Cultura e Spettacoli

Minima moralia (Meditazioni sulla vita offesa. T. ADORNO) (2)

In “ A raccontare comincia tu”, trasmesso da “Rai3”, nel quale raffaella carrà intervista personaggi di successo, appartenenti a tutte le partiture dell’umano agire, alle varie mondane apparizioni ed espressioni dell’umano “esserci”, pare che gli autori del programma si siano, almeno per le prime 4 puntate, preoccupati di non, eccessivamente, “allargarsi”, per usare un verbo, mantra o tormentone, di maurizio costanzo,  nel Donare al pubblico italiettino, diseducato, intellettualmente, politicamente, musicalmente, dalla robaccia, che h24 gli viene ammannita, propinata da tutte le reti televisive, il Meglio, il Divino, il Sublime, paventando il rischio che esso possa minacciare di volere uscire, come lo schiavo del “Mito Platonico della Caverna”, dalla pozzanghera cambronnata, in cui è stato inabissato dalla “telecrazia” e dalla”socialcrazia” e Liberarsi, Purificarsi, Lavarsi della merda in essa contenuta. Sì che dall’eclettico (quando si parla di eclettismo, non ci riferiamo, giammai, a qualcosa di tanto sbalorditivo, da farci impazzire) giullare della risata, del canto leggero, fiorello, la carrà  s’è cimentata nell’Intervistare la Divina Sofia Loren che, pure, sarà, indirettamente, incolpevolmente, un’affine della mussolini, sangue non mentitore di mussolini; che,  magari, con tale e tanta vicinanza qualche ideuzza destroide le passerà pure per la testa, ma a noi non importa niente, anche perché Coloro che  l’Arte Coltivano Sono, Crocianamente, Autonomi dalla loro storia e dal loro vissuto quotidiano, anche se la loro pedana di lancio nel manzoniano “più spirabil aere” non potrà non essere la loro storia in comunione con il loro vissuto quotidiano. Chi Viene, per qualsiasi ragione, Catapultato nel Mondo dell’Arte, se è vero che viene Catapultato dalla sua storia e dal suo quotidiano vissuto, è, altrettanto vero, che Deve, necessariamente, Fare i Conti con un Mondo Altro da quello di partenza; un Mondo in Continua Trasformazione, nel quale, Provando e Riprovando, Si Ottiene la Forma, Ove Sono Indistinguibili la Fatica, le Lacrime, il Sudore, i Ripensamenti di Sillabe, di Parole, di Note Musicali, di Pennellate, di Tocchi di Scalpello, dallo  Struggente Ribollire nell’Artista di Intime, a volte Indicibili, Motivazioni Psicologiche, Ideologiche, Politiche. Tutto, contestualmente, E’ in Cammino, Tutto all’Unisono S’allontana da ciò che L’ha generato, Tutto è, sempre, più Vicino all’Ideale, a come Deve, non dovrebbe, Essere l’Uomo, a come Deve, non dovrebbe, Rapportarsi all’Altro Uomo, a come Deve, non dovrebbe, Convivere con l’Altro Uomo nella Casa Comune, la “Terra”. Dante, nel suo progetto, diciamo, editoriale, pone, situa gli omosessuali all’inferno, ma nell’Immaginazione Poetica Avviene il Miracolo della Sua Catarsi: appena Intravede il suo Maestro, Brunetto Latini, VenirGli Incontro, tra i sodomiti, Gli Si Inginocchia, avendo Fissa in Mente la sua Figura Paterna, quando Gli Insegnava, “Come l’uom s’eterna”. Mirabile Esempio, Testimonianza di Autonomia dell’Arte e dell’Artista! E Ritorniamo alla Cara Sofia, se Altro di Mirabile, non avesse Fatto, Interpretato, come non RicordarLa nel Film di Ettore Scola ”Una giornata particolare”, a proposito di omosessuali non certo nelle corde della nipotina, figlia di sua sorella e del figlio di mussolini? Sofia, in questo Film, nelle vesti di Antonietta, moglie di un impiegato statale, fervente fascista, Viene Sedotta, Si Lascia Rapire dal Fascino Segreto di Gabriele, omossessuale, antifascista, licenziato dalla “eiar”, perché tale. Dopo Sofia Loren, ieri, giovedì 18 aprile, la carrà  ha Intervistato Riccardo Muti, Grandissimo Direttore d’Orchestra, che oltre ad Essere un Musicista di Spessore Planetario, ha Dimostrato nell’Intervista di Essere un Uomo, siccome Leonardo, Totale: “Umile Terrone” con immenso Vanto dei suoi Natali Pugliesi, Campani, Basilischi e Intellettuale non chiuso, arrogantemente,  nella torre eburnea della sua Genialità che, comunque, E’ da Lui Impiegata, Dispiegata ad Assimilare ad Elevare al  Proprio Livello ed Energia Tutti Coloro che da Essa, con Talento, Passione,Vogliono Trarre Profitto. Purtroppo, dopo l’ ”Homo Sublimis”, la carrà intervisterà la mèntore dei tronisti. Come dire: da Coloro che, secondo Dante, Siedono sui”Troni” nell’”Empireo, detti Angeli”Troni”, ai tronisti della de filippi, che stanno sul cesso.

