Cultura e Spettacoli

Minima moralia (Meditazioni sulla Vita Offesa. T. Adorno) (16)

Il “ comune senso del pudore” non è assoluto, cioè, sciolto da qualsiasi contesto temporale, spaziale, culturale; è, invece, per quanto i parrucconi difensori della morale”tout court”, non vogliano ammetterlo, relativo ai condizionamenti, di cui sopra abbiamo fatto cenno, sì che, ad ogni piè sospinto,  esso abbassa l’asticella delle sue censure e, piano, pianino, prima tollera, poscia permette ciò che in passato remoto o, addirittura, molto prossimo aveva, irrimediabilmente, proibito, sollecitando condanne durissime, quando non la morte, ai trasgressori delle sue proibizioni. Ebbene, qualche decennio fa i “ras” della “rai” cancellavano dalla messa in onda  un testo, se in esso compariva la parola ”membro”, pur se si riferiva a  un componente del governo nazionale, di una commissione parlamentare, di una deputazione, ché avrebbe potuto alludere alla “mentula” latina, cioè, all’organo della riproduzione maschile. Per non parlare dei facitori di libri scolastici, che, accogliendo le”veline” governative, a loro volta impreziosite della sessuofobia, a parole, dei mitrati vaticani, ripulivano le antologie latine della gran parte della Produzione Poetica di Grandi Poeti Latini, come Catullo e Marziale,, ché considerati sconvenienti alla fruizione di adolescenti, nella ipocrita presunzione che essi fossero di casta sensibilità, mentre è risaputo che le pulsioni sessuali sono attive nell’uomo sin dalla nascita e, anche,  gli atti, i gesti “impuri”(???) che, poco castamente, per usare l’irrealistico, a dir poco, linguaggio pretesco, le esprimono. Ebbene, oggi, succede che i pubblicitari di un’azienda produttrice di patatine o di alimenti affini ha reclutato tra i suoi “testimonial” un signore, ex attore di film “porno”, celebre e celebrato, ché il buon dio l’aveva, l’ha fornito, dotato di qualcosa, dalle parti dell’inguine, di eccezionale lunghezza, a detta degli esperti di film “porno”. Ebbene, codesto signore si presenta nella “clip” pubblicitaria, indossando un accappatoio di seta, della serie: ” sotto il vestito niente”, e, con atteggiamento provocatorio, rivolgendosi ai probabili stupefatti delle sua presenza nella “clip” pubblicitaria, sbotta con siffatti trionfali accenti:”Dite la verità, avete, mai, visto uno così?”. Non una persona, quindi, non un uomo, non un modello, ma “uno”! Chi, cosa poteva essere, a chi,a cosa poteva rimandare, quale poteva essere il”significante” di quell’”uno”, tanto, icasticamente, proiettato all’altrui, in verità, dati i “tempora e i mores”, non scandalizzata decrittazione, anche perché rocco siffredi, per il qualcosa che ha di speciale, di cui s’ è discorso, è, ormai, uno dei tanti normali, televisivi frequentatori dei salotti alla barbara d’urso? La televisione è l’ascoltata, unica pedagoga degli italiettini di qualsiasi stagione, non la scuola, ridotta a produttrice di “zecchini d’oro”.

 

