Cultura e Spettacoli

Minima moralia (Meditazioni sulla Vita Offesa. T. Adorno) (20)

Apprendo da un telegiornale che in caivano, un comune della città metropolitana di  napoli, tutti sapevano, comprese la sua maestra e la preside dell’istituto comprensivo, frequentato da un bambino di 8 anni, barbaramente, letalmente, trucidato di botte dal suo patrigno, arrestato, poi, con la sua compagna, madre del bambino, che, inerte, assisteva, senza tentare di proteggere le sue creature dalle sevizie, perpetrate dall’energumeno ai suoi figli (ché, anche, la Sorellina del Bambino ucciso subiva, da tempo, le medesime angherie, riservate al Fratellino). La maestra del Bambino e la preside, giustamente,, ma meriterebbero di essere processate per concorso in infanticidio, dall’ufficio scolastico della regione campania sono state sospese, l’una dall’insegnamento, l’altra dalle sue funzioni di dirigente scolastico e dalla magistratura indagate per omessa denuncia delle inenarrabili sofferenze, che venivano inferte ai loro due scolari. IO non Mi sono sorpreso del comportamento degli abitanti di caivano, non Cittadini, non solo perché i ”social” ci hanno educati ad essere spettatori, indifferenti, omertosi, di qualsiasi delitto l’uomo compia nei riguardi dell’altro uomo; non Cittadini, ché la sottocultura di una città, come napoli, un tempo capitale europea con immenso Spessore, Tasso Culturale, che cosa predica? Cosa ammonisce? A cosa, Ripeto, Educa? A: ”Chi se ne fut; nun sung cazz nuost; ch c’mport a nuj”. E, anche, nel sud dell’italietta siffatti umani comportamenti, atteggiamenti, serpeggiano tra gli “animalia”, mai, assurti alla Razionalità solidale dei Cittadini. Non so se in altre zolle del pianeta esistano “animalia” così, irrazionalmente, strutturati, ma so che nel sud dell’italietta così si viaggia nella solitudine: gli uni accanto agli altri , non gli Uni insieme agli Altri. A volte, se non spesso, pure tra le mura, senza porte e senza finestre, di una istituzione, come la famiglia che, propedeuticamente, dovrebbe essere, idealmente, la Dispensa piena, fornita d’Amore, di cui i componenti di essa dovrebbero, quotidianamente, Cibarsi: piccole Vite decise ad Amare, ovunque e chiunque.

 

I Bambini sono, sempre, stati le vittime delle nefandezze degli adulti. In un passato remotissimo venivano usati per sacrificare agli dei, poi, sostituiti con gli animali, specialmente, agnelli. Anche nelle società precolombiane è stata accertata la pratica dell’infanticidio, per gli usi, di cui sopra. Nella Letteratura Greca e in Quella Latina Euripide e Lucrezio Raccontano il “sacrificio di ifigenia”, il Primo nella Tragedia” Ifigenia in Aulide”, il Secondo nel Poema ”De rerum natura”. Ifigenia era la figlia di agamennone, il “primus inter pares”comandanti greci, impegnati nella guerra di troia. La flotta greca era bloccata in aulide per una bonaccia. L’indovino calcante vaticinò che nessun vento avrebbe spinto le navi greche alle rive di troia, se agamennone non avesse tacitato l’ira di artemide, dea dei boschi, con il sacrificio di ifigenia, in quanto il re greco si era reso reo di aver ucciso, in una battuta di caccia, un cervo nel bosco sacro della dea. Agamennone, anche incalzato dagli altri comandanti greci, pur distrutto dal dolore, dovette accettare che la figlia fosse sacrificata per ineludibili “ragioni di stato”, diremmo oggi. “Tamen”, al momento fatale, la dea, impietositasi della fanciulla, la rapì e la sostituì con una cerva. Saltano subito agli occhi le notevoli somiglianze del sacrificio di ifigenia, Raccontato da Euripide e da Lucrezio”, con l’episodio del sacrificio di isacco, raccontato nella “Genesi”(22:1-13). Dio, per mettere alla prova la fede in lui di abramo, gli impone di sacrificargli il figlio, il suo unico figlio. Abramo, ovviamente, rincoglionito, come agamennone, accetta, “tamen”, mentre sta per sferrare sul figlio il colpo letale, gli appare l’angelo, che gli dice: ”Non stendere la mano contro il ragazzo. Ora so che ami Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, unico”. Che dire, infine (solo per il poco spazio che Ci è concesso, ché le orrende terribilità nei confronti dei Bambini giungono fino ai giorni nostri, ad esempio, a bibbiano in provincia di reggio emilia), della “strage degli innocenti”, descritta da Matteo (2:1-17)? Gesù nacque a betlemme di giudea, al tempo di erode. I magi, provenienti dal medio oriente, domandavano dove fosse il re dei giudei, che era nato. A queste parole, erode si turbò e s’infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di betlemme e del suo territorio, dai due anni in giù. A Commento degli infanticidi, di cui abbiamo fatto cenno,  di improbabile o incerta verificabilità storica, ma, comunque, simboli eloquenti della stronzaggine umana, universale o generalizzata, laddove ci fossero  uomini che abitassero una qualsiasi zolla del pianeta”Terra”, Diamo la Parola a Lucrezio che, a sua volta, così Commenta la fine tragica di  ifigenia: ”Tantum potuit religio – A sì infame delitto poté spingere, indurre, persuadere la religione”! Come, quando simili efferatezze tra l’uomo e l’altro uomo e, soprattutto, contro i deboli, gli inermi, gli innocenti, come i Bambini? Mai! L’uomo storico, l’uomo apparso nella Storia  è inscindibile, ormai, dalla sua stoltezza criminale, sì che essa è il suo irrevocabile dna.  L’uomo storico è ,così, folle che, non di rado, in varie città del mondo, ha organizzato congressi, convegni, a cui hanno partecipato speciosi saggi, rappresentanti di tutte le nazioni del mondo, che concordassero sulle armi, vietate o non vietate, da utilizzare in guerra, ché giovani contro giovani si scannassero, si scannino tra di loro. Allora? Allora si può solo Sperare che la  Rigenerazione Arrivi da un’Apocalisse Naturale che Stermini tutti gli uomini, sì che dalle ceneri di essi Sbocci la Cellula dell’Uomo Nuovo, Spogliato di tutte le sovrastrutture, le incrostazioni sottoculturali: la religione, la chiusura, l’imprigionamento di essi in istituti o istituzioni, come la famiglia, lo stato, ad esempio, che hanno costituito momenti, elementi di divisione, di contrasti insanabili tra essi. E’ la Natura che deve DeciderSi ad Operare la Rigenerazione della Vita sul pianeta”Terra” e, forse, dell’Universo intero.

