Minima moralia (Meditazioni sulla Vita Offesa. T. Adorno) (149)
L’”A quo”e l’”Ad quem” della Ricerca Esistenziale di Ciascun Uomo sta nell’Andare all’Infinito/ con l’Infinito, nell’Infinito, nell’ImmergerSi in Esso, cioè, in Se Stesso. Ciascun Uomo E’ un Infinito o Infinito, ”usque ad mortem”, fino alla Morte. Poi, il Nulla (l’”Apeiron”, quasi, del Filosofo Greco, il Presocratico Anassimandro), Qualcosa di, infinitamente, Indeterminato e di Indefinito. Dal Nulla l’Oriente di Ogni Uomo che, Passando per l’Infinito in Se Stesso, alla fine del Suo Vitale Percorso Si Reimmerge nel Nulla. Per Concludere: dall’Eterno all’Eterno Nulla, da cui l’Infinito in ogni Finito.
Leggo: ”Tra il fare e il non fare c’è una sola distanza: il volere”. Ma, anche, la “Possibilità”. Solo i potenti e, forse, dio, possono ciò che vogliono, per Parafrasare il Divo dante.
Putin per motivare le sue truppe a combattere, le ha invitate, si fa per Dire, se, quando si parla di un autocrate corrotto, a combattere, ché la vittoria, faciliterà la pace, ovviamente, una o la pace, simil augustea, che renderà o renderebbe l’ucraina un provincia non della russia, “sed” putiniana. Come Commentare l’argomentare di putin? Prima di tutto che egli è un miserabile scolaro della ideologia guerrafondaia della nomenclatura al potere nella roma antica, sin dalla fondazione di roma (ab urbe condita). Infatti, il tempio di giano che, in tempo di pace rimaneva chiuso, rimase, ognora, aperto nel millennio, in cui l’”l’urbs” fu la “caput mundi”. Cosa, dunque, recitava, professava l’ideologia guerrafondaia, di cui sopra? “Si vis pacem, para bellum”. Una guerra si rende necessaria, quando al termine di essa, i contenuti, le modalità della pace verranno dettati dal vincitore e “vae victis”. Inoltre, abrahan lincoln predicava, tra l’altro (da quale pulpito la predica!), che ”non c’è niente di buono nella guerra, se non la fine”. Da buon imbonitore, come tutti i tiranni, putin ha promesso ai suoi giovani militi, come ricompensa dei pericoli di morire, a cui essi saranno sottoposti, che la guerra, da lui scatenata, facendo invadere l’ucraina, avrà una fine, comunque una fine, di cui molti giovani, sia militi russi, che militi ucraini, e molti civili ucraini, ne contempleranno la bontà dal cielo, ingabbiati, ancora, in bende, per tamponare le mortali ferite.
Il sostantivo “cattiveria” e l’aggettivo “cattivo” nel mondo della comunicazione calcistica (dirigenti, giornalisti, tecnici, calciatori, tifosi, ad imitazione “maiorum”, si fa per Dire, etc.,etc., etc.) sono stati gratificati di una sorprendente positiva rivalutazione. Infatti, stamane M’è capitato di leggere il giudizio di un critico calcistico sul ”napoli” che, secondo l’esperto sedicente, sarebbe la squadra calcistica di serie “A” più meritevole di scudettarsi, “tamen” sarebbe, per finalizzare, gloriosamente, il suo percorso, penalizzata, sfavorita, svantaggiata dal fatto di non possedere la giusta “cattiveria”, di non essere, abbastanza, “cattiva”. La pigrizia, la fretta, nel produrre parole nel mondo imbecille del ”calcio” (e, ahimè, non solo nel “calcio”), dove tutto è omologato (non c’è un calciatore, dalle alpi alle piramidi, dal manzanarre al reno, dal nilo al gange, etc., etc, etc., che non sia tatuato) ed essere, apparire, insistere nell’omologazione che, in tal modo, diventa una sorta di ”status symbol”, induce i “loquenti” (dal Lat. “Loquor”, parlare), si fa per Dire, ad includere in una parola situazioni diverse e, spesso, opposte. Già, in altra occasione avevamo Denunciato l’uso spropositato, che nel mondo, nel sistema calcistico si fa dell’aggettivo “importante”. Quel calciatore ha una corsa importante; faremo qualcosa di importante quest’anno; quest’anno è stato fatto un investimento importante, per allestire una squadra importante, che vinca partite importanti in un torneo importante e, così, via. Nell’usare, come il prezzemolo per tutte le minestre, un sostantivo o un aggettivo, che comprenda miriadi di situazioni diverse, miriadi, a volte, di stati d’animo diversi, miriadi di speranze, di delusioni diverse, denota, anche, il timore di chi parla di essere smentito dalla realtà, dal compiersi degli eventi, per cui meglio, preferibile l’indeterminatezza nella descrizione di ciò che potrà accadere, meglio l’indeterminatezza nel cogliere ciò che è, per non essere invischiati in polemiche, che potranno, potrebbero danneggiare una carriera o incrinare rapporti con coloro che contano o con tutto ciò che conta. L’aggettivo “importante”, come altra volta, abbiamo avuto modo di ribadire, è usato, in particolare modo, dai medici che, spesso, per non allarmare, eccessivamente, i pazienti, usano l’aggettivo, di cui sopra, per non puntualizzare la gravità della malattia. Ad esempio: ”La diffusione delle metastasi è importante, per non dire che è, irreversibilmente, affermata in tutto il corpo”. Tanto a fin di bene, non per non pagare il dazio, se Si Parla con Precisione e Si Dice con