Cultura e Spettacoli

Minima moralia (Meditazioni sulla Vita Offesa. T. Adorno)(161)

Preghiere, suppliche, messe,”viae crucis”, dio fa questo, vuole questo, direbbe quest’altro, s’azzarda a/nel proclamare bergoglio, il capo della cattolicità,  ma IO Vorrei Domandargli: ”Perché dio ha sempre taciuto o non ha Frenato le efferatezze dei suoi figli gli uni contro gli altri, come caino e abele, nel corso dei millenni? Perché non Interviene nell’ impedire nei teatri di guerra, diffusi sul Pianeta ”Terra”, che i suoi figli, follemente, destinino risorse immense in armamenti, sempre più letali per l’umanità intera e per la “casa”, in cui sono nati, che abitano, sottraendole, invece, alla Necessità, ormai, Improcrastinabile di sconfiggere la povertà indicibile di miliardi di essi? Perché non Infonde Saggezza nelle loro menti e, misericorde, Bontà, Gentilezza, Rispetto Reciproco nei loro animi? Perché non Mette fine alla guerra tra la russia e l’ucraina, Donando ai due popoli quella Pace, che gli stai, invano, implorando, da quando il conflitto è deflagrato?”. Ebbene, la Pace! Giacché, proprio tu, o bergoglio, parli di Pace, MI Vedo Costretto a Citarti un ”Apoftegma”  di Francesco d’Assisi, per, poi, ParafrasarLo:”Mentre proclami la pace con le tue labbra, fai attenzione ad averla ancora di più pienamente nel tuo cuore”. A proposito, prima che ME ne Dimentichi, secondo eusebio di cesarea e lattanzio, dio, almeno due volte, sarebbe intervenuto: in sogno, avrebbe  a costantino I assicurato la vittoria su massenzio nella battaglia di “ponte milvio” del 28 0ttobre 312, facendo apparire in cielo, come scenografia del sogno, la scritta: ”In hoc signo vinces”. In seguito a quel sogno e alla vittoria profetizzata, Costantino spazzò via la “tetrarchia”, divenendo unico imperatore dell’impero,  e si convertì al cristianesimo, rendendo  la religione postgiudaica religione di stato, i cui adepti, da perseguitati divennero i persecutori di tutti coloro che, non solo professavano altre religioni, ma, pur cristiani, non accettavano le interpretazioni delle sacre scritture, le ”glosse”, imposte dalla nomenclatura della religione che, da cristiana era divenuta cattolica, cioè, qualcosa che non aveva niente da spartire con i Dettati Evangelici. Per cui, almeno, in quel frangente storico e politico dio sarebbe intervenuto a dare pace, ma dopo una cruenta battaglia, permettendo, anche, lo scempio che costantino ordinò di perpetrare sul corpo di massenzio, facendolo decapitare, nonostante fosse morto annegato nel tevere, ostentandone la testa  per le vie di roma. Ecco come e perché si veniva e, forse, ancora, si viene, incardinati tra i fedeli di Cristo! Putin, infatti, potrebbe essere considerato un costantino redivivo, se i suoi misfatti sono secondati, approvati da cirillo , patriarca degli ortodossi di tutte le russie. Comunque, dio, per intercessione del papa silvestro I, sarebbe intervenuto, ancora, su costantino I, consigliandogli di emanare nel 321 un editto (ché si sdebitasse col papa che, Ripeto, tramite il Supremo, lo avrebbe guarito dalla lebbra), in cui cedeva al papato la giurisdizione civile della città di roma, sull’italia e sull’impero d’occidente. Editto, passato alla Storia  come ”Constitutum Constantini”, di cui in Età Umanistica Lorenzo Valla  Dimostrò  l’apocrificità, la falsità. Così, da un documento, assolutamente, falso, la chiesa cattolica, il papato, i papi si arrogarono il diritto di essere, volta a volta,l’unico Sole che avrebbe illuminato le umane vicende, e, da codesta ingiustificabile, “de facto e de jure”, pretesa, derivarono le lotte cruentissime, che insanguinarono l’europa tra detentori temporali del potere di dio e i detentori del potere politico, tra la chiesa e l’impero, tra i due soli, quello, che s’identificava col papa e quello che s’identificava con l’imperatore. Magari, i papi, per dirla con Francesco d’assisi, avevano sulle labbra la parola, pace, ma non l’avevano nei loro progetti di egemonia politica sulle tutte le autorità istituzionali europee. Ecco le invocazioni  a principi e regnanti a portare eserciti  nella penisola, per scoraggiare le mene di altri principi e regnanti, che avevano “improbe” intenzioni di mettere in discussione l’egemonia, di cui sopra; le invocazioni ai  principi e regnanti di preparare eserciti, per liberare gerusalemme e il santo sepolcro dagli infedeli mussulmani, la scomunica dell’Imperatore Federico II, che il santo sepolcro aveva Liberato, ma senza spargere sangue, semplicemente, cristianamente, Dialogando  e  Accordandosi con il Sultano  Al Kamil. E i roghi innalzati contro gli eretici e gli stermini, i genocidi caldeggiati, promossi, benedetti contro i catari e gli albigesi. Insomma, tutti i possibili crimini contro l’umanità sono stati pensati e fatti eseguire all’interno e all’esterno delle mura vaticane, sì che Machiavelli e Guicciardini Intesero considerare quello staterello al centro dell’italia  un becero “bubbone cancerogeno”. Bergoglio sarebbe credibile se confessasse ”urbi et orbi”:”Fratelli e sorelle, purtroppo, ancora,  “homines hominibus lupi”, come lo sono stati i miei predecessori e vi chiedo di perdonarli, anzi, da oggi, come Proponeva Pasolini a paolo VI, Abbandonerò i palazzi del vaticano e mi Trasferirò tra gli ultimi delle romane periferie”. E per finire, Riprendo l’”Incipit” di questo Scritto e Rifaccio la Domanda a Bergoglio: ”Perché dio è, ancora, silente davanti a un ulteriore evento bellico? Magari, non gliene frega niente, non si sente coinvolto nelle umane vicende, come le divinità di Epicuro e Lucrezio, che vivevano felici e contente tra gli spazi intermondani (itermundia)? O, come è ovvio, tal uovo di colombo, non esiste?”

