Cultura e Spettacoli

Minima moralia (Meditazioni sulla Vita Offesa. T. Adorno) (26)

I migliori non studenti dell’italietta, cioè, quelli che si sono maturati ( si fa per dire) o hanno conseguito un diploma con la votazione 100 e, magari, con la”sciont” (nella Lingua di bitonto con l’aggiunta) della “lode”, sarebbero soltanto 26 ? Tanti, infatti, ne ha numerati un quotidiano milanese in veste cibernetica, ma a ME viene il non peregrino Dubbio che il “media”, di cui sopra, abbia preso una solenne cantonata, dal momento che i soli non studenti, da roma in giù, in campania, in puglia, in calabria, in sicilia, specialmente, che, nell’anno scolastico 2018 – 2019, sono stati cacciati dalla scuola italiettina, non a calci in culo, come avrebbero meritato, ma a  colpi non solo di 100,”sed etiam”, di 100 e lode, sarebbero centinaia. A costoro, poi, dovremmo aggiungere i 100 e le lodi che sono stati attribuiti, certamente, anche a loro, immeritatamente, ai non studenti delle regioni, situate al di sopra di roma, ove le commissioni d’esame saranno state più parche, più pudiche, più riservate nell’uso della manica larga, nell’ elemosinare stratosferici voti a destra e a manca. Tanto “incipit”, ché leggo dal quotidiano cibernetico, di cui sopra, che mattarella avrebbe convocato al ”quirinale” i migliori non studenti dell’italietta, in tutto 26 (i suoi incalcolabili consiglieri avrebbero abitato notti insonni, per pescare solo 26 migliori non studenti tra migliaia di migliori della canea dei peggiori, conditi alla fine della scuola secondaria di 100 e di lodi!), ai quali avrebbe conferito la quirinalizia onorificenza di “alfieri del lavoro”. A parte il fatto che, se  gli appena post imberbi avessero, veramente, meritato le votazioni, che il quotidiano sbandiera, cioè, 100 e alcuni con la lode e negli ultimi 4 anni delle superiori la media dell’ “8” (per i tempi e i costumi, che oggi corrono, non sono votazioni eclatanti, ché i “10” si sprecano in una scuola, ove non si fa più Scuola o pochissima Scuola), non avrebbero fatto altro che il loro dovere, ma nella Scuola Ideale  non si lavora, si Ozia e lo Studio non è lavoro, E’Contemplazione Appassionata  o Esercizio alla Contemplazione e alla Meditazione su Ciò che Si E’ Contemplato in un Metafisico Lassù. Nella Contemplazione, quindi, Risiede la Verità delle Cose, mentre in terra si manifestano le apparenze di esse. Mattarella, col suo demagogico, prosaico premio, ha avvallato una concezione utilitaristica della scuola e dello studio, affatto borghese o, addirittura, piccoloborghese, cioè, la scuola come luogo dove lo studio è inteso come lavoro nel presente, utile, domani, alla ricerca di un lavoro, di una occupazione che, miserabilmente, integri l’individuo nei meccanismi alienanti di una società ingiusta, omologatrice ai “diktat” del potere. E, ancora, la scuola, dispensatrice di “carta straccia” legalizzata, munito della quale l’individuo, con il “cappello in mano”, potrà con probabile speme di successo presentarsi, con l’umile faccia, aspetto del suddito, rassegnato: ad essere vilipeso, offeso, sfruttato; ad essere il ”travet”, semplice o con la greca, ”signor sì”, finché morte non lo sorprenda, al suo futuro datore di lavoro, padrone della sua vita e della sua morte, pubblico o privato. Certo, un individuo siffatto non cadrà, giammai, nel pozzo, come Talete, mentre Studiava le stelle e in alto Guardava, preso, poi, in giro da una servetta di tracia con le medesime, annose argomentazioni dei tutti i senz’Anima, schiavi della pedestre concretezza, che si riassume nel ”poco, maledetto e subito”o nel “meglio un asino vivo che un dottore morto”: ”La conoscenza delle cose che stanno in cielo, impedisce di vedere quelle che stanno davanti ai piedi”. Ingiustificato sberleffo della servetta che, spesso, si traduce nelle minacce di morte, da parte degli schiavi della terrena, comoda, abitudinaria “apparenza