 

Se noi meridionali avessimo più dignitosa autostima, non solo accetteremmo l’autonomia differenziata, ma brigheremmo per l’indipendenza da codesta italietta che, da quando fu unita, si fa per dire, ci ha donato: fino a pochi anni fa, la coscrizione militare obbligatoria (sotto i borboni non era prevista) per i nostri giovani, molto, ma molto più dei giovani settentrionali, impiegati a versare il sangue, specialmente, nelle due guerre mondiali, dai padroni delle ferriere del nord volute e caldeggiate, per smerciare, oltre il prezzo di mercato, tutto ciò che di bellico omicida essi producevano; l’estensione del debito pubblico del piemonte o del regno sardo, per le guerre che i savoia avevano combattuto, a tutta l’italietta e, anche, al meridione; cicli ricorrenti di emigrazione interna ed esterna di tanta nostra Forza Lavoro funzionale alla prosperità dei paesi ove Essa veniva diretta, orientata e, anche, alla ricchezza del nord dell’italietta. Per non parlare di quel coglione di garibaldi, che dittatore in napoli, nella capitale del “ regno delle due sicilie”, permise che il tesoro di esso, nel “banco di napoli” custodito, prendesse la via del nord, per finanziare, così, lo sviluppo dell’industrializzazione delle italiettine regioni settentrionali. Perfino delle carrozze dei borboni i savoia, ladroni, grassatori, guerrafondai, s’impossessarono. Cosa, quindi, abbiamo noi meridionali ottenuto dall’unità d’italia fino ad oggi? Basta col farci dire da quella specie di pennivendolo di feltri che siamo sul libro paga dei nordisti!. L’indipendenza, “sic stantibus rebus”, abbiamo il Dovere di Chiedere, da un’entità statale e nazionale che, a conti fatti , giammai, è stata solidale con noi meridionali. Qualcuno potrebbe obiettarMI: ”Allora TU auspichi la ’meridionalexit’ dall’italietta? Non sai che nel mondo, oggi, globalizzato, le piccole entità statali sarebbero maciullate, stritolate dalle colossali entità statali centrali e da quelle meno colossali che, comunque, come le prime, negli scenari economici del mondo hanno, ampiamente, resuscitato, sotto mentite spoglie, il colonialismo e l’imperialismo? Sarò un inguaribile ingenuo, però, ad onta della globalizzazione, microstaterelli, almeno in europa, ci sono e sopravvivono e i loro abitanti che, Spero, siano Cittadini, non muoiono di fame. A braccio: il principato di monaco, il granducato del lussemburgo, la repubblica di san marino,  lo stato del vaticano. Tra l’altro, non MI pare che, stando nel grembo di madre italietta, con la globalizzazione, la puglia, ad esempio, sia stata molto difesa da colei che avrebbe dovuto difenderla. La zona industriale di bari, parlando con rispetto, è diventata un deserto! “Tamen”, il mio era un Argomentare, Direi, “surreale”: ”O settentrionali, volete farvi i cavoli vostri? Volete l’agognata secessione, mascherata nei fatti dall’”autonomia differenziata”? Fate pure, andate pure, ma smettetela di considerare i meridionali, come i vostri mantenuti, perché, a questo punto, dovremmo fare bene i conti del vostro dare a NOI, del nostro dare a voi e il bilancio storico vi sbatterebbe in faccia che siete in debito con NOI. Nessuno ve l’aveva chiesta l’ ”unità d’italia”; da nessun meridionale era stata autorizzata la”spedizione dei mille”, organizzata dal massonaccio garibaldi; i vostri eserciti, scendendo dalla melma padana, hanno invaso il meridione