Cultura e Spettacoli

Minima moralia (Meditazioni sulla Vita Offesa. T. Adorno) (78)

La Speranza è nel silenzio dell’attesa e sparisce senza rimorsi.Peccare è una scelta e non contempla pentimenti

C’E’ Chi Si Pone la Domanda se ci Sia un Motivo Vero, per il quale Dovremmo Abolire il valore legale dei titoli di Studio. Alle Anime Belle, che Si Pongono Siffatti Drammatici Quesiti, Rispondo, Essendo anch’IO in pena per le sorti dell’italietta, Rispondo che bisognerebbe non perdere tempo  nell’Abolire il valore legale dei titoli di Studio. Non è il “pezzo di carta”, che Certifica le Competenze nei vari campi, settori del Sapere, ma sono le Competenze, che Tizio o Caio Dimostra di Possedere nel Fare, nell’Agire, nel Decidere, nel Pensare a Dare Inestimabile Valore al ”pezzo di carta”. Bisognerebbe Farlo subito, ché la plebaglia, alla quale sono state aperte le porte degli istituti scolastici, dalla Scuola non pretende altro che la”carta straccia”, a lungo andare, per colpa di essa, ovviamente,  così dequalificato, con il quale essa non ha potuto, non può, non potrà servirsi, neanche, per i suoi urgenti, irrevocabili, ineludibili bisogni igienici. Da qui il declino culturale dell’italietta e degli italiettini. Con l’abolizione del valore legale dei titoli di Studio le Aule Scolastiche Saranno Frequentate, solamente, da Chi Aspira a CambiarSi, per Cambiare ciò che Lo circonda con la Cultura, Strumento Incruento di Vera Rivoluzione. Gli altri, tutti gli altri a Imparare un Mestiere, che non è una umana, sociale “diminutio”.

 

Ciò che, oggi, lamentiamo del bassissimo livello di Onestà Intellettuale dei politici e della politica, si spiega con quella specie di ulissiade cavallo, ordito da moro, che consisteva nell’allargare le basi dello stato democratico, invitando il ”pci” alla ufficiale (quella ufficiosa era perpetrata, praticata, con discreti  inciuci, dalla ”svolta di salerno”, su iniziativa di togliatti nell’aprile del 1944) spartizione della torta del potere. In realtà, la più moderna, insidiosa versione di uno stato fascista, a cui “il principe” gramsciano, cioè, il direttorio pciniano, abboccò, aprendo le porte al sinistro protagonismo, all’interno e all’esterno del ”pci”,  pseudopolitico dei peggiori elementi della piccola borghesia e medio borghesia che, infettando il proletariato industriale e agricolo, determinò  il crollo della Muraglia Ideologica della Sinistra e la tracimazione del limo sottoculturale fascista o simil – fascista nelle relazioni interpersonali degli italiettini e, quindi, nella Politica, “tout court”. Tanto dalle alpi alla trinacria e da roma a brindisi, passando per ”barium piscosa” e per “butuntum oleosa”, se rifacciamo il viaggio, per la “via traiana”, di Orazio.

 

Il comico grillo, finalmente, si apre e ammette: ”Non credo più nel parlamento”. E- grege grillo, non ci voleva la zingara, per capire che nel tuo ”tribunare”ci sono ” virus” antidemocratici, mettiamola, così. La tue frecciate alla cosiddetta ”casta”, inquilina del parlamento, erano e sono, in realtà, frecciate, un tantino, fasciste, contro la Democrazia Rappresentativa. La colpa non è della Democrazia Rappresentativa, sebbene della plebaglia becera, irresponsabile che, in oltre 60 anni dalla caduta del fascismo mussoliniano, ha inviato nelle Sacre Aule delle Istituzioni Italiane non “Cives”, non ”Viri”, ma, per la maggior parte, ominicchi, che si sono venduti e spesi per le peggiori cause. Tu non hai, mai, Discusso della Necessità, per la Costruzione di una Democrazia Rappresentativa Sostanziale, non, esclusivamente, formale, di un Popolo che  Sia in Grado, per Dovere Costituzionale, di Essere Elettore Attivo dei suoi Rappresentanti, tra i Migliori al suo interno, e Capace di ControllarLI, di ValutarNe i Propositi, i Programmi. Ti sei soffermato, furbescamente, sugli effetti disastrosi, non sulle cause annose che li provocano.  Un Popolo più Consapevole, più Cosciente non sarebbe stato, forse, più Capace di Fare Ascendere ai fasti del ”Ministero degli Esteri” un Politico più Autorevole, più Competente dell’ex bibitaro del ”san paolo” in napoli, di cui tu sei stato mallevadore? Cosa credi che possa fare la democrazia diretta di meglio della Democrazia Rappresentativa, se i titolari di un Voto, di una Scelta Politica, di una Volontà Sovrana, nella loro, quasi, totalità, non hanno una Volontà, non Sanno Cosa e come Scegliere, disperdendo il Mezzo, con il quale Scegliere o Esprimere una Volontà, nei miasmi della loro turpe indifferenza nei confronti del Bene Comune e della Crescita Culturale, Umana, Politica della loro Comunità, che hanno trasformato in una stalla, ove evacuano gli escrementi della loro balordaggine?