delle cose”, raccontate da Platone nel “Mito della caverna”, nei confronti dello schiavo, che liberatosi dell’autorità del già detto, del già sperimentato, del già vissuto, esce dalla caverna e, accertata la falsità di ciò che nella caverna era stato dato, ammannito per ineffabile vero, ritorna in essa e ai suoi compagni riferisce ciò di cui, personalmente, s’è reso conto, ciò che con i suoi occhi ha visto, ma i suoi compagni non vogliono essere tirati fuori dal liquido amniotico delle menzogne in cui, fattualmente, continuano a vegetare, che li formarono nel ventre materno e lo uccidono. Fra i tanti, Piccoli o Grandi, Socrate, il Nazareno, Dante, Giordano Bruno, Leopardi, Pasolini, etc,etc, etc, etc. Certo,  individui, paghi o inconsapevoli di essere schiavi di qualsiasi autorità, che sia la sottocultura del passato o del presente, di una classe, di una “èlite” politica, religiosa, etc. etc, morranno nel loro letto, ma il potere o i detentori “pro tempore” del potere, per avere loro garantito il pranzo e la cena in tutta tranquillità, a differenza degli antichi creditori, che dal debitore pretendevano una libbra di carne, consoliderà, consolideranno la sua, la loro base di consenso, proclamando che il prezzo del piacere, della comodità di essere iloti, servi, oppressi, succubi consisterà in una libbra della loro anima. Come mai, mattarella, che nel sua sicula  gioventù avrà, inequivocabilmente, frequentato un Liceo Classico, pure con magnanimo profitto, visto dov’è nel presente allocato, appiattisce con superficialità lo Studio sul lavoro e la scuola considera l’ ’”habitat” della fatica? Non sa, non ricorda che  i romani contrapponevano l’”Otium” , la Cura di Sé, della propria Saggezza, che Transitava per la Contemplazione e lo Studio, a cui doveva Attendere ogni Uomo, e il “negotium”, il disbrigo degli affari commerciali, delle varie occupazioni private o pubbliche, in cui il “civis” era impegnato? Nel “De Oratore” Cicerone poneva sul medesimo piano d’importanza sia l’”Otium”, che il”negozium”,  consigliandone la pratica a fasi alterne e con la medesima Passione. Per il Poeta Orazio l’ ”Otium” Rendeva Libero l’uomo dalle ambizioni che, spesso, coltivavano coloro che praticavano l’”Otium” e il”negotium”. Solo l’ ”Otium” era Foriere di Felicità. Peril Poeta Ovidio l’””Otium” era all’ uomo necessario, ché Egli Potesse all’Attività Letteraria Dedicarsi. Nel “De otio” Seneca Istituiva due repubbliche. La Prima Repubblica E’ Grande, E’ l’Universo, Sede degli uomini e degli dei; la seconda repubblica è quella in cui si dipana la nostra “ominicchità”(il neologismo è di mio assoluto conio). La Prima Repubblica Crea le Condizioni Spirituali, Intellettuali ché l’Uomo Si Immerga nell’”Otium”: ”Questa repubblica grande noi possiamo servirla sino in fondo anche nel ritiro. Anzi non so se sia meglio nel ritiro, indagando che cosa è la virtù, se è una o molteplice, se la natura o l’educazione rende buoni gli uomini…, di quale natura è Dio, se contempla inoperoso la sua opera o vi mette mano, se l’avvolge all’esterno o è immanente al tutto, se l’universo è immortale o è da annoverare tra le realtà caduche ed effimere”. Con ciò sia cosa che, e grege mattarella, per il prossimo anno, a dio piacendo, veda di Istituire, se si riuscirà a Trovare per tutta la tua italietta 26 veri Studenti, che abbiano, seriamente, Meritato la Lode, il Premio ”L’Alfiere dell’”Otium” e avrà, finalmente, Riscattato la scuola italiettina, Ridandole, autorevolmente, il suo autentico Supporto Ideologico e Teoretico di Essere, non la deplorevole fucina di incapaci di leggere, di scrivere, di far di conto, ma l’Accademia, il Porticato, il Giardino ove, ad ora ad ora, i Giovani S’Eterneranno, ché non più gioveranno (giovane, dal verbo Latino: “iuvo”, giovare) alle cricche, alle mafie detentrici del potere, “sed Civitati”, cioè, al Complesso di Cittadini Attivi, Partecipi al Bene Comune.

