Minima moralia (Meditazioni sulla Vita Offesa. T, Adorno) (17)
Urrààà! Vita, vita, vita al dott. In scienze motorie, marco bussetti, ministro del “miur”, che con impagabile tenacia ha riportato nelle italiettine scuolette l’ ”educazione civica”, ovviamente, come tutte le riforme e controriforme, propugnate, realizzate, incentivate, sollecitate, auspicate dai ministri, per qualche mese sullo scranno del miur, a costo zero, tali le nozze famose con i fichi secchi. I ministri del “miur” passano e i quintali di fichi secchi, che stazionano nei bassi del ministero trasteverino, ahimè, restano! Sicché con le 33 ore annuali (gli anni in vita del nazareno!), non in aggiunta al monte delle ore curricolari, ma raschiate da esso, senza galvanizzare con qualche euro lo striminzito obolo mensile, che lo “stato” italiettino, il più pidocchioso verso i suoi dipendenti scolastici, tra quanti ce ne siano di “stati” in europa, nel mondo e, magari, nel terzo mondo, si pregia, si sforza, di elargire, malvolentieri, agli spregiati, ormai(anche, o soprattutto, per colpa loro), condannati in cattedra, senza, preliminarmente, formarli per questa nuova avventura didattica, da vivere tra le già dette ristrettezze di tempo, di spazio, di sesterzi, il leghista marco bussetti, da gallarate o da varese, è certissimo di poter sconfiggere tutte le criminali negatività dei giovani italiettini, di cui la cronaca nera, “cotidie”, si occupa, tanto che , grazie ad essi, media cartacei e catodici fanno festa, aumentando gli spazi pubblicitari a pagamento. Codesti ministri del governo gialloverde non hanno, assolutamente, il gusto, il senso del limite: l’ex bibitaro del san paolo in napoli, qualche tempo fa, definì il “reddito di cittadinanza” lo strumento legislativo per sconfiggere la povertà, che a conti fatti si sta rivelando un “flop” e un inutile sperpero dei pochi euro dell’erario italiettino; il ministro della giustizia, tal buonafede, che, quando è costretto a chiarire le ragioni del suo agire, sembra in gramaglie pregare i suoi interlocutori a dargli, comunque, ragione, altrimenti sarebbe capace di suicidarsi, ha definito epocale la sua riforma della giustizia, quando altri l’hanno burlata, come acqua fresca; il bussetti ha definito ”giornata storica” quella in cui un senatucolo annoiato ha dato il ”nulla osta” al ripristino sui banchi della scuoletta italiettina, dalla materna alla “maturità”, si fa per dire, o al diploma, utile per, dietro raccomandazione, farsi mandare a morire in afganistan, del niente, chiamato”educazione civica”. Se qualcuno dei miei 25 Lettori, o tutti, vorranno rendersi conto dell’abominevole bufala, chiamata “educazione civica”, faccia un viaggio in “internet”, digiti “internet” e sarà sbalordito, stupefatto, oltre che scandalizzato, della enorme, immane, mostruosa quantità di argomenti, che i rassegnati insegnanti del pubblico promozionificio, diplomificio, maturificio saranno costretti a trattare nelle fatidiche 33 ore annuali con insegnamento trasversale (che il legislatore, non sapendo in cosa consista, s’è guardato bene dal precisarne le forme, le opportunità, le modalità), sottraendo, magari, qualche orina all’insegnamento dell’italiano, della matematica (proprio le due discipline in cui, secondo i “test dell’Invalsi”, i non studenti italiettini, soprattutto quelli meridionali, asinano), all’educazione fisica e alla religione. A dire il vero, IO abolirei,”tout court”, codeste due presunte discipline, in quanto, per obolare i non insegnanti di esse, si disperdono non pochi milioni di euro; della cui assoluta inutilità lo spazio e il tempo, a ME concesso, non MI concedono di Elencare le Ragioni, le Motivazioni, Igieniche, per la prima, ed Etiche, Giuridiche, Costituzionali, per la seconda. Ahimè, nonostante, dalla fine dell’infausto ventennio ad oggi, tanta sinistra