 

Nella tappa di gerusalemme della sua trasmissione televisiva”Città segrete”, corrado augias, interpretando il pensiero di gesù e parafrasandolo,  ha detto che per il nazareno non sarebbe stato possibile cambiare la/le società, se prima non si fossero cambiate le coscienze. Giustissimo, verissimo, sì che, amaramente, non possiamo non Constatare che, ad onta di oltre duemila anni dalla predicazione del nazareno,  dimidiata, forse, impoverita, incattivita dall’intolleranza del cattolicesimo paolino nei riguardi delle varie sette, filiazioni di essa, i planetari rapporti tra gli uomini e, quindi, la/le società, che essi hanno costituito, che costituiscono, non sono cambiati punto: guerre, scandalosa miseria di molti, insopportabile ricchezza di pochi; insomma, “homines lupi hominibus” a tutti i livelli. Abbiamo, spesso, Ripetuto con Sartre che l’uomo fa la storia e questo uomo è stato capace nei millenni , + ancora capace di porsi di fronte alla Natura e di indagarLa con mente e metodo scientifico, dotandosi, anche, di protesi tecnologiche, sempre più adeguate alla ricerca in “progress”, ma non è stato in grado di porsi davanti allo specchio della sua coscienza, della sua consapevolezza, per emendarsi: con altrettanto metodo scientifico dalle sue  paure di un dio, che atterra e che premia; dai suoi dubbi sull’origine del mondo, sulla mortalità o immortalità dell’anima, ritenuta “res o sostanza”, inspiegabili, dato il Conforto delle Scoperte Scientifiche, alle quali si era appassionato e si appassiona; ma, soprattutto, dal suo egoismo , non innato, sebbene a lui somministrato dalle istituzioni, di cui egli stesso si è dotato,, continua a dotarsi, che lo hanno allevato e lo allevano, la famiglia e lo stato (così chiamato, ché le sue trasformazioni, ove si originino, debbano essere, assolutamente, impercettibili). Codesto uomo, così schizoidemente, bipolare, poiché: in balia di fedi, di superstizioni, ingabbiato in regole morali, che lo hanno reso e lo rendono, talvolta, indisponibile ad una serena, felice, non sporcata da introiettati sensi di colpa, gestione del suo essere sessuato, quando a se stesso si rapporta e all’altro uomo; di contro, inappuntabile, rigoroso, libero da qualsiasi pregiudizio, indagatore della Natura, non è Riuscito, mai, a Fondare un Mondo Fatto di Relazioni, Razionalmente, Strutturate, in quanto, storicamente, è prevalso l’uomo egoista, fideista, propenso a metaficicizzare le sue paure e i suoi dubbi, non l’UOMO ETICO, dalla Condotta verso Stesso e verso l’Altro, Direzionata dalla Ragione e dalla Scienza. Al medesimo fallimento è andato incontro l’altra messianica ideologia, il marxismo, che ha dovuto fare i conti con il medesimo uomo, con cui s’è scontrato il cristianesimo: il Regno dell’Amore, il secondo; la società in cui a Ciascuno Sarà Dato Secondo i suoi Bisogni e le sue Capacità, il primo. E come? Trasformando l’ ”Economico”, RendendoLo più Umano, Traslando dai privati alla Comunità i Beni di Produzione della Ricchezza, poi, giustamente, Distribuita. Per poter Rendere Operativi Siffatti Prerequisiti Finalizzati alla Realizzazione di Società, non Viste nei millenni, sarebbe stato, sarebbe necessario che essi non fossero stati, non fossero calati sulla testa bacata dell’uomo, in una parola egoista, individualista, ché sarebbe successo, ciò che è, inevitabilmente, successo: delle due, l’una: o la libertà, quasi sempre anarchica, delle classi egemoni, soprattutto, senza giustizia e uguaglianza o la giustizia, si fa per dire, e l’uguaglianza senza la libertà, quasi sempre anarchica, delle classi egemoni. Quando e dove s’è tentato di realizzare il messianismo marxsista, sono stati innalzati i patiboli, ché è stato impossibile sradicare  l’egoismo individualistico dalle coscienza di chi avrebbe dovuto Vivere e Operare per la Comunità che, nella misura in cui fosse Stata, ognora, più Florida con il Contributo di Tutti i suoi Componenti, sarebbe Stata Madre, ognora, più Benigna di Bene, di Beni, di Servizi nei confronti di Tutti i suoi Componenti.