al comando del criminale cialdini e i suoi abitanti, dal maledetto 1861, non hanno fatto altro che versare lacrime e sangue. Faccio mio l’Invito del Foscolo dalla Cattedra di Pavia. Mentre il Grande Greco Lo Rivolgeva a tutti gli italiani, IO Lo Rivolgo ai “lumbard”: ”Ignoranti, alle Storie”! Per Riassumere e Concludere. IO non bramo la ”meridionalexit”, ho invitato i settentrionali, ché non continuino a sparare bufale a Rivolgersi alle”Storie”, nelle Speme che Riescano a Convincerli che siamo NOI Meridionali in Credito con Loro. Inoltre, quando, in europa si progettano e si fanno unioni, esse non sono altro che giustapposizioni. Non”Insiemi”. Come fu fatta, pertanto, l’”unità d’italia”, così è stata fatta l’”unione europea”: un’accozzaglia di stati, alcuni centrali, come la germania, la francia, l’inghilterra, altri periferici, come l’italietta, per l’insipienza della  classe dirigente degli stati, che ne fanno parte,  il cui oprare, non Dico, Politico, tende a legittimare gli interessi, egoisticamente, nazionali delle zolle native. Ovviamente, quando si parla di stati e di politicume egoistico di essi, non possiamo non riferirci alle oligarchie, che li dominano e li governano. I popoli non c’entrano niente: i popoli, come quello italiettino, si fanno incantare da jovanotti o sono in angustie, come quello italiettino, ad esempio. per la problematica campagna acquisti della”juve”.Questa europa va cambiata, ma è disperante cambiarla, se i popoli che la compongono sono assenti o distratti dalle “minuzie”, a cui li indirizzano i”media”. Nonostante tutto il male, che di essa si possa dire, già è molto che, da oltre 70 anni, tra le nazioni europee non si sia versato sangue dei loro figli.

 

IO, invece, Rimprovero alla bellanova di avere  scambiato il salone del quirinale, ove i membri dei governi, tanti, che si sono succeduti dal 1947, anno di nascita delle repubblichetta italiettina, giurano fedeltà ad essa e alle sue leggi, per il”red carpet” del “festival di san remo”. Un po’ di elegante sobrietà nel suo “look” avrebbe aggiunto molto al poco che, probabilmente, potrà essa quagliare per l’agricoltura meridionale, soprattutto, come  ministra non in probabile discontinuità  con le impolitiche agricole dei suoi predecessori. Rimprovero, ancora, alla bellanova di essere passata, dopo essere cresciuta nella carriera di sindacalista nella CGIl, Sindacato di Sinistra, senza vergogna, come tanti ex comunisti, ex sindacalisti sinistri, sulla sponda destra del politicume italiettino, diventando una “fan” di ferro di renzi, di colui che volle, fortemente, volle la cancellazione del’Art.!8 dello “Statuto dei Lavoratori”, rendendo, praticamente, precari milioni di Lavoratori della privata imprenditoria. Poi, vorrei Chiedere agli italiettini che votano, ascoltando i grugniti delle loro pance: ”Tra ex bibitari ed ex licenziati dalla scuola media unica, dalla quale si esce, assolutamente, analfabeti, veramente, sono costoro i governanti, di cui l’italietta ha, attualmente, bisogno, per risolvere i suoi annosi problemi? Veramente, non c’è molto di meglio in giro? Perché  i partiti, se non si sono estinti, totalmente, non Operano una rigorosa, severa Selezione della loro classe dirigente?

 

Pietro Aretino, già detto Avena Gaetano.

 

 

 

 

 


Pubblicato il 10 Settembre 2019

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