Cultura e Spettacoli

Minima moralia (Meditazioni sulla Vita Offesa. T. Adorno) (22)

Al netto di qualsiasi retorica, l’unico obiettivo e, poi, risultato dell’amore, dell’amare è innalzare un muro invalicabile tra due ”io” e la solitudine di altri miliardi di “io” disseminati nel mondo

 

“Ridateci i medici che sanno fare diagnosi: oggi per il paziente è via crucis tra gli specialisti”, è, quasi, il grido, che un settimanale ha lanciato, che una “facebookiana” ha condiviso, che IO Riprendo tra le mie Meditazioni. Dunque, i medici non Sanno Fare “Diagnosi”? Cos’ è la “Diagnosi”? Questa parola deriva dal verbo greco ”diaghignòschein”, che significa “Riconoscere, attraverso ”l’auscultazione del corpo del paziente con lo “stetoscopio”o palpeggiandone alcune parti, i segni patologici. Il paziente, diligente Riconoscimento dei segni patologici, con il Fare, con la Prassi, con il Metodo, sopra Menzionati, Costituisce l’Esperienza Clinica del Medico Ippocrateo. Da dove deriva l’aggettivo “clinico? Dal greco” klinein”, che significa ”inclinare, distendere” il malato sul letto, per Scoprirne, Riconoscerne i segni patologici, di cui abbiamo Parlato prima. L’Esperienza “Clinica” del Medico quanto più è sistematica, ricorrente, quanto più S’Identifica con la sua Etica  Professionale, con la sua Passione, con la Responsabilità della sua Missione, Fa sì che Egli sia, in ogni caso, in grado di Formulare ”Diagnosi”, cioè, Riconoscimenti di patologie e Prognosi, dal greco “prògnosis”, previsioni sull’esito dello stato patologico di essa, con un alto grado di Scientifica Probabilità. Ovviamente, senza volere generalizzare, molti medici, poiché hanno fretta, in quanto troppi sono i luoghi, privati e/o pubblici, dai quali devono farsi corrispondere un onorario, a volte, esorbitante rispetto alla pazienza, alla scienza, alla conoscenza, che investono nel loro non Visitare il Prossimo, come sopra abbiamo Descritto, come Ippocrate aveva Ammonito che Facciano, che si Comportino, si limitano non ad auscultare con lo stetoscopio il malato, ma a formulare uno straccio di diagnosi, basandosi sul racconto delle sofferenze, che il paziente dipana. Sì che, per non incorrere in qualche non improbabile infortunio di mala sanità, dopo aver biascicato qualcosa al malato o ai suoi famigliari, conclude: ”Io penso che tu o che egli soffra di questo o di quello, però, per essere più sicuri è meglio che tu o che egli si sottoponga ad analisi di laboratorio del sangue, delle urine, etc, etc, o ad analisi radiologiche o a una bella risonanza magnetica, e perché tu possa, egli possa  godere di una corretta lettura delle analisi, che ti ho, che gli ho consigliato, sarebbe opportuno che ti, che si rivolga al tal o al tal altro specialista”. Quando è inequivocabile la Considerazione che le analisi di laboratorio, radiologiche, le risonanze magnetiche e le prezzolatissime visite specialistiche  devono rappresentare l’ ”Ultima Ratio”, per una obbiettiva Verifica della, pur, attenta, approfondita, coscienziosa Diagnosi, Ipotesi di Lavoro del Primo Medico al quale ci siamo rivolti. Invece, nonostante l’Art.32 della Costituzione Italiana Reciti: ”La repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”, il cittadino italiano, se non vuole sperimentare come si stia sotto o nelle “are foscoliane”, deve mettere le mani nelle sue tasche, che non sempre sono in grado di soddisfare l’avarizia di non pochi medici, si che o decide di morire, non potendosi curare, in quanto lo stato ha poca voglia di tutelarlo , come la Costituzione, la sua massima Legge gli Prescrive, o ricorre ai praticanti l’usura, che è un altro modo di morire, cioè, nel pozzo senza fondo di un debito imprescrittibile, data la libidine di denaro di un branco di criminali. E nemmeno con i morti lo stato diventa, foscolianamente, pietoso (“…dal dì che nozze e tribunali ed are dier alle umane belve esser pietose di se stesse e d’altrui..”), in quanto, dopo morto, l’individuo e i suoi famigliari devono fare i conti con i “cartelli” delle imprese che, non sempre lecitamente, esercitano il mestiere delle “pompe funebri” o della “becchineria”.