Parole Appropriate la Verità che, spesso, è indigesta. Ritorniamo a ”cattiveria” e a “cattivo”. Non c’è, forse, criminale cattiveria sui campi di calcio, oggi, sui quali sembra di assistere più alla brutalità di partite di “rugby”, che ai raffinati spettacoli delle partite di “calcio” “d’”antan”, nelle quali Moro Si Esibiva in voli d’angelo, Ghezzi in uscite sui piedi dell’avversario, alla kamikaze, Sentimenti IV in uscite di pugno, che non di rado erano dei veri e propri “assist” ai contropiedi dei suoi compagni attaccanti, Parola e Piola in rovesciate, biavati nel passo doppio, Levratto, con i suoi tiri micidiali, nello sfondare le reti dei portieri avversari, Gren con i suoi leggiadri colpi di tacco, etc, etc., etc.? Oggi, invece, cosa si vedono? Sputi, sgambetti, detti tattici, gomitate, manate, pestoni, sì che, a differenza del passato, tutti i calciatori, anche giovanissimi, sono, gravemente, rotti, ché un milionario ingaggio, “bonus”, premio partita val bene appioppare un calcione all’avversario o, per gesti, atletici, si fa per Dire, men che imprudenti, riceverne più di uno. Non basta, quindi, la cattiveria che, partita dopo partita, in tutti i tornei, dai parrocchiali, a quelli nazionali, a quelli internazionali, viene offerta agli Amanti del “calcio”, se ne vorrebbe di altra e di quale specie? Effettualmente, a torto ci consideriamo, mentalmente, sani; siamo, invece, i cosiddetti sani: siamo, patologicamente, ansiosi di appartenere alla normalità che, oltre ad essere esistenziale, è, anche, linguistica. La tensione alla nostra sicurezza a cui, come Dice Erich Fromm, veniamo educati, ci spinge al conformismo, all’apatia nei riguardi della Sincerità, alla mancanza di Acribia nel Descrivere, nel Rappresentare le cose come sono e, non avendo il coraggio di non essere come gli altri, ci uniformiamo alle altrui idiozie, sperando che esse, appartenendo alla maggioranza, espresse dalla massa, si ripuliscano della loro intrinseca buaggine, coglionaggine. Andrea Camilleri, tra l’altro, Scrive che ”se si vuole gli altri fare partecipi di un dolore o di una gioia, basta inviare loro un disegnino che mostra un faccino triste o sorridente. L’omologazione assoluta, sì che i nostri posteri non capiranno nulla dei nostri sentimenti, di come eravamo”. Chi raccomanda la necessaria “cattiveria”, per essere vincenti nel mondo del ”calcio” e non solo in quel mondo, eticamente, disastrato, forse (ma, data la ricchezza sottoculturale dell’idiota, è una ipotesi del terzo tipo), vorrebbe alludere alla scarsa fiducia in se stesso o in se stessi di chi o di coloro che appaiono deficitari di ”cattiveria”; alla mancanza di quella napoletana ”cazzimma”, di cui parlava il presidente del “napoli”, de laurentis, nel commentare la sconfitta della sua squadra, guidata, allenata da sarri, contro il ”real madrid” a madrid. “Cazzimma” che, come Recita il Vocabolario “Treccani”, “è l’atteggiamento o il comportamento deciso, risoluto, anche aggressivo, interpretato, favorevolmente, come espressione di forza e di personalità”. Ma, o Miei 25 Lettori, non sarebbe troppo pretendere che un dibala, un conte, un barella, un mancini un insigne , un agnelli, etc.,etc., etc., un pioli, uno spalletti sappiano, prima di tutto, dell’esistenza del Vocabolario “Treccani” e poi, che abbiano il tempo di LeggerLo alla voce ”cazzimma”, dato che gran parte del loro tempo non possono in altro modo spenderlo, se non nel redigere contratti faraonici, tesi, finalizzati a sottrarre risorse finanziarie al “sistema calcio”, che potrebbero essere Usate per Scopi, socialmente, più Utili e Nobili ?
I miei 25 Lettori vogliono che Loro IO Doni l’Ultima? Ebbene tal shoigu è un fedelissimo dello ”zar”, putin, e detiene uno dei 3 codici per l’atomica. Egli è il ministro della difesa russo, che ha preparato l’invasione dell’ucraina, ed è di madre ucraina. Applica, senza discutere ogni direttiva, che il suo capo gli suggerisce, capo, le cui condizioni psicologiche, mentali, secondo i bene informati, non sono, dopo un ventennio da solo al comando di una immensa nazione, ottimali. Un certo zaia, governatore del veneto dei leghisti, esclamerebbe: ”Ragionateci sopra!”.
Di droga a bitonto si parla tanto, e soprattutto, da quando, sconsideratamente, è stato, si fa per Dire, rivitalizzato il centro storico con locali”apericena” l’uno accanto all’altro. Ed, esponenzialmente, la criminalità, da essere impegnata a rubare pollame, e sul modello della più anziana barese, s’è riciclata in mafiosa, eleggendo la “location” dei suoi maneggi, appunto il centro storico, approntatole dalla inconsapevole comunità bitontina, che batte, ha battuto le mani alle ”feste bianche”, che qualcuno le permette, le ha permesso di celebrare nelle vicinanze di un Manufatto Sacro, dove i Nostri Antichi Si Recavano per Alzare gli Occhi al Cielo, ché Li Rendesse più Industriosi “Cives”, Impegnati, solidarmente, a Realizzare il Bene Comune.
Pietro Aretino.
Pubblicato il 12 Aprile 2022