Cultura e Spettacoli

Minima moralia (Meditazioni sulla Vita Offesa. T. Adorno) (152)

A volte, il Pensare ci Conduce nel Sogno, che Dà Spiro al Nostro  “Dàimon”, la Nostra Coscienza, Priva dell’enfasi della parola, ma, ognora, nell’Eloquente Silenzio dell’Angelo Custode della Nostra Infanzia, che ci  Risparmia del vano attendere di indossare una risposta ai Nostri Dubbi e Domande dalle labbra altrui.

 

Leggo su “Rai News”: ”Impressionanti i numeri della dispersione scolastica” in sicilia”. Cosa vuol dire: ”Dispersione scolastica”? Vuol dire che l’unica utilità, che la più parte della clientela scolastica (Sì, perché, attualmente, coloro che frequentano la scuola italiettina, dalla materna alla maturità o al diploma, sono considerati clienti, ai quali si offre, in realtà, una merce, fatta passare, spudoratamente, per Cultura. Di contro, è un insieme farraginoso di nozioni che, nel modo in cui sono presentate da una maggioranza di docenti frustrati, mal pagati, dimidiati, per loro colpa, del/nel prestigio sociale, di cui godevano i loro colleghi del non recente passato, possono essere, quando va bene, solo consumate, a mo’ di panino, farcito di mortadella e provolone auricchio. Sì che, il polpettone nozionistico, non Metabolizzato, non Diventa Linfa Vitale di/per un Percorso di Crescita Spirituale e Politica dell’”Animal” al Cittadino, che lo ha Finalizzato o E’ stato Educato a Finalizzarlo  in Cultura, cioè, in una Nuova, Originale, Personale, non omogeneizzata, non omologata, Visione del Mondo), ormai, trova nel frequentare una scuola, sta nel farsi elemosinare da essa o dai vili addetti all’elemosina (dirigenti scolastici e insegnanti, ovviamente, senza generalizzare) un diplomino di quinta elementare, di secondaria di primo grado, di  secondaria di secondo grado. Comunque, avendo la clientela scoperto, che quel pezzo di carta dequalificato non ha valore in alcun ambiente sociale, neanche nei cessi pubblici, in cambio di  deiezioni improvvise (perché non è più il Simbolo dei Leopardiani ”Studi Matti e disperatissimi”, ma solo di culi che, per qualche tempo, sono stati costretti a poltrire su una sedia, posta in un’aula, che non è più il Luogo, dove le nuove generazioni   vengono Nutrite del Cibo Intellettuale, Offerto dalle Grandi Menti, Espresse dalle Generazioni, che le hanno precedute),  per la maggior parte, si dà alla bella vita, si fa per dire, di chi non studia e di chi non lavora. Il fenomeno delle bande giovanili, che infestano, città e borghi, trova il suo oriente nella “paideia scolastica”, si fa per dire, non alternativa, assolutamente, alla “paideia, si fa per dire, della strada, ma, soprattutto, della televisione e dei social”, non esorcizzate nella loro infausta presa sui ragazzi, manco a dirlo, dalla famiglia, i cui maggiori, solo anagraficamente, (padri e madri), non esercitano nei riguardi dei loro pargoli alcun Ruolo di Orientamento al Bene e alla Cittadinanza Attiva,  non Possedendo, tra l’altro, Valori