 

In un giornale milanese si legge: ”Scrivere a mano è un’attività sempre meno familiare per tanti bambini e bambine italiane”. Non v’è dubbio alcuno, in quanto la scuola italiettina, ormai, non è più l’Agenzia Educativa, che Si Pone in radicale Alternativa Positiva “moribus”, ai costumi negativi della società, con cui è costretta a fare i conti. Alla mia Prima Elementare, la mia Maestra, che Era Una delle Sorelle di mio padre, non allestiva, dal primo giorno di scuola, spettacolini, “zecchini d’oro”, per permettere alle papine e ai mammini dei suoi scolari di scorticarsi le mani negli applausi ai loro cuccioli, attori in erba, ma Utilizzava la prima settimana di Scuola nel Dotarci dei Fondamentali, Uno dei quali era il modo più consono, più efficace, più comodo e, forse, meno faticoso di tenere la penna in mano. A tal proposito, ho Scritto una Epistola a una mia Amica “facebookiana” che, qualche giorno fa, ha postato una foto, in cui riprendeva la sua bambina nel mentre, zaino d’ordinanza a tracolla (ovviamente, griffato, rigorosamente), si accingeva ad entrare nel suo parascolastico istituto per inaugurare il suo” “cursus (para)studiorum”. Inoltre, la mia Amica, mammina standard dei tempi nostri,  alla foto imponeva il rituale: ”In bocca al lupo, amore mio” e non, dal momento che la parola tormentone di oggi è “cambiamento”, magari un  irrituale, icastico, non formale, ma di sostanza: ”Che la Scuola t’Insegni a come Fare i Calli al culetto”, ad esempio. Ebbene: “Gentile Signora, poiché Ella MI è, pur virtualmente,, comunque, Amica, MI Corre l’Obbligo di AvvertirLa che nella scuola italiettina di oggi, di ogni ordine e grado, ma, specialmente, nel ciclo dell’obbligo, si cura solo, in modo ossessivo, e, in non rari casi, in modo autoreferenziale da parte degli insegnanti e dei dirigenti scolastici, il parascolastico, sicché gli scolari arrivano alla laurea che non Sanno Leggere, Scrivere, Fare di Conto, Competenze Istituzionali, che Gramsci Delegava alla Scuola dell’Obbligo. Pertanto, Stia in Campana, Sorvegli, in modo che tutto ciò che la scuoletta alla sua Bambina non Darà, Glielo dovrà Dare Lei, privatamente. Come nel campo della  sanità: ciò che la sanità pubblica non offre, secondo i Dettami Costituzionali, se non si vuole morire, bisogna pescare dai nostri risparmi, per rimpinguare i, già pingui, porta zecchini dei medici, presunti luminari, quando nella loro giornata professionale vestono i panni della “privata medicheria”. E, soprattutto,, Dubiti degli elogi sperticati, che gli insegnanti,”pro bono pacis”, elargiranno a sua Figlia. In ogni caso, Spero di essere smentito, ché, a volte, il diavolo non è così nero come lo si dipinge. Cordiali saluti”.

 