 

Tutte le volte che parla, si fa per Dire, zingaretti, il segretario politico del ”pd”, dalla sede nazionale del partito, cioè, dal ”nazareno”, appare alle sue spalle un tronfio nuncio, in cui, con l’ellissi del soggetto e del predicato verbale, si comunica, si fa per dire: ”Dalla parte delle persone”. Per fare cosa? Vien da dire. E poi, ammesso e non concesso si voglia agire, fare qualcosa, non sono specificati i destinatari della promessa, del proposito, del programma di fare e di agire. Destinatari a pioggia? Perché “persone” sono i massoni, i mafiosi, i camorristi, gli  oscuri personaggi dei servizi segreti deviati, i pduisti 1,2,3,4, con i quali  non pochi politici della repubblichetta italietina, nata, invano, inutilmente, dalla resistenza, hanno avuto non poca, non rara confidenza e dimestichezza. “Persone” sono molti autonomi, partite”iva” di qualsiasi specie, piccoli, medi, grandi, che dichiarano agli uffici tributari di lavorare per la gloria e in perdita, sì che, nella tragica contingenza pandemica, si sono, per primi, messi in lista, per chiedere con insistenza massicci ristori dal solito “pantalone” per i mancati guadagni, a far data da prima della pandemia e, a maggiore ragione, per quelli mancati dopo e durante la pandemia. Insomma, un “partito” che si  destina, indiscriminatamente, a un minestrone di “persone”, non parteggia per nessuno; un partito” interclassista, come si diceva ai tempi della democrazia cattolica, è un partito che nasce, che vivacchia col proposito della sua nomenklatura, di pescare, di raccattare  voti, ovunque e comunque, che svilisce il significato medesimo di ”Partito”, che E’  un’ Associazione di Uomini, non di ”persone”, con l’unico Proposito di Salvaguardare i Propri Diritti Inalienabili e Interessi nel Contesto di Politiche Proiettate al Bene Comune, cioè, della Comunità, la cui Crescita Politica, Economica, Culturale, Etica E’, direttamente, Proporzionale alla Crescita dei Singoli. Pertanto, il “Partito” Parteggia a Favore di Singoli ben caratterizzati, socialmente, economicamente, politicamente, culturalmente, perfino, ma, avendo ben presente che la Salvaguardia degli Interessi dei Singoli deve Armonizzarsi con il Perseguimento della Felicità di Tutti i Consorziati in un Micro o Macro Cosmo Sociale. Sono, quasi, Convinto che il nuncio, di cui sopra, sia farina del sacco di un ex chierico che, al tempo della moda di fare i “cattocomunisti” (era berlingueriana), si impasticciò di subcultura “pciniana. Sarà, forse, zingaretti? O miei 25 Lettori, ragionateci sopra, come dice, il  leghista zaia. Senza dilungarMI, eccessivamente, non  posso EsimermI dal lamentare che nello slogan: ”Dalla parte delle Persone” si ha tanta paura di parlare di “Uomini”, che se ne cercano gli affini, cioè, le ”persone”. “Persona”, come ho avuto modo di Precisare mille altre volte, nella Lingua Latina, Madre della Lingua di Dante, Desueta, terribilmente, nell’affabulazione meschina degli italiettini, significa” maschera”. Ora,  l’autore del parto comunicativo, di cui, appena, sopra, ignorante della Lingua latina, ponzando, a torto, supponendo che i preti, i quali sono soliti sproloquiare di ”persone” (il ”personalismo cattolico” è il “non plus ultra” del pensiero, si fa per dire, filosofico di essi), fossero degni di essere presi, anche dal punto di vista linguistico, come modelli, ha ritenuto che nelle tornate elettorali potesse essere di buon auspicio elettorale comunicare ai poveri di spirito che  l’impegno dei candidati del ”pd”,”nunc et semper”, dovesse essere rivolto a tutti coloro, a cui si rivolge il clero cattolico, di cui avrebbero dovuto fidarsi, indicandoli, genericamente, come ”persone”, parola ombrello sotto la quale tutti i postulanti qualcosa al  potere avrebbero potuto e dovuto trovare rifugio. Oppure, l’autore, intimamente, ritenendo (in interiore…) che la democrazia sia, pur sempre, il migliore dei peggiori regimi e, quindi, il rito delle elezioni una sciagurata farsa, ha appellato i fruitori del contentino elettorale, ad essi elargito dai costituenti, ché con il voto potessero “a truc” esercitare la loro sovranità, ”persone”, cioè, maschere, personaggi di una di una quinquennale. carnevalata.

 

Willy Monteiro Duarte, il 20 settembre 2020, fu  ucciso  a  colleferro, in provincia di roma, nel corso di una rissa. I suoi assassini, delinquenti con precedenti di polizia, sono in carcere, accusati di delitto preterintenzionale. In questi giorni, M’è capitato, per caso, di leggere da una copia del “Messaggero”, pubblicata nei giorni del delitto del  povero Willy, che secondo il  vescovo di tivoli, mauro parmeggiani,  il ragazzo sarebbe morto per un “delitto ingiusto”. Affermazione non molto lontana, semanticamente, dalla “inutile strage” di benedetto XV, pronunciata il primo agosto del 1917, quando, già, l’europa era stata dilaniata dalla prima guerra mondiale, combattuta dagli eserciti delle grandi potenze europee e delle loro affiliate, Ma vi pare, o miei 25 Lettori, che possa, razionalmente, oltre che umanamente, giustificarsi una “strage utile” e un “delitto giusto”?  “ Qualsiasi strage e qualsiasi delitto devono essere lontanati da qualsiasi aggettivazione, che li giustifichi. Non altra morte, che non sia quella naturale, deve essere accettata da un Consesso Sociale, che ponga al Vertice dei suoi Valori la” Vita”. Negli “states”, sul cartellino dei condannati alla pena capitale è trascritto che la causa della sua morte è stata un omicidio, cioè, secondo le valutazioni di una giurisprudenza barbara, consona a un popolo barbaro, un ”omicidio giusto, utile”: “giusto, per ribadire l’autorevolezza della legge morale e giuridica, che impone al singolo di  stare ai patti del ”contratto sociale”, da lui, virtualmente, stipulato, sin dalla nascita, con la comunità; “utile”, come deterrente per scoraggiare , distogliere i  singoli dal commettere azioni cruente .”Tamen”, negli “states” la legge, mentre condanna l’omicidio, commesso dai singoli, dà la facoltà all’autorità dello stato di operare, criminalmente, cruentamente, sì da permettere ad essa di trascrivere, senza vergogna, senza impudicizia, che i condannati a morte, dai giudici che la applicano, hanno finito di vivere per “omicidio”, ovviamente, “omicidio di stato”. Per non parlare di obama, ex presidente degli “states”, che, comodamente, si sistema davanti al televisore con i suoi cortigiani, come se si apprestasse a godere la visione di una partita di calcio, per seguire il ”blitz” dei suoi scherani nella dimora di osama bin laden, il capo di “al quaeda”, e brindare al suo assassinio. Per non parlare, ancora, della condanna a morte di mussolini e della sua amante, senza processo, per evitare che,  tra  i crimini  fascisti  e la strage di fascisti a dongo, i posteri non vedessero soluzione di continuità, in quanto alla fatua necessità di far fluire, utilmente (???), giustamente (???), sangue umano. Per ritornare al “delitto ingiusto” (anche uccidere per legittima difesa è un delitto, che non dobbiamo giustificare a cuor leggero, in quanto esso è la cartina di tornasole dei non logici, razionali, etici rapporti interpersonali tra gli uomini. Di fronte a un uomo stramazzato in un lago di sangue, pur colpevole di qualche reato contro chi l’ha “omicidiato”, almeno un breve attimo di ”Pietas”) del vescovo di tivoli e alla “inutile  strage” di benedetto XV, bisogna, purtroppo, convenire che il primo appartiene e il secondo appartenne ad una istituzione che nei millenni, grazie, si fa per dire, alla sua nomenclatura, s’è macchiata di delitti dentro e fuori il vaticano; delitti che la sua nomenclatura ha ritenuto (facendosi usbergo dell’interpretazione falsata dell’Autentico Messaggio di Machiavelli: “Il “fine giustifica i mezzi”) giusti, utili, sia quelli suoi, che quelli dei suoi intermediari o esecutori, ché avevano come terminale la gloria di cristo e della chiesa, da lui fondata. Voglio  ricordare gli eserciti di potenze straniere, chiamati dai papi, in soccorso del loro truculento potere temporale su gran parte della penisola; voglio Rimembrare, così come MI vengono in Mente: le crociate contro i Catari e Albigesi, con eccidi inenarrabili; le crociate, altrettanto patrocinate dai papi cattolici, per la presunta liberazione del ”santo sepolcro”. E se qualche potente non rispondeva alle loro chiamate, veniva, prontamente, scomunicato, come l’Imperatore Federico II di Svevia, scomunicato dal papa gregorio IX ché, invece di combattere il sultano infedele, Al Kamil, Egli Si Incontrò con Lui e Concordò una Pace utile agli interessi di Entrambi, sì che il ”santo sepolcro”, incruentemente, fu Liberato e la Moglie di Federico divenne Regina di gerusalemme. E i silenzi di pio XII sui lager nazisti, dove furono trucidati 6 milioni di ebrei, ché egli riteneva hitler l’unico in grado di tenere testa all’avanzata nel cuore dell’ europa del comunismo ateo? Cari miei 25 Lettori, AncoriamoCi alla Storia e contro le menzogne dei mozzettati e talarati, solo , recentemente, arrabbiati, per i “delitti ingiusti” e le “stragi inutili”, Innalziamo un Potente Edificio di Verità, scientificamente, ideologicamente  (anche la Scienza E’, in qualche modo, Ideologia), ove Si Possa Fare Pulizia delle menti degli ignari e dei poveri di spirito.

Pietro Aretino, già detto Avena Gaetano.

 

 

 

 


Pubblicato il 24 Novembre 2020

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