Etici, essendosi formati lungo la parabola del declino culturale, politico della società italiettina (governata dalla mafia democattolica, inciuciante con i sinistri, rosso fuoco o sbiaditi), nei suoi componenti, appartenenti a tutte le classi, fondamentalmente, fascista, razzista, con potenzialità criminaloidi, come Lamentava, sin dagli anni ’60 del secolo scorso, Pasolini. “Ipse” Pasolini, già 38 anni fa, in uno dei  Suoi “Scritti Corsari”, Pubblicati sul ”Corriere della Sera”, Auspicava la chiusura immediata della scuola media e dei programmi televisivi, entrambi “ diffusori”, per delega del ”grande vecchio”, del falso aroma   del “consumismo”e dell’apparire “persona  idiota”, cioè, “maschera” di chi, essendo inutile a se stesso e alla comunità in cui vive, riduce il suo essere al mondo a burattino telecomandato, acquistando qualsiasi cosa la pubblicità, iterata  dal mezzo televisivo, gli ordini/a, massificandolo, omologandolo al  consumare dei moltissimi. La scuola dell’obbligo, quindi, per Pasolini, andava chiusa, in quanto collaterale e, Ripeto, non alternativa al disastro pedagogico, perpetrato dal mezzo televisivo. Comunque, IO ho, sempre, Auspicato la chiusura della scuola italiettina in tutti gli ordini e gradi, essendo diventata, più non Svolgendo  la Missione di Formare Cittadini Competenti, un mefitico, squallido diplomificio per lazzaroni incalliti, parti di genitori, indifferenti al loro vivere, “come bruti”. ”La scuola dell’obbligo, Argomentava Pasolini, è una scuola di iniziazione alla qualità di vita piccolo borghese: vi si insegnano cose inutili, stupide,, false, moralistiche che creano nel loro insieme il piccolo borghese schiavo” e, IO Aggiungo, ”lo sgabello” di tutti i fascismi e nazismi, in varie salse, apparsi  nella Storia e nella cronaca attuale dell’ italietta e non solo di essa, che hanno ampliato la forbice tra la ricchezza dei pochi padroni delle ferriere e l’ impoverimento crescente dei molti, ma, soprattutto, hanno frenato il Progresso Etico dell’umanità, che non s’è, mai, (DIS)umanizzata nel non fare più che ciò che di  cruento ha fatto nei millenni e nei secoli. Lo Sviluppo Tecnologico e il Progresso Scientifico, non sono Stati Propedeutici al Progresso Etico. La casa divisa in due: una Parte Governata dalla Scienza, Supportata dalla Tecnologia, col Suo ” Provare e Riprovare”, con il Suoi Dubbi, con le Sue Conclusioni Provvisorie, Ribaltabili, in seguito all’Acquisizione di Nuovi e più Precisi Dati Sperimentali; l’altra parte in balia della fede, della superstizione, delle certezze apodittiche, dei dogmi, dell’abitudine, dell’autorità del passato, dell’autocrazia del potere. Insomma, da una Parte il Pensiero, dall’altra le flatulenze della pancia. Da una Parte i millenni non sono trascorsi invano: dal tragico  volo di Icaro, tentato con una tecnologia, a dire poco ” naif”, ai viaggi delle astronavi, per quello che si sa, con pochi,  rari problemi tecnici, dall’altra parte: homo homini lupus, ancora.

