Cultura e Spettacoli

Minima moralia (Meditazioni sulla Vita Offesa. T. Adorno) (116)

Il Consigliere Comunale di bitonto, Dott. Francesco Natilla, ha Pubblicato il seguente “Post” su “facebook”. Eccone uno stralcio: ”Il nostro centro antico offeso! Passeggiando per le vie e le corti del nostro centro antico a cominciare dal teatro Traetta si notano disseminate trappole per topi, sì proprio così, trappole per topi! Decisamente un pessimo biglietto da visita per i turisti che si pretende di far giungere numerosi a Bitonto….”. Commento. Voglio essere banale e, quindi, cosa Dire, se non che bitonto è la città dei topi e dei topini! E il ”palazzo”, ad onta della cattiva fama, di cui bitonto s’era, s’è aureolata; ad onta della latitanza in essa di Gente che non Ama Leggere, tanto che una popolazione di sessantamila vegetanti, molti dei quali in possesso di allori accademici, non riesce a far Vivere in tranquillità di bilancio la sola Libreria Operante, InsediataSi nel centro storico, grazie al Coraggio e alla Passione del Suo Direttore, qualche anno fa ebbe l’impudenza di candidarla a capitale italiettina della “cultura”, infantilmente, presumendo qualche ”ragiunettante” che “Fare Cultura” fosse, sia marketingare qualche avita pietra di qualche palazzo nobiliare e, soprattutto, della famosissima, “d’antan”, Cattedrale. Pietre da Altri, in altri tempi, squadrate, con le quali Fu Composta la Maestà del Monumento che, ancora, Si Contempla e Si mira. Ora, quelle pietre sono costrette ad annusare i miasmi delle brodaglie che le taverne, autorizzate dal ”palazzo” a disseminarsi di fronte e intorno ad esse, sbuffano contro di esse, dissolvendo quell’Aura di Mistica Riflessione sugli Umani Destini, a cui l’Evangelica, Francescana Nudità dello Stile Romanico – Pugliese Richiamava e Richiama la Comunità Credente.

 

Una “Facebookiana” ha pubblicato siffatti tre versiculi di cristoforo colombo, che, così, recitano: ”E il mare concede ad ogni /uomo nuove speranze, /come il sonno porta i sogni”. Commento. Non avrebbe potuto nutrire se nono spemi imperialistiche un bastardo criminale, quale fu cristoforo colombo che pretendeva, armato d’ascia di guerra, dai Nativi Amerindi la conversione al cattolicesimo romano. Si che la Storia del continente americano fu quella cruenta che, purtroppo, conosciamo: la croce di cristo che precedeva le armate spagnole decise a, irrevocabilmente, dilaniare Civiltà, in Certi Campi della “Canoscenza” e della Scienza (Penso all’Astronomia, ad esempio), addirittura, più avanzate di quella europea, parruccona, micragnosa, avara.

 

In medio oriente tacciono le grida d’odio tra ebrei e palestinesi? E’, forse, l’attuale primo ministro d’israele, naftali bennet, meno insensato guerrafondaio di netanyau, ognora, pronto, disponibile a scatenare  truce violenza nel territorio di Gaza con armi non convenzionali, addirittura, uccidendo giovani dimostranti come le mosche? Le Vittime che diventano carnefici! Comunque, IO non ho, ancora, sentito da parte di Liliana Segre una Sua Parola, che Significhi Aperta, Ineludibile Dissociazione, Denuncia dal/del genocidio che gli israeliani stanno attuando contro il popolo palestinese. Gli ebrei d’israele vivono di rendita dell’Olocausto dei loro Fratelli e pensano che a loro tutto possa, debba essere permesso, avendo alle spalle i dollari degli ebrei statunitensi e la colpevole tolleranza, a mo’ di risarcimento, dei paesi, che s’inventarono la”razza” e le “leggi razziali”, tra i quali l’italiettta, sempre, a rimorchio dei potenti. Della germania nel ’38 del secolo scorso, degli ”states” e della germania nel secolo, che stiamo attraversando.

 