Per carità, MI sentirei, profondamente, offeso se fossi sfiorato dalla infondata accusa che IO sia un”pro “ castellucci, ex amministratore delegato di “autostrade spa”, l’impresa dei benetton, a cui uno stato generoso con i ”poveri straricchi” e, estremamente, pidocchioso con i penultimi e gli ultimi, ha affidato la gestione sanguisuga delle italiettine autostrade e la relativa manutenzione, che veniva fatta, molto negligentemente, sì da causare il crollo del ponte” morandi”. Ora, se qualche plebeo invidioso MI venisse a recriminare che a castellucci, per non aver fatto, probabilmente, il suo dovere, sì da costituire le sue responsabilità (che, comunque, dovranno essere vagliate dai tribunali civili e penali) il momento germinale e apicale del disastro del”morandi” bisognerebbe togliergli, anche, le mutande, avrebbe il mio sperticato Consenso. Ma lo prenderei, metaforicamente, a calci in culo, se il plebeo invidioso, di cui sopra, si mostrasse scandalizzato, come si sono mostrati, qualche giorno fa, i media del tubo catodico, dei “social” della carta stampata, che tredici milioni di euro di liquidazione di”fine rapporto” a un AD, di nome castelluci o, altrimenti, nomato, sono una immane mostruosità. Ché non si considera che un AD su di sé assume onori (se l’azienda, da lui Diretta, naviga, speditamente,con ottimi, giusti, onesti profitti per gli azionisti, soprattutto, che la rifocillano di denaro fresco) e di oneri (cioè, il peso dei suoi errori, che potrebbero determinargli, infliggergli la gogna per tutta la vita, senza contare che i danneggiati dai suoi errori potrebbero chiedere ai tribunali civili di essere risarciti e a quelli penali che gli siano dati i cancelli). Invece, i medesimi pennivendoli, Ripeto, della carta stampata e i nuncivendoli del tubo catodico, disonestamente, per non mettersi contro la plebaglia tifosa, non osano scrivere una sola sillaba e non osano dare nessuna voce sui trenta milioni l’anno che si danno a ronaldo, sui dieci milioni l’anno che si danno a conte, l’allenatore dell’”inter”. Insomma, non c’è alcun geremidiare su una caterva di milioni, che si sperperano nelle tasche di una manica di bellimbusti, che requisiscono tutto il denaro che arriva nelle casse del “sistema calcio”, italiettino e mondiale. Denaro, che potrebbe essere utilizzato in modo più nobile (ad esempio, costruzione di centri sportivi, per strappare alla strada ragazzi a rischio di rimanere intrappolati nel malaffare degli adulti nelle periferie delle grandi città del pianeta), che non quello di finanziare i costosi tatuaggi, la bella vita, le alcove, le ferrari a una casta, a una “èlite” di”senz’arte, né parte”, dotati, forse, dalla cintola in giù, non di cervello.

 

Non c’entrano, non hanno nulla da spartire con  i Barbari i leghisti che hanno, qualche tempo fa, partecipato al “raduno di pontida”. IO ME la prendo con la scuola italiettina. Infatti, a pontida, con salvini c’erano uomini e donne al 90% scolarizzati; salvini nella penisola raccoglie oltre il 30% degli aventi diritto al voto, cioè, milioni di uomini e donne scolarizzati. E beh, codesta scolarizzazione ha prodotto e produce mostri? L’italietta ha investito dal 1960, cioè, dall’istituzione della scuola media unica, miliardi, per produrre mostri? Pasolini negli anni’70 del secolo scorso aveva Lanciato il Grido Profetico: spegniamo la televisione e chiudiamo la scuola media unica. Certo, era una Provocazione, che Tendeva, tamen”, a Renderci Consapevoli, Avvertiti dei pericoli sconvolgenti insiti nel mezzo televisivo e in un’istituzione, diciamo, educativa, culturale, pensata, però, in modo, assolutamente, demagogico, solo perché non si potevano più tenere fuori dalla scuola tracimanti masse di adolescenti, ma con l’intento di licenziarle  più, culturalmente, eticamente, spiritualmente, analfabete di quanto non lo fossero nel loro saltare, la prima volta, la soglia di un edificio scolastico. Televisione e scuoletta sono, sono state connesse o interconnesse, hanno interagito, interagiscono: rincretinendo, specialmente, i ragazzi, provenienti dalle classi popolari, li rendono malvagi e disponibili a diventare nazisti, fascisti, razzisti, leghisti. Praticamente, a differenza della Scuola Gentiliana, a torto definita fascista, perché  mussolini  la definì figliata dalla più fascista delle sue riforme, che durante il ventennio del predappiano Allevò Schiere di Antifascisti, la scuola nata dalla resistenza al fascismo, la scuola ispirata ai Principi della più bella delle Costituzioni, la scuola degli archi e degli inciuci costituzionali alleva i salvini e i suoi scherani pontidiani. Cari miei 25 Lettori, gli oltre 70 anni dalla caduta di mussolini vanno Rivisitati, criticamente, con una bella dose di Analisi di Coscienza da parte di ciascuno di noi che, “a babbo morto”, viene captato, sorpreso da tardiva indignazione.

 

 

Pietro Aretino, già detto Avena Gaetano

 

 

 


Pubblicato il 24 Settembre 2019

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