 

Non posso, assolutamente, EsimerMI da Domandare agli italiettini, dalle alpi, transitando, ovviamente, per bitonto, borgo minor del  metropolitano borgo major barese in terra di puglia, alla sicilia: ”Gli emigranti, che arrivano nella penisola degli italioni dall’Africa, Continente, ricchissimo di materie prime, che noi occidentali abbiamo depredato, da feroci, avari colonialisti; che, ancora, perseveriamo nel depredare, con un  neocolonialismo più efferato del primo, imponendo con le armi alle infelici popolazioni africane dittatorelli, pronti all’obbedienza nel servirci su un piatto d’argento i tesori, che i loro territori custodiscono nel loro ventre, impoverendo e stremando le loro popolazioni, non Sono Uomini, Donne, Vecchi, Giovani, Bimbi (come chiama il ”ras lumbard” sdolcinatamente, ”minores natu”. Ahimè, salvini, quale dio ti ha permesso di venire al mondo a rompere i coglioni agli Uomini, evangelicamente, di Buona Volontà? Non ti vergogni di essere, prima di tutto, un cattolico alla maniera dei beghini e dei parruconi e, poi, un razzista, che più di te non si sono trovati al mondo, non se trovano, non se ne troveranno, giammai?), che, come gli ucrainensi, fuggono da guerre cruentissime (molto spesso, guerreggiate con le armi, che noi occidentali  produciamo, e da mercenari, provenienti da tutte le zolle del mondo, che s’ammazzano e ammazzano, in quanto delegati a provvedere agli interessi delle medesime potenze occidentali, in  egra contrapposizione, competizione fra loro), dall’ atroce fame, dalla intollerabile sete, in cui sono stati inabissati, per le motivazioni, di cui sopra ho Fatto Cenno? La porte, che, spontaneamente, gli italioni hanno aperto agli ucraini (vittime di un “neo zar” che, da bambino, si allenava, si autoeducava, a mo’ di gatto, a non avere pietà del topo, come da 70enne non ha avuto pietà, mettendoLa ai cancelli, di una Vecchietta, Coraggiosa nel Rinfacciargli di avere scatenato il finimondo in ucraina. Tuttavia, pare che, anche, i detentori del potere ucrainense non siano stati, nel recente passato, per niente, parchi di violenza sanguinaria nei confronti delle minoranze russofone, stanziali nel donbass), per passa parola, per omologazione, con atteggiamenti di manifesto ipocrita buonismo, da dame di carità filantropiche,  non per Razionale, Etica Convinzione che Si Sfama, Si Disseta, Si Dà un vestito, Si Ospita Chiunque, da qualunque regione del pianeta ”Terra” pervenga/iene, quale sia il colore della Sua pelle e dei suoi occhi, quale  sia il Suo credo religioso, la Sua condizione sociale, la Sua ideologia politica, il Suo orientamento sessuale, Va Accolto e Ascoltato. Come  Insegna il Vangelo di Matteo (25.40) nel quale  Gesù  Proclama ”Avevo fame e mi avete dato da mangiare … Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli l’avete fatto a me”.  Chiedano gli italioni, cattolici per dovere civico, all’anagrafe, comunque non Cristiani, alla loro Coscienza, se ne hanno Una, hanno, mai, lontanamente Pensato, in ogni caso, senza fare generalizzazioni, di Agire, come il Vangelo Prescrive? ”R nigr sond anmel”,tale, appunto, lo sfondone, da girone infernale, emesso dalla pancia  di un mio parente, per sfortuna acquisito, e milioni di italiettini, salviniettanti, la pensano razzisticamente, così. O italioni, non avete, certamente, stipulato con il Nazareno un’assicurazione per il Paradiso, comportandovi da emeriti damini e damnine di carità (“Caritas”, per i Latini era una Parola, direttamente, Proporzionale all’ ”Amore”, non all’ Elemosina), discriminando, razzisticamente, Ripeto, Coloro che Vi hanno Chiesto di AmarLi, come ognuno di voi ama se stesso.

 

S. Con la scusa dell’abusata inclusione e integrazione, si sta compiendo un errore madornale, ché non si ha alcuna Idea, Concezione della Serietà, dell’Importanza della Scuola, che non è il luogo del ” tanto per..”. Mandando a farsi benedire l’inclusione e l’integrazione e amenità di tal fatta, se non si vuole fare perdere tempo agli scolati italiani e ai loro pari ucraini, non si deve mischiarli tra loro, in quanto sia i primi, che i secondi hanno il Sacrosanto Diritto di Imparare, di Apprendere Ciò che E’ Contemplato nella Programmazione Curricolare dei loro rispettivi paesi. Pertanto, se si Vorrà Fare Cosa Buona e Giusta, bisognerebbe, per gli scolari di lingua e cultura ucraina, Organizzare Lezioni Destinate a loro, Utilizzando Insegnanti, che abbiano, almeno, qualche dimestichezza di ciò che si fa nelle scuole in ucraina. Diversamente, la” paideia” comune, quando si rivolge a scolari, non supportati, aiutati da una “Koinè”linguistica e culturale, risulterebbe un’ulteriore dispersione del “Tempo Scuola”.

Pietro Aretino

 

 

 

 

 


Pubblicato il 4 Maggio 2022

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