nella”stanza dei bottoni”, ora inciuciata ai governi democattolici di turno, ora, direttamente, al governo, si parla di una scuoletta di uno “stato”, quello italiettino, per certi versi, ancora, sotto le forche caudine o sotto l’egida dei “patti lateranensi”(che, a braccio, cosi’, recitano: ”La formazione dei giovani dovrà compiersi secondo i dettami dei princìpi cristiani, nella tradizione cattolica”), stipulati tra il benito da predappio e lo “stato del vaticano” che, il popolicchio non dimentichi, è uno “stato” straniero a tutti gli effetti. Per entrare”in medias res”, senza ulteriori indugi, cerco di sintetizzare il più possibile gli argomenti, oggetto dell’”educazione civica”, che, secondo il leghista bussetti, servirà da panacea dei mali di cui, drammaticamente, soffre la “juventus” italiettina, avendo fatto proprie, facendo proprie tutte le porcherie della sottocultura anglosassone, dispensata dalla tv italiettina, la vera, irrefutabile, irrevocabile, ascoltata pedagoga, ormai, dei pargoli italiettini, surrogando le inadempienze, sul Piano, Eminentemente, Culturale, della scuoletta italiettina. Pertanto, durante le fatidiche 33 ore annuali di’”educazione civica”, si parlerà della Costituzione italiettina, delle istituzioni dello “stato” italiettino, dell’”unione europea”, degli organismi internazionali (i non studenti italiettini del primo ciclo studieranno argomenti che vengono, normalmente, trattati nelle facoltà di relazioni internazionali e diplomatiche; dopo il diploma o la maturità, in massa, si iscriveranno in una delle facoltà , di cui sopra, per studiare la grammatica, la sintassi, le tabelline, beypassate nella prima infanzia); della storia della bandiera italiana (salutare, secondo bossi, il fondatore della “lega”, il partito di bussetti, alla pulizia del culo); dell’inno nazionale (che salvini, il probabile, a breve, futuro capo del governo, grazie alla stronzaggine di un popolicchio, politicamente, analfabeta, e il leghista giorgetti, l’attuale sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri, non intonano, deliberatamente, in pubbliche cerimonie, perché, ovviamente, non si sentono italiani); l’educazione ambientale, l’educazione alla legalità; l’educazione al rispetto del patrimonio culturale e dei beni pubblici, etc., etc., etc.,etc.; il tutto integrato con esperienze extra – scolastiche, per significare che si è autorizzati dal legislatore ad aggiungere, “extra moenia” scolastiche, altro parascolasticume, per non dire altro paraculame, nella composizione dei “pof”, alle tonnellate di esso che, già, mette tra parentesi lo Studio e l’Approfondimento delle Discipline Curricolari, precipue di ciascun grado e indirizzo scolastico. Cari miei 25 Lettori, E’ Tutto l’Uomo che Si Educa, che Si Tira fuori dall’”Animal”, per FarNe Cosa? Prima di tutto, un Cittadino, un ”Civis”, con i suoi Diritti Irrinunciabili, a cui Devono Opporsi Doveri Inoppugnabili. Quanto Innegabile Orgoglio, Racconta Cicerone nelle ”Verrine”, v’Era, prima di morire, condannato a morte dal governatore romano della sicilia, verre, in un romano che, con lo sguardo rivolto dalle sponde di messina a quelle calabresi e, quindi, di là a roma, a squarciagola, Gridava: ”Civis Romanus Sum” e tu, o verre (Continuo a braccio), che sei romano, come Me, non puoi condannarMi a morte, in quanto la Legge Romana Contempla l’”Habeas Corpus”, fino a quando il popolo romano, chiamato in giudizio, non giudichi che il mio Corpo mi debba essere sottratto, per eseguire la condanna, che mi è stata inflitta. E i Doveri? “In Interiore Cive Habitant Officia”, se c’E’ il Cittadino Attivo, Responsabile nei riguardi di Se Stesso e della Comunità in cui Vive, che Si Sente in ogni Momento, Solidarmente, Parte della Comunità in cui Vive, Impegnato nella Promozione Culturale, che è Promozione (DIS)umana di Se Stesso e della Comunità, in cui Vive. “Civis”, consapevolmente, Attivo e Passivo: Attivo nell’Esercitare con acquisita Competenza il Diritto-Dovere al Voto, per Eleggere i suoi Rappresentanti nelle Deputazioni Istituzionali e nel Controllare, nel Giudicare con altrettanta Competenza la Realizzazione dei loro Impegni Programmatici; Passivo nella Ricerca di Consensi alla sua Visione Politica, se Ritiene di Essere Degno, per Preparazione, Dignità Etica, Storia Personale, che su di Lui Convergano i Voti, i Consensi dei suoi Pari. In giro si blatera che le istituzioni culturali, si fa per dire, italiettine, specie a livello accademico, sfornino pochi diplomati e pochi laureati. Invece, bisognerebbe lamentare che si sfornino pochi Uomini e, dunque, pochi Cittadini. Per “Fare l’Uomo e il Cittadino” è Necessario che la Comunità Deliberi Investimenti, prioritariamente, Direzionati alla Scuola, la Sola in grado di Produrre nei suoi Allievi l’Ineludibile Convincimento: che l’Acquisizione di ogni Sapere, di ogni Competenza Debba Partire dalla Interiorità dell’Uomo e all’Uomo Debba Servire, alle sue Relazioni, ai suoi Rapporti Interpersonali, Trapuntati di Scientificità, di Razionalità; che Il Sapere Scientifico abbia Proficue Ricadute sull’Uomo, Spazzando via ogni “ipse dixit”, ogni pregiudizio, ogni presunta inconfutabile verità, in quanto non verificata dall’esperienza, dai fatti, dall’esperimento, dall’evolversi, in termini di efficacia, delle protesi tecnologiche che, continuamente, Permettono all’Uomo di Migliorare le sue Indagini; che Il Sapere Umanistico Responsabilizzi il Sapere Scientifico nel senso che ogni sua Scoperta, ogni suo Avanzamento nella Conoscenza della “Terra”, della “Casa” in cui tutti gli Uomini Abitano, siano Fattori di Felicità per tutti gli Uomini.Sì che Si Porti a Compimento l’Unità Funzionale del Sapere: Non la “Casa” Indagata Scientificamente, e chi la abita, cioè, gli uomini, in balia della fede, della superstizione, dell’abitudine, ma, Scientificamente, Siano Oggetto di Indagine sia il nostro Pianeta e l’Universo, sia l’Uomo e la Carne, per cui Egli Esiste, la sua Mente, che ad Essa Dona il Soffio Vitale, Spirituale, Dissolto in una Storia particolare, e le sue Esteriorizzazioni, i suoi Trasporti verso altri Uomini e altre Carni, Segnate da altre Menti e da altre Storie particolari.”Sic stantibus rebus”, il fine dell’Istruzione, della Educazione non è la produzione con ritmi industriali di secchioni disponibili ad ogni tipo di prostituzione nei confronti dei potenti, dei detentori del potere, ma di Cittadini che non hanno bisogno di una legge, che loro imponga doveri e assegni diritti, o che li istruisca: su come ottenere il rispetto, da parte dei loro simili e da parte di qualsiasi autorità costituita, dei loro diritti; su come essere ligi a doveri, pena lo sversamento da parte di essa su di essi di castighi di vario genere. Nel Patrimonio Culturale, Umanistico, Scientifico della Scuola, nel Far Tesoro di Esso, nel Cibarsi, machiavellianamene, del Cibo, Preparato dai Grandi del Passato e del Presente, che solo la Scuola può Offrire, Sta la Risoluzione di ogni problema pedagogico. Nella scuola gli Insegnanti, i Maestri non Attendano ad altro che a FarSi Voci, neanche interpreti, dei Grandi, per Smuovere e Commuovere gli Animi dei Loro Discepoli, Portandoli, Direi Costringendoli, in più spirabil aere a Contemplare l’Idea della Bellezza e del Bene e della Giustizia e della Verità. Infine, e – grege bussetti, grazie alla “lega”, ministro del “miur”, addirittura, sarà pure vero, come è vero, che la Costituzione con i Valori Imprescrittibili, di cui Si fa Carico, Contribuisce a ”mantenere unito il nostro paese”, come lei proclama, non so con quale e quanta convinzione, ma lei, in contraddizione con quanto scrive, appartiene ad un partito, la”lega” che al suo interno non è, giammai, stato democratico. Ebbe in passato un capo assoluto, il fondatore bossi, che ardì di parlare di secessione della “padania” dal resto dell’Italia,vandalizzando con parole da bifolco la Bandiera di Essa; ha, ora, un capo,viepiù, assoluto, il salvini che, sotto le mentite spoglie della’autonomia differenziata, vuole ripetere il tentativo di separazione di tutto il nord, Ripeto, dal resto dell’Italia, per plebei, ingiustificati grugniti di avaro denaro, non per ragioni identitarie, perché una nazione padana non è, mai, esistita, come non è, mai, esistito un popolo padano che abbia, mai, avuto nobili riferimenti culturali unitari, se non quelli Testimoniati da Don Lisander che, se potesse alzare la Testa, Si Vergognerebbe degli escrementi egoistici, di odio, di rancore, che il suo partito da decenni e, oggi, con salvini con più vigore disseminati per la penisola. E’ incontrovertibile che dall’ ”unità d’italia” la forbice dello sviluppo economico s’è accentuata tra il nord e il sud, ma è altrettanto incontrovertibile che la fortuna, la prosperità, il benessere economico del nord l’ha, in vari modi e circostanze, favorito il sud con la storica ruberia, perpetrata da emissari piemontesi, del tesoro del “regno delle due sicilie”, custodito nel “Banco di Napoli” , permessa dal massimo dei coglioni, il garibaldi, dittatore ”pro tempore” in napoli. Di seguito, con i governi capeggiati da meridionali, forniti di ministri meridionali ma, vilmente, asserviti ai padroni delle ferriere del nord, tenendo, sempre, in piedi, senza,mai, risolvere la “questione meridionale” che, in realtà, doveva essere la questione dell’ impedire, progettualmente, intenzionalmente, lo sviluppo economico, e non solo, di tutto il meridione, ché sempre funzionale fosse agli interessi economici, neanche di tutto il nord, sebbene dei “cummenda” del nord, ammanigliati ai baroni, agli agrari, ai latifondisti meridionali, che avrebbero per loro allevato, disposto, approntato gli amanuensi, gli scritturali in parlamento e al governo per redigere leggi “pro cummenda”, di cui sopra, approvarle, metterle a regime. Al bisogno dei “cummenda”, la manodopera, fuggitiva dal deserto economico del sud, sarebbe stata sfruttata, utilizzata per lo sviluppo, quasi “a gratis”, del nord, in una situazione sociale di umiliazione, di esclusione, che continua ad essere, oggi, il vostro stigma nei confronti di coloro che arrivano sulle ospitali(???) sponde italiettine dalle zone più ricche del pianeta, in quanto a ricchezza del sottosuolo, che si rivelano, di contro, le più povere per i miliardi di nativi, derubati, maltrattati, schiavizzati dalle oligarchie egemoniche delle potenze occidentali, imperialiste, colonialiste, neocolonialiste. Non è lei, quindi, o bussetti, né salvini, né i vostri codazzi, ormai, anche grazie a una scuola che più non Fa Parlare Dante, Leopardi, Don Lisander, disseminati, come la gramigna, per tutto lo stivale, che si può appropriare, ovviamente, per finta, della Costituzione, sempre sul punto di Ricordarvi, ove La sappiate, La vogliate Leggere che l’Italia è “repubblica una e indivisibile”; e ”repubblica che riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’Uomo”. Dell’Uomo, non del padano o dell’italiano; non dell’ uomo maschio, sano, normale, occidentale, ma dell’Uomo, quale che sia la più lontana zolla natia, perfino dei Nascituri nel grembo di Madri che, per disperazione,rischiano l’onde del mediterraneo, nell’illusione di farLi Nascere tra il Calore di Cristiani Accoglienti, che con il Crocifisso in bocca, Fanno loro Sperare Amore Cristiano e Affetto Cristiano e, invece, quei cristiani, a conti fatti, per la più parte cattolici tridentini, non hanno altra culla dove collocare le “Vite in Fieri”, se non gli abissi del mare.
Pietro Aretino, già detto Avena Gaetano
Pubblicato il 7 Agosto 2019