 

Bari, allo scadere del mandato sindacale di de caro, è diventata un immenso cantiere. Come mai abbiamo aspettato 5 anni, ché tale diventasse la città nicolaiana? Com’è autoreferenziale la politica, oggi. soprattutto, e senza pudore alcuno, certa che tutti gli elettori passivi (sperando che de caro sappia chi essi siano e cosa la democrazia a loro delega) siano ciechi, sordi, muti, come le tre scimmie. Invece, i Pochi, ma Buoni tra essi, Osservano, constatano, Risolvono che tutto scorre, eppure l’acqua è, ognora, la medesima, non dalle albiche cime innevate, sebbene dai bagni, su di esse imposti, per i bisogni fisiologici di coloro che, in molti, le frequentano.

 

Mentre le Parole dei Poeti Rimandano a un Sovrasenso Etico, universalizzante, le parole, se non i grugniti, di salvini e quelle, in generale, della nova turma di italiettini politici quarantenni,  alludono a un greve sottosenso privatistico. Se salvini dice ”lavoro”, egli, che non ha mai lavorato,”statim” si proietta nella fatica, ché per lui tutto è fatica: di riprendersi, videandosi, nell’ingozzarsi, addentandolo, un panzerotto, per mostrare al suo popolicchio, sondaggiato in gran numero, per ora, di sapere, di potere, anch’egli, gustare le prelibatezze culinarie del “sud” italiettino, come tutti i condòmini di uso comune del “nord” e del ”sud”italiettini, che possiedono, solo, la pancia e gli sfinteri in grado di espellere ciò che manducano. Il Pensiero E’ un’Altra Cosa!; di acconsentire a una foto con un idiota. Inoltre, quando salvini si riferisce con, quasi, lacrimata commozione ai ”nostri figli”, tormentone di tendenza, mantra consono alla sottocultura fallica dei politici quarantenni italiettini, come lo scomparso putto gigliato, come, nel suo piccolissimo, il capo di un condominio a “nord” di bari,  non pensa ad altro o ad altri che ai suoi figli e all’ostentato “celodurismo bossiano”, che li ha prodotti.

Pietro Aretino, già detto Avena Gaetano

 

 

 


Pubblicato il 24 Aprile 2019

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