Dal ”corriere della sera.it” di qualche giorno fa del mese di luglio dell’anno del signore 2019: ”La Maturità rovescia l’Invalsi. Puglia prima per lodi, Calabria seconda. Per l’Invalsi più della metà degli studenti calabresi non ha raggiunto la sufficienza in italiano e in matematica nei test, ma la regione ha una percentuale di lodi 4 volte superiore alla Lombardia prima nell’invalsi”. Ovviamente, dietro siffatte valutazioni stratosferiche, licenziate da qualche commissione, che ha operato in puglia e in calabria,  ci sono valutazioni, altrettanto stratosferiche, di qualche consiglio di classe pugliese e calabrese, che ha costituito la base degli evidenti, incontrovertibili falsi in atto pubblico, dal ”corriere della sera. it” denunciati alla pubblica opinione e al pubblico ludibrio. Questi sono i vergognosi, scandalosi effetti della cosiddetta”autonomia”, dagli istituti scolastici rivendicata. Tra le cose non scritte nei”pof” dei vari istituti, c’è, anche, la promessa tacita, che viene elargita dalle alpi alla sicilia,, di codesto tenore: ”O stupidi genitori, venite da noi, a noi iscrivete i vostri spermatozoici frutti, i quali non solo arriveranno, senza lacrime e sudore, alla maturità e al diploma, ma riceveranno sperticate lodi dai presidenti delle commissioni d’esame e baci e abbracci”. I genitori di oggi ammiccano ché, a differenza di quelli di ieri, non riescono a sopportare le ansie e i problemi da risolvere, se i loro degni parti Frequentassero una Scuola Severa, Rigorosa, cioè, una Scuola che Facesse il Mestiere di Scuola, che Si Rispetti, Somministrando Competenze ai suoi Scolari, a seconda del suo precipuo Indirizzo, ContestualizzandoLe in un solido Sfondo Umanistico, ché Esse in Uso fossero di Uomini e di Cittadini. Così ammicca oggi, ammicca domani, da’68 del secolo scorso, il declino culturale del popolicchio italiettino s’è fatto sempre più icastico, in quanto nudato, oltre che di sufficienti competenze di indirizzo tecnico scientifico, di quell’ alone Umanistico, soprattutto, senza del quale qualsiasi sapere, ove ci fosse, sarebbe direzionato non “pro Homine, sed contra Hominem”. Quindi, la nuova classe politica impresentabile, con i renzi, salvini, di maio, toninelli, zingaretti, ad esempio, e in tutti gli apparati dello”stato” , tra cui la magistratura, corruzione e illeciti di ogni specie, a dire poco. Perché, allora, nel meridione lo spreco delle lodi, in controtendenza con le oggettive risultanze valutative dell’”Invalsi”? A parte qualche non dolce pressioncina, le cui modalità sono apprese dalla vicinanza di qualche congrega non del santo rosario, che nel meridione allo “stato”, non di rado, si sostituisce nel punire, nel promettere, nel concedere, vige, ancora, il mito della”carta straccia”, per cui lo ”stato”, quello, internazionalmente, riconosciuto e quello riconosciuto, grazie alle pressioncine non proprio dolci, non potendo, non volendo altro offrire e promettere e concedere ai “poveri di spirito”, elargiscono, titoli cartacei, con lodi e ”vasa, vasa”, col sottotitolo: ”Capisc a me!”.

 

Cicerone in soffitta? Il quale diseducava i giovani, che aspettavano il turno per rimpinguare le legioni dei suoi compari, col famoso tormentone: “Dulce et decorum est pro patria mori”. A conti fatti, poi, “pro patribus”, cioè, per gli interessi dell’aristocrazia senatoria e della nascente classe degli “homines novi”, la classe, a cui apparteneva l’avvocato dei delinquenti e il difensore dei giusti, quando costoro erano vessati da delinquenti suoi nemici, interessata alla riscossione delle gabelle, all’appalto di opere pubbliche, all’ usura “et similia”. Oggi, invece, i giovani italiettini, muoiono, a parte quelli che il padre eterno rivuole, subito, indietro, in cielo, come fabulava mia madre, “pro droga”, “pro alcol”, “pro folle velocità”, se hanno un mezzo da trasporto ai ” cipressi”, “pro rave”, una specie di baccanale, spogliato, dimidiato, però, degli intenti rivoluzionari dei “Baccanali”  italici, dall’aristocrazia senatoria romana nel sangue repressi nel II secolo a.c. con il”senatusconsultum de bachanalibus”. Infatti, uno studente universitario foggiano, qualche mese fa, per non pagare il biglietto d’ingresso, così favoleggiano i”rumors”, ossessionato dal fare parte di un”rave”, organizzato, senza autorizzazione delle autorità accademiche, dai suoi colleghi all’interno dell’università ”La sapienza” in roma, nel tentare di scavalcare un cancello, a punta di lancia nella parte superiore, si produsse la lacerazione dell’arteria femorale e, ora, non c’è più.. A parte la “pietas” per una vita autostroncatasi, come non versare lacrime amare nei riguardi di un’Antica Istituzione Culturale, dai suoi clienti ridotta a luogo di bagordi e di umano scempio? Quanto avrei auspicato che il ministro di ferro, salvini, mascherato da poliziotto,, si fosse presentato tra i “non studenti”, al “rave” intenti, e con il piglio mussoliniano, che ostenta nei riguardi di tutti gli Sfigati della “Terra”, avesse Denunciato che il vero, autentico problema italiettino non sono i”Migranti”(che Migrano dalle loro Terre natie, per sfuggire alle tragedie politiche, sociali, economiche, culturali, causate dal neocolonialismo delle potenze occidentali, mai stanche, sazie di impoverirLe delle ricchezze immense, custodite dalla Natura nel grembo di Esse), ma il cumulo di cretinanaggine, che si annida nei crani della più parte  dei giovani italiettini, alimentata dalle famiglie di provenienza, viepiù  indotta dall’istituzione scolastica, dalla materna alla maturità, si fa per dire, o al diploma e”laureata con lode” nelle università italiettine, anche  nelle migliori, scadute, per la scarsa autorevolezza dei rettorati e del corpo docente, al livello di deposito, per lo più, di asini, di semianalfabeti, ovviamente, non con il gusto di “Divertirsi”, leopardianamente, con lo Studio, sebbene, per perseverare nell’umana imbecillità con il”rave”, allestito con insipienza nella ex “Sapienza”.