 

Il 29 aprile 2022  Richard Bernard Moore di 57 anni  morirà per omicidio. Così sarà scritto sul cartellino dei detenuti in un carcere del sout carolina (states). Infatti, si leggerà: ”causa della morte: omicidio”. Gli “states” si autoaccusano di omicidio, quando fanno mettere a morte un loro Cittadino. Con l’improntitudine, degna di quei furfanti, galeotti, delinquenti, “scappati” dai paesi europei (per non pagare il fio di  inquietanti reati, da essi commessi), che li fondarono, non prima di avere , commettendo un genocidio, sterminato milioni di nativi amerindi. Ma è, ancora, più grave il fatto che le autorità degli ”states” non fanno eseguire,” statim” , cioè in un lasso di tempo, relativamente, breve dal reato commesso, la condanna a morte, ma fanno languire per decenni (almeno, 20), disumanamente, in celle strette, come bare in anticipo di quelle eterne, i condannati, e, solo dopo averli  costretti a sofferenze, lunghe e indicibili, chiedono loro cosa preferiscono gustare per l’ultimo pasto e come loro piacerebbe essere messi a morte: se per iniezione letale, se per la camera a gas, se per la sedia elettrica, se per la fucilazione. Il detenuto, di cui sopra, ha scelto la fucilazione, in quanto molte case farmaceutiche si rifiutano di vendere agli ”states” per motivi umanitari il veleno, da iniettare nelle vene dei condannati a morte. Codesti gli ”states”, pronti a lanciare grida di indignazione contro gli autocrati dei paesi, che tentano di sottrarsi alla loro pesante ingerenza e dipendenza, sì che, per detronizzarli  giustificano le loro armate invasioni,  in nome della democrazia e del rispetto dei diritti umanitari conculcati. Le autorità di turno degli ”states”, recitano, parafrasandolo, in continuazione, un lembo di una preghiera dei cattolici: ”Dio mio, non guardare a ciò che facciamo, ma alla Fede, che nutriamo nella Democrazia”, Fede, Democrazia, Diritti Umani, parole, parole, parole, che schermano il loro misfatti interni ed esterni ai loro confini.