 

Sono da 81 anni su una zolla del pianeta “terra” e, mai, ad alcun sindaco di bitonto (Ba), di qualsiasi colore politico fosse (nella politica italiettina, per individuare le differenze, presunte, ostentate, giammai reali, tra i guelfi e i ghibellini, è d’uopo parlare di colori, non di, assolutamente, opposte Visioni del Mondo, coerentemente, Vissute. Se i politicanti venissero denudati delle loro maschere, diversamente, colorate, avremmo la medesima poltiglia di babbioni, ipocritamente, devoti a dio, cioè, ai detentori del potere politico e/o religioso di turno, alla patria, alla famiglia. Poltiglia fascista, insomma!), è saltato in mente di chiudere la scuole il giorno, immediatamente, dopo la festa (quante inutilissime feste civili  e religiose nell’italietta! Perché? “Cui prodest”? E sì, per un motivo o per un altro, nel corso di qualsiasi festa , c’è, sempre, qualcuno col megafono in mano che arringa i ciechi e i sordi: ”Date a…” e, poi, passata la festa il qualcuno insieme a qualcun altro si frega le mani nel contare i tanti euro pantalonati) dei santi medici. Per caso, ci sono genitori, mosche bianche, preoccupati delle innumerabili interruzioni delle lezioni scolastiche, di cui godono, si fa per dire, i loro pargoli, che abbiano elevato la loro indignata protesta all’attuale sindaco di bitonto, per avere egli preso l’insensata decisione di chiudere le scuole della sua città, da lui candidata con prevedibilissimo scarso successo a”capitale europea della cultura” (Ehhhh, quale, quanto spreco!), senza darne ai non molti Cittadini, che in essa Vivono e Operano, alcuna giustificazione, non di diritto, non di fatto? Decisione, tra l’altro, miasmata di incostituzionalità, in quanto l’italietta è una nazioncina laica, che non privilegia alcun culto religioso; in cui la vita amministrativa, culturale, politica, economica non può,non deve essere impedita, frustrata, complicata da eventi organizzati da alcun culto religioso, che creino sovrapposizioni indebite del privato, del particolare su ciò che è pubblico e generale. E il mondo della scuola, qualunquisticamente, “pilateggia”? ”Qual vaghezza di lauro, qual di mirto? /Povera e nuda vai Philosophia, /dice la turba al vil guadagno intesa”. Signori, si fa per dire, per favore, Ritornate ai Grandi! Per la bisogna  ho Citato dal ”Canzoniere” di Francesco Petrarca.

 

“Togliere il voto agli anziani, il voto non deve essere un privilegio perpetuo”, tu blateri, non caro grillo. Prima di tutto , il Voto non è un privilegio, è , invece, un Diritto – Dovere, che la Costituzione Italiana Riserva a tutti i Cittadini Italiani, che abbiano l’età per EsercitarLo, in quanto la Sovranità della Repubblica Italiana ad Essi Appartiene. Inoltre, la tua “boutade”è ispirata da un sondaggio, che non favorirebbe te e la processione di giovanottelli,  accasati, rifugiati sotto le tue comiche ali, che ti vede non proprio nelle “corde” degli “over…”, in quanto dall’Alto della loro Saggezza (In tutte le ere temporali, in tutti gli spazi del pianeta agli Anziani sono stati Attribuiti l’Onore e L’Onere di “Patres” e, perché Onusti di Esperienza/e, Sono stati Posti all’Apice dell’Istituzioni Politiche delle Comunità piccole o grandi. Arrivi tu, un comico, il birraio di maio, di battista, di cui non si sa cosa faccia, per campare, ed altri pargoli, solo movidari, di cui ti sei fatto mèntore, e ti prendi il lusso, che non ti compete affatto, di smentire i millenni?) hanno, magistralmente (dal Latino: “magis ter”, cioè, che ne sanno tre volte più di te), “statim”, Intuito di quale pasta siano fatte le tue incoerenti, impolitiche sceneggiate, fatte più di “vaffa”, che di Costruttivo Altro. E si vedono i risultati disastrosi, che hanno prodotto  i tuoi “dilettanti allo sbaraglio” là dove, fossero, siano comuni, regioni, governo, li hai gettati ad amministrare o a governare.  Pertanto, non caro grillo, bisognerebbe togliere il Voto a te e alla manica di senz’arte, né parte che, grazie alle tue stronzate, sono stati elevati ai nefasti del potere; poi, al 34% di italiettini, che nelle ultime elezioni politiche, inconsapevoli, li hanno votati, e, infine, al 90% degli italiettini, che godono del Diritto di Voto, senza Sentire il Dovere di Sapere cosa fanno e a quali disastri politici, economici, etici conducono l’italietta con loro qualunquistico, se non fascista, non Sapere.

 

Malore, qualche giorno fa, per matteo salvini? In molti sono sicuri che il sovranista abbia fatto scena, ché gli sfinteri degli idioti, commossi, evacuino a lui consensi, come quando bacia il crocifisso o si rivolge al cuore immacolato di maria. Sia come sia, non caro salvini, la “lega” porta male o sfiga. Anche bossi, che ne era segretario fondatore, fu colto, poveretto, da un malore e vedi com’è, ora, ridotto: fisicamente, politicamente, penalmente, e, per non farsi mancare niente di negativo, fortemente, indebitato, si che è stato costretto a mettere in vendita la villa della sua residenza, ristrutturata, tra l’altro, con i soldi degli italiani. Degli odiati sudisti, perfino! Per non parlare delle cure che gli procurano i suoi figli! Ascolta ME, non caro salvini, per il tuo bene e dell’italietta e degl italiettini, fai a tempo a cercarti, finalmente, un lavoro e cambia, subito, partito o movimento o niente (che ti veste bene), ma lontano, per carità, dalla “lega”!

 

Pietro Aretino, già detto Avena Gaetano

 


Pubblicato il 24 Ottobre 2019

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