 

Bergoglio continua a parlare di “Ultimi”, in linea con quanto avrebbe sostenuto il nazareno, attraverso i ricordi degli apostoli, contrapponendo, spesso, il ricco al povero. Comunque, IO vorrei Chiedere a bergoglio: ”E una fatalità che debbano esistere i ricchi e i poveri? Invece di versare fiumi di lacrime sulle sofferenze dei poveri, ché non Denuncia le cause politiche, economiche, sociali, culturali, Direi, che nella Storia e nel presente hanno generato, generano la povertà dei moltissimi e la ricchezza predona dei pochissimi?”. Mai, da quella finestra, da bergoglio e dai suoi predecessori, come lui reticenti, è stata Rilevata e Rivelata l’aberrante scia di sangue con la quale il capitalismo ha segnato i millenni, i profitti ingenti, lo sfruttamento delle masse lavoratrici, che li produce, le politiche imperialistiche, colonialistiche, neocolonialistiche di ieri e di oggi delle superpotenze, che si possono contare sulle dita di una mano; giammai,  sono stati fatti i nomi e i cognomi dei responsabili di ieri e di oggi di siffatte politiche! O bergoglio, il folclore, inutilmente, buonista dei tuoi interventi non solo non solleva gli ”Ultimi” dalla loro immane condizione di degrado materiale e spirituale, ma non impensierisce coloro che ci tengono a farsi fotografare con te(vedi putin), per depistare dagli occhi dei poveri di spirito l’avarizia, che continueranno, imperterriti, decisi, convinti a coltivare, appena dopo essersi allontanati dal”cortile di san damaso”.

 

“Uomo di panza, uomo di sostanza”, così si definisce salvini in risposta a un sottosegretario agli esteri grillino, che l’aveva definito un”higuain fuori forma”. A codesto livello è reclinata la dialettica politica tra un ministro degli interni e, Ripeto, un sottosegretario agli esteri! Ma i due, per i quali, appena sopra, abbiamo Recitato, Stupefatti, la nostre Geremiadi, non sono, affatto, degli alieni, non sono funghi sbocciati da un terreno sconosciuto. Essi sono stati generati da una zolla di mondo, che è la penisola italiettina,; essi sono usciti dalla pancia di un popolicchio che, quando deve fare valere le sue sragioni, si riferisce, ormai, agli adagi non commendevoli della sottocultura mafiosa o, per stare un centimetro più sopra del fondo, ai modi di essere, di esistere, al “look” dei bellimbusti del sistema “calcio”, non Sapendo Parlare d’Altri, non Conoscendo Altri, in quanto la pedagoga televisione non d’Altri ha esso Parlato, non Altri ha a esso Proposto, come Modello di Popolo, che dovrebbe Porgere l’Orecchio alle Sillabe, agli Accenti  Ineludibili di Dante, di Leopardi, ad esempio, invano, Vissuti, Operanti, a prezzo di umilianti Sofferenze, tra i suoi immeritevoli antichi.

Pietro Aretino, già detto, Avena Gaetano

 


Pubblicato il 31 Luglio 2019

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