 

Scadente è il livello culturale e la sensibilità etica dei calciatori, in generale, di quelli italiettini, in particolare. Basti fare attenzione alla povertà del loro lessico e alla facilità con cui sono disponibili alla omologazione, alla omogeneizzazione dei comportamenti in campo e fuori campo. Nonostante  la più parte di essi sia maggiorenni e, spesso, padri di figli, sembrano bimbi viziati, ai quali bisogna dare, in continuazione, i cioccolatini “kinder” con la sorpresina, magari, per rasserenarli. Che dire, poi, dei loro corpi, irresponsabilmente, quasi, interamente, vandalizzati dai tatuaggi? Moda da galeotti, tra i calciatori diffusasi dalle alpi alle piramidi, dal manzanarre al reno e oltre. Su”face book” in questi giorni è apparso un ”post” di bobo vieri, un ex calciatore, che si arroga il merito di Essere un Uomo, solo perché è certo di possedere una quantità di testosterone nei testicoli in grado di assicurargli una funzionalità sessuale frequentissima. Certo uno che si chiama o si fa chiamare ”bobo”, avendo nel suo nome i suoni comunicativi di una cane, parla da, altrettanto, cane. Comunque nel suo  “post”   il ” bobo” si dilunga a parlare di suo nonno calciatore (forse, un vieri, portiere del “Torino”) e di suo padre, attaccante della “Sampdoria”. Nonostante fosse, professionalmente, poco serio il padre, sebbene con qualche talento calcistico, il “ bobo”, pensando di esaltarlo, ne celebra, divertito, illudendosi di divertire i suoi lettori, le minchionate. E, cioè: una volta, alla guida di una ” porsche” il vieri padre fu fermato dalla polizia, che gli chiese la patente: “Devo prenderla”, rispose. “Allora, la vada a prendere da casa”, fu l’ingiunzione dei poliziotti, ai quali il minchione confessò che il ” devo prenderla,  non avesse altro significato che “la devo, ancora, conseguire”. Un’altra volta, durante una seduta di allenamento, dopo due giri di campo, il vieri padre, si appartò e si avvicinò ad una porta del terreno di gioco. Ai compagni che gli chiedevano, insistentemente, cosa stesse facendo ritto, siccome un cane, davanti al palo di una porta, rispose che stava facendo l’”antidoping”, in una parola, stava “pisciando”. E’ il verbo che nel suo” post” usa il “bobo”. Insomma il vieri figlio termina l’agiografia solenne di vieri padre in questi termini: ”Era felice e sereno solo quando ero in ritiro, perché almeno aveva la certezza che non avrei fatto casini. Mi diceva sempre: ‘Se rimanessi in ritiro tutto l’anno saresti il più forte attaccante del mondo, batteresti ogni record. Non puoi trombare tutti i giorni, non venirla a raccontare a me ’ ”. Codesto tizio non MI è, mai, piaciuto, quando era in campo e fuori campo e non Mi piace, ancora, di più dopo codesta spacconata da putto, mai, cresciuto., almeno, mentalmente, intellettualmente, culturalmente. Il fatto che altro gli sia cresciuto, indubitabilmente, non lo stigma, latinamente, classicamente “Vir”. Trombava tutti i giorni? Per il denaro che guadagnava, un po’ di Responsabilità nei riguardi dei suoi tifosi avrebbe dovuto, eticamente, mostrarLa. Invece, pare che si compiaccia della sua intemerata irresponsabilità. Codesti tizi sono degli ascoltatissimi diseducatori degli ingenui, che vanno loro dietro, come segugi imbecilli.

 

“Bella italia”, il volgo turistico canta e decanta. Bene, anzi, male e malissimo. Ieri sