Cultura e Spettacoli

Minima moralia (Meditazioni sulla Vita Offesa. T. Adorno) (133)

“Ascolto tutti e, come sempre, decido io”, così salvini al consiglio federale della”Lega”. Insomma, il dittatorello concede ai suoi sudditi, appena, appena, un consiglio che, egli, clemente, si degna di ascoltare. In”Forza Italia”, il berluska non accenna, nemmeno, all’ascolto: “tout court” taglia corto e intima alla, ormai, striminzita sua “corte”: “Decido io sulla linea politica di”Forza Italia”. Per quanto riguarda “Fratelli d’Italia”, quando i “media” s’interessano di questo partito, il primo dell’italietta, bisogna ammettere e dire, ella, la meloni, in solitudine, si presenta davanti alle telecamere e ai microfoni e pare che milioni di italiettini siano in lei, come l’oceano in un mestolo di lupini. In”Italia viva”, il renzi, il capo,, dà gli ordini al suo2% e vola in arabia saudita a osannare il rinascimento, sponsorizzato dal principe saudita taglia teste, di cui loda gli sforzi  schiavistici nel contenere il costo del lavoro con salari di fame.”Azione”, pare che sia morta dopo il “flop” del suo fondatore, capetto nella elezione del sindaco di roma. “Leu” e ”Articolo1”??????? Il”Pd” ha riunito diverse volte la sua direzione, da quando è cominciata l’era letta, ma non si sa cosa pensi il quasi 20% di coloro che lo votano. Fantasmi, che ad ogni tornata elettorale, consegnano la scheda nel pitale! Finito il viaggio lungo l’impolitica dei partiti(????) italiettini, c’è draghi che, manco a dirlo, ascolta tutti, perfino landini, e, poi, decide, non senza tenere conto degli umori dei ”padroni delle ferriere” e degli autocrati della finanza europea e mondiale. Tutte le volte che Leggo il secondo comma dell’Art.1 della Costituzione nostra, in cui si proclama, un po’ tronfiamente, bisogna Dirlo, che  “la sovranità appartiene al popolo”, Penso all’olocausto di migliaia di giovani nella “resistenza alfieriana” contro mussolini, ma non contro il ”fascismo”, che gli sopravvisse fino ai nostri giorni. Ché la situazione impolitica, che ho Registrato, non è altro che “fascismo”, rimodulato da una decina di impresentabili democratici, ovviamente, nelle parole, nelle azioni, nelle omissioni; dalla unanime consenso  dei “media”  nei confronti dell’impolitico esistente e, infine, ci voleva il “covid”, per/a tappare la bocca a un popolicchio con un’inutile mascherina, in quanto la Parola Si Scomoda dalla cassa cranica, quando essa è piena di materia grigia; se, invece, è vuota, vomita, evacua:”Vita, vita, vita” al LUI di turno, magari per un ventennio.

 

Apprendo dal tubo catodico che, in un istituto tecnico del borgo metropolitano barese, i non studenti sono catturati nelle ore curricolari dal ”giochino del riciclo”. Impegno, insomma, che, anche, i bambini della scuola materna rifiuterebbero, come non degni della loro stagione esistenziale. Da quando la scuola italiettina s’è aperta alle classi popolari, le autorità scolastiche non hanno pensato ad altro che a sostituire lo scolastico con  il parascolastico, sì che la sostanza (frustrante per i figli di chi non ha voce) dei diplomi e delle maturità fosse, sia  l’assenza assoluta delle Competenze specifiche di ogni corso di studi e la mancanza di  ogni Senso Etico, Coltivabile nel Contesto di una Vasta, Critica Formazione Umanistica.

 

Un quotidiano “online” di un borgo, a nord del borgo metropolitano barese, non fa altro che suonare le ”aidiane trombe” per l’apparizione, nelle più scellerate trasmissioni catodiche, di aspiranti tronisti, di subrettine ”et similia”. Noi ci Domandiamo e Domandiamo ai nostri 25 Lettori: ”E’, forse, solo, di questa gente che, attualmente, codesto borgo può, giustamente, meritatamente, andare fiero, avendo il suo “palazzo” in passato, sconsideratamente, nutrito per esso ambizioni di supremi allori culturali?”

 

