonfio di euro. Che DirVi, o mei 25 Lettori, preparatevi a visitare, come si fa in quaresima con i “sepolcri”, allestiti nelle chiese della vostra città, ché ciò che, scolasticamente, avviene in essa, medesimamente, avviene in tutti i borghi, comuni, città della disastrata penisola, e a visionare i tabelloni, ove si leggono le valutazioni del profitto dei singoli nostri “non studenti”, licenziate, varate dai mille e mille e mille consigli di classe della patria di Dante e di Leopardi e assisterete al miracolo, non della moltiplicazione dei pani e dei litri di vino, ma della moltiplicazione delle promozioni dal niente, e, anche,degli 8, dei 9 , dei 10, ai miei Tempi, assolutamente, impensabili, eppure c’era gente che sui Libri, con i Libri, per i Libri Finiva l’anno scolastico e faceva, culturalmente, a gara con i propri Maestri. Voglio essere banale e Concludere con il Ciceroniano: ”O tempora o mores”.
In una scuola italiettina si festeggia la fine dell’anno “non scolastico” (allora uno dice e mo’ che vor di’ ”non scolastico”? E l’altro glie risponne: ”pecchè quanno se fa’ scola nella scola italiettina?”) e la gattina giù dal secondo piano. Alla notizia, subito virale, come oggi si dice, qualcuno ha intimato: ”Bocciateli tutti!”. Ad una eventuale bocciatura, che non avverrà, mai, “statim”, scenderà in campo il fascista esercito delle damine di carità, sguinzagliato dai “palazzi del potere”, al quale fa paura una Scuola dove Si Coltivino Intelligenze e non futuri mazzieri, scherani o cervelli appisolati, disponibilissimi all’addomesticamento, come massa plaudente i violenti tribuni dal balcone e i genitori dei futuri uomini, che hanno perpetrato il misfatto, di cui sopra s’è detto (solo gli uomini sono capaci di tanto!), al grido: ”Per carità, non spaventate i nostri bimbi, si sono essi resi beneamati attori di una innocua, ingenua, vorremmo, anche dire, minimizzando, simpatica, ragazzata”. A questo punto non ci sarebbe altro da fare che smascherare il gioco perverso di coloro che si adoprano nel trasformare la scuola pubblica, frequentata, esclusivamente, dai rampolli delle classi popolari (piccola borghesia e proletariato), che non hanno in passato avuto alcuna voce in capitolo e continuano a non averla, nonostante l’alto tasso di scolarizzazione, sino all’università, dei loro parti, in una fucina di disanimati incompetenti, tanto incompetenti, sì che è loro precluso l’acciuffare quell’ascensore sociale, che rimane prerogativa delle classi e dei parti di esse, da sempre, ai vertici dello stato, dove “si puote ciò che si vuole” in loro favore. Ma sarebbe, di gran lunga, opportuno privare della patria potestà i genitori dei futuri uomini, il cui ignobile gesto s’è, sopra, esecrato, e imporre ai futuri uomini, per tutta l’estate, la ramazzatura delle spiagge vicine al loro domicilio o al loro comune di residenza, oltre, ovviamente, alla cacciata da tutte le scuole italiettine. Infine, la chiusura della scuola, dai futuri uomini frequentata, e insegnanti e dirigente scolastico di essa, trasferiti in una sede disagiatissima, ché dobbiamo finirla con la dispersione umana e culturale delle nuove generazioni, addirittura, nella scuola, non nella strada, ove, magari, miracolosamente, potrebbero Imparare a Vivere, non da ominichi. Qualsiasi Comunità, che Civile voglia DefinirSi, nella Scuola Investe per Impostare Ottimi Cittadini, se alcune, molte scuole non sono capaci di Attendere, con Profitto, al Compito, ad esse Assegnato, vanno chiuse e i presunti docenti, i presunti dirigenti di esse siano costretti a riciclarsi in altri mestieri, non Dico Professioni, ché la Professione E’ una Parola Nobile e Significa: ”Parlare in Favore di…”, dal Latino:”Pro, in Favore” e dal Greco:”Femì, Dire, Parlare.”
“Tradere turpi fasces populus gaudet. Non si fa scrupolo il popolo di affidare il potere al peggiore e ne gode”. Queste le Parole del Coro della ”Fedra” di Seneca. Dall’ “unità d’italia” il popolo italiettino ha additato le insegne del potere ai peggiori e una volta, per 20 anni, al peggiore tra i peggiori. Attualmente, si sta preparando a innalzare al potere un altro peggiore tra i peggiori, avendo dimenticato le sofferenze e i disastri che il primo gli ha procurato, un secolo fa, quasi.
Pietro Aretino, già detto Avena Gaetano
Pubblicato il 18 Giugno 2019