Il valore, lo spessore retroattivo d’una legge è un abominio giuridico. Il “m5s” ha abbandonato, forse, la sua battaglia contro “i vitalizi” ai parlamentari? Non so cosa al riguardo contempli il nuovo statuto del nuovo movimento contiano, ma, ad esempio, tace l’ex birraio del san paolo, che fu il nocchiero, più intransigente, nel dipanare i “gridi” contro i privilegi della casta parlamentare e, soprattutto, contro il sedere sugli scranni parlamentari oltre il limite dei due mandati. Ma il di maio, ora tace, ché si sta avvicinando per lui la ghigliottina dei due mandati e, soprattutto, la disoccupazione parlamentare senza alcun ristoro economico, con il pericolo che debba ritornare a vendere bibite sugli spalti dell’ex san paolo, dalla plebaglia” dicatum” al cocainomane maradona. Comunque, Stiamo Attenti a non esagerare nella pratica dello sport, sempre più nitida, che all’annoso cambio dei governi, i nuovi straccino ciò che, Rispettando la Costituzione e tutte le formalità della democrazia parlamentare rappresentativa,  legiferarono i governi precedenti, ché potrebbe, un giorno, arrivare il fantoccino, prestanome di poteri, forze economiche occulte, il quale sia in grado di ricordarci che la Libertà non deve essere ,mai, considerata un Diritto Inalienabile e, quindi, sempre, passibile di negoziazione tra la forza dei pochi e la debolezza dei molti. Socrate nella Sua Apologia, Trascritta da Platone, Insegnava ai Suoi  Discepoli, che avrebbero voluto salvarlo dalla condanna a morte, facendolo evadere dal carcere ove Era Rinchiuso: ”Io muoio per una legge ingiusta, per non permettere agli ingiusti di violare le leggi giuste”. Inoltre, i ”vitalizi” ai parlamentari, se costituiscono uno spreco, rappresentano non altro che gocce ininfluenti nel “mare magnum” degli sprechi, per i quali è, fortemente, irrevocabilmente, disastrato l’erario italiettino, e chi s’è fatto mentore dell’ abolizione, del  taglio di essi, s’è rivolto, si rivolge alla pancia invidiosa dei suoi elettori, più che alla loro Mente, non avendo  Proposte e Progetti di più Nobile e Largo Respiro, per Risolvere i Problemi di antica drammaticità, dai quali essi sono angustiati.

 

Oggi, 13 agosto 2021, improvvisamente, M’è balzato in Mente  l’influente numero degli ininfluenti, per i destini del meridione dell’italietta, meridionali, presidenti della repubblichetta italiettina, dalla caduta del predappiano fino ai nostri giorni. Ebbene, essi 6 sono stati e hanno dimorato da re, quasi, e venerati da statisti, quasi, nell’antico palazzo estivo dei papi, ognora, pagani. Ecco i loro nomi e la regione, che ad essi diede i natali: de nicola, leone, napolitano (campania); segni, cossiga (sardegna); mattarella (sicilia). Eppure, nonostante essi al “quirinale” (cioè, nella “casa degli italiettini”), i meridionali poco furono, son presenti nei pensieri e nelle cure dei loro corregionali, messi in una dimora per 7 anni, che non poteva non essere, ideologicamente, anche, la dimora di chi nacque tra le zolle poste  dal tevere in giù. Infatti, sono trascorsi oltre 75 anni dalla proclamazione della repubblichetta italiettina e i meridionali si ritrovano, ancora, alle pezze. La Questione che riguarda loro, cioè, la ”Quaestio Meridionalis” è, tutt’ora, sepolta nei cassetti istituzionali e aspetta, invano, che qualche altro meridionale presidente della repubblichetta italiettina la tiri da essi e l’affidi a  qualche altro meridionale, capo del governo,, sfatando la storia dei duetti meridionali al potere, che funzionano, esclusivamente, per il bene  dei ”padroni delle ferriere” del nord. P.S. Draghi, per la seconda volta, ha voluto rassicurare gli, appena, sopra cennati che l’economia italiettina ha ripreso a volare, ovviamente, non per le migliaia di lavoratori, che le multinazionali, già, ampiamente, foraggiate dallo stato italiettino, ché dessero pane alle famiglie dei loro sfruttati, giorno dopo giorno, non “a um a um”, “sed” alla luce del Sole, contando sulla inettitudine dei governanti italiettini, stanno licenziando in tronco, delocalizzando le loro intraprese ove, per la gioia, il delirio di renzi, ex capo del governo italiettino, il costo del lavoro è irrisorio e, oltremodo, per essi, profittevole.

 

Eraclito Raccomandava di ”sperare l’insperabile”. La “spes”, non di rado, è stato il sentire dei pigri, che non sono, mai, stati, non sono in allerta tra le onde della vita, lasciandosi da esse andare, ma salvando la loro falsa coscienza con lo sperare. Allora, più che  “sperare l’insperabile”, ché non ci Ripromettiamo di “Realizzare l’Irrealizzabile”, come di fronte ad Esso Si Sono Posti i Grandi dell’Arte, della Poesia, della Musica?

 