“Non ragioniamo di lor, ma guarda e passa” E’ un Celebre Verso della ”Divina Commedia”. Nel Canto III dell’”Inferno”, al Verso 51, Virgilio Sta Descrivendo i cosiddetti ”ignavi”, cioè, i vili, ”coloro che vissero sanza infamia e sanza lodo”, che in tutte le epoche storiche e in tutte le zolle del pianeta, ahimè, IO Lamento, sono stati e sono la maggioranza tra i loro contemporanei e tra i loro “conzollanti”.”Fama di lor- Denuncia Virgilio- il mondo esser non lassa: /misericordia e giustizia li sdegna: /non ragioniam di lor, ma guarda e passa.”. Dante, infatti, rifugge, persino, dal nominare coloro che, per viltà, non si Schierarono, oggi, diremmo, per un Partito, non Lottando per gli Ideali, di cui questo o quello Schieramento Politico, Era Banditore, mentre Egli era nella condizione di Esule, per Essere Stato un Politico, che aveva Scelto e Abbracciato Ideali, addirittura, rischiosi per la Sua Vita. Egli Pone gli “ignavi” nell’”antinferno”, una  “location” che li pone in uno ”status” di inferiorità nei riguardi di tutti gli altri dannati, che Dante colloca nei gironi del vero “inferno”, ché, almeno, codesti presero, scientemente, una strada e un modo di perdersi, eternamente. Su coloro che non lasciarono nella vita un’orma qualsiasi, Dice, Virgilio, non è, eticamente, lecito soffermarsi e discutere. Oggi, M’è Capitato di Leggere un brocardo, un adagio, una locuzione latina, Citata dal Dott.Francesco Natilla, Consigliere Comunale Bitontino, che recita: ”Aquila non captat muscas”.A prima vista, istintivamente, dovremmo ipotizzare che, contenutisticamente, la  frase si riferisca ai potenti, a coloro che stanno in alto, i cosiddetti grandi che non si curano di confrontarsi con i piccoli. La Maestà dell’Aquila e la minimità della mosca!  Però quello dei potenti, spessissimo, è uno stare in alto autocratico, impolitico, senza consenso o col consenso irresponsabile della plebaglia, mentre c’E’ un Altro Modo di Stare in Alto ed E’ quello  a cui l’Etica, la Cultura, la Scienza, la Filosofia, la Letteratura, l’Arte Permette all’Uomo di Ascendere. Comunque, Ogni Uomo, civilmente, politicamente, Probo  E’ un’Aquila, che in Alto Vola, nel Suo Spazio e  nel Suo Tempo Definiti. Quindi, una volta che abbiamo Precisato quali sono, per Dante, gli “ignavi” innominabili, di cui non è lecito curarsi e una volta che abbiamo Rintracciato gli oltre i canonici potenti, che l’aquila può simboleggiare, possiamo Concludere che sia il Verso di Dante:” Non ti curar di lor…” e la locuzione, dal Dott.Francesco Natilla presa in considerazione all’interno della Sua Argomentata Polemica Politica, hanno, Direi, una sinonimica semanticità.”A Dire il vero, ho Scritto alle falde del “Post” del Dott.Natilla”, l’adagio latino è ridondante e, Direi, pone, sia pure non espressa, una domanda retorica. Infatti, se solo Ponessimo Mente alla bellezza, a volo elegante dell’aquila, come non fingerci  il ribrezzo, a cui la mosca la indurrebbe, così minima, così nera, forse, anche, interiormente, nera?”.

 

Navigando per/tra i programmi televisivi di sabato scorso, M’e capitato d’impattare con”Ballando con le stelle”, condotto da milly carlucci. Ospite della trasmissione Sandra  Milo che, già, stava  facendo il suo discorsino di ringraziamento ai dirigenti “rai”, che l’avevano invitata per quella serata tra le “stelle fisse”. Ad un certo punto, la Felliniana Sandra Getta, tra le tante di circostanza tre Parolone, Una di seguito all’Altra, che Costituivano una Sublime Perla nel Contesto del Suo Discorrere, a Dire il Vero, non Banale. “L’Amore E’Espressione della Libertà dell’Anima”.Sì, o Miei 25 Lettori, ma la Libertà E’ la precondizione, il prerequisito, grazie ai quali l’Amore possa EsprimerSi, Possa, addirittura, Esplodere in Tutte le sue Infinite Forme ed Essere il Cemento di qualsiasi Rapporto. Penso al Canto V dell’ ”Inferno”,VV.100-105), in cui Francesco Racconta a Dante il Fiorire del Suo Amore per Paolo, il Raggiungimento del”Climax” di Esso, quando Egli la “ bocca” le “baciò tutto tremante” e la tragica conclusione della sua Vita e di quella di Paolo, entrambi uccisi da suo marito. “Foco d’Amore in gentil core s’apprende”.(Guinizzelli, canzone ”Al cor gentile repara sempre amore”, v.11); ”Amore e ’l cor gentile sono una cosa” (Vita nova XX)e Francesca Dice: ”Amor, ch’al cor gentile ratto s’apprende (Ripetendo un Concetto e quasi una Formula Cari ai Poeti del ”Dolce stil novo”, sulla Scia di una Raffinata Tradizione – Dottrinale, Letteraria, di Costume –  propriamente, Francese e Provenzale. Altro che Medio Evo: oscuro, rozzo, parruccone!),/ prese costui de la bella persona /che mi fu tolta… /Amor,ch’a nullo amato amar perdona, /mi prese del costui piacer sì forte /che, come vedi, ancor non m’abbandona.”. Si Tratta di Versi, “Testimonial” dell’Insondabile Fatalità  di “Eros”, che quando Colpisce non Lascia Scampo. Comunque,  per Amare o Essere Destinatari di Messaggi d’Amore, bisogna Essere Immersi in un Flusso, in un Percorso di Liberazione, come acqua che non può non scorrere verso l’oceano, da ogni remora moralistica, dai divieti religiosi del “libro” abbattendo le muraglie dell’età, dello “status sociale”, dai pregiudizi razziali, dalla nostra riduzione, totalizzante dei nostri rapporti interpersonali e della possibilità di esteriorizzazione della nostra affettività, ai genitali di genere, in quanto l’Amore  E’ l’Oltre essi. L’Amore, ad esempio, che Ispirò a Federico Garcia Lorca l’Inaudito Verso Conclusivo del Suo Struggente “Lamento per la morte di Ignacio”, un torero morto nell’arena :”Dormi, vola, riposa. Muore anche il mare”. Il Poeta Descrive le Laceranti Emozioni di fronte alla Morte del Compagno Amato. Una Morte di una Vastità di Dolore incommensurabile, come Vasto Era il Suo Amore, come vasto era il mare, di cui  Egli non  poteva più tollerare la vastità, se la Vastità, con cui Ignacio Si Identificava, S’Era Dissolta con la sua Morte. Dunque: ”Muore anche il mare”.

Pietro Aretino

 

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Pubblicato il 21 Dicembre 2021

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