Figli maschi e figlie femmine di genitori piccolo borghesi? Dovreste, invece, nascere orfani o per opera dello spirito santo. Specie, se chi approdò, è approdato alla piccola borghesia, proveniva, proviene da avite generazioni  dimoranti nelle grotte, nei bassi umidi e senza servizi igienici, tanto affamata, da non avere notizia alcuna della sazietà da pane, almeno. Allora, codesti piccolo borghesi, sui quali una o più stagioni di miracolo economico nazionale fece, continua a fare catapultare sulle loro esistenze le briciole di una ricchezza inaudita, di cui in pochi hanno saputo o potuto approfittare, furono, sono, ”statim”, presi da irrefrenabile smemoratezza del da chi e da dove provenivano, provengono e si fecero, si fanno i giullari di chi stava, sta  per censo e per ceto sociale molto, molto, molto al di sopra di loro e, radicalmente, ne condivisero, ne condividono il razzismo nei confronti degli ultimi, il linguaggio,  i miti, ne approvarono, ne approvano la necessità, l’inderogabilità, dello sfruttamento da parte del padrone nei riguardi il servo, come per Aristotele la schiavitù non  era eliminabile, in quanto “le spole e i plettri non tessono e non suonano da sé”. Ciò che ai loro avi apparteneva, appartiene, non doveva, non deve fare parte del patrimonio cognitivo dei loro figli. Qualche giorno fa M’è capitato di ascoltare il dialogo di una salumiera con il figlio in una cartolibreria che vende  il costoso corredo, inutile per i bambini della scuola primaria e per i non studenti della scuola secondaria di primo e secondo grado: zaini  e tanta altra bigiotteria scolastica griffatissimi, sì che, quando si arriva agli Utilissimi Libri, per i genitori  piccolo borghesi è dura tirare fuori dal portazecchini gli euro, per acquistarli.”Ma’- ripeteva il piccolo della salumiera- do ind s venn pur r senhal (Mamma, qui dentro si vendono pure i grembiuli)”e la venditrice di mortadella, consapevole che i suoi avi Relazionavano, Usando l’Unica Lingua a loro  Disposizione, cioè, il Diletto bitontino, che le rammentava la massima inopia di tutto, in cui sopravviveva la sua famiglia d’origine, gli replicava, a mo’ di una milanese: ”Ti prego, mio andrea, non si parla in dialetto, cerca di essere più educato, andrea” A parte il fatto che i parti spermatozoici dei piccolo borghesi si chiamano tutti andrea (il protocleta o il prima chiamato), in onore, forse, del presidente della juventus, appartenente alla dinastia degli agnellati torinesi, la rovina dell’italietta  (In ogni caso, i piccolo borghesi non sono tenuti a Conoscere la Storia, altrimenti, l’italietta sarebbe depauperata della nutrita canea di fascisti, razzisti, leghisti), l’odio di essi nei riguardi del Dialetto fa parte di quell’Olocausto della Memoria, che ha in serbo la Comunicazione, esclusivamente, con la Lingua degli affamati padri, disdoro della loro nova congiuntura sociale. Il Dialetto bitontino? Su cui Si Riflette la Storia del paese dell’ulivo nel fare i conti con le migrazioni, con le invasioni, con gli stanziamenti di altri popoli: dai micenei, ai greci, ai latini, ai francesi, agli spagnoli, ai ragazzi delle multietniche armate alleate che, nell’ultima guerra mondiale, dalla sicilia risalivano la penisola, per liberare l’italietta dai nazifascisti e donarla, “sic et simpliciter”, ai massoni statunitensi. Il bambino nunciava alla madre che in quella cartolibreria si poteva acquistare “u senhal”. Giacomo Saracino nel “Lessico Dialettale Bitontino” (Edizione riveduta e ampliata da Nicola Pice) non elenca “ u senhal”, ma “u senèul”, dal Lat.  “sinus”(seno, grembo). E ti pare poco, non cara, non gradita salumiera, che tuo figlio nell’Usare “u senèul”, per indicare il grembiule, si sia Servito, sia pure alla, di lontano, della Lingua Latina? Il Dialetto di bitonto E’ Gravido di Espressioni, di Modi di Dire, insomma, dei Lessici delle Lingue Classiche e anche di Quelle Preclassiche; Mi Riferisco, infatti, alla comunissima parola”wanax” (in bitontino “uanna’) che era il titolo del re miceneo.  Ma  i suoni, le sillabe di “u senhal” MI fanno Pensare (Nicola Pice, Illustre Dialettologo, MI Perdonerà, se MI Avventuro  nel Campo della Dialettologia, come un Inerme Tirone) al ”senhal”, nome fittizio col quale nella poesia provenzale e/o trobadorica si alludeva alla donna amata (ad esempio: la mia gattina, la mia alba) o ad altro personaggio di cui non veniva fatto il nome vero (il vandalo, la furia, il tempestoso). Quindi,”u senhal” nella lingua provenzale era un espediente retorico, in grado di nascondere o di proteggere la fattualità di una situazione, la Verità di essa. Nel dialetto bitontino “u senhal”, il grembiule, se indossato dalla padrona di casa, potrebbe, ad esempio, nascondere la “mise” un po’ discinta di essa; se indossato da bambini di una scuola primaria potrebbe annullare la diversità, l’indecente, a volte, ineguaglianza di ceto e di censo delle famiglie di provenienza di essi. Quanta, quindi, Avvenenza di Magnanimi Lombi in una Paroletta Breve, come “u senhal”, che con Levità ci Fa Tornare a Casa, alla Dimora di Tutti i Parlanti, per non DimenticarLi, per non Dimenticarci, ché, così, vorrebbe il tempo inesorabile, a trastullarsi, ognora, mai stanco, del consueto, normale nostro obbedire, tal  anime perdute, alla singolarità avara del nostro”ego”.

Pietro Aretino

 

 

 

 

 


Pubblicato il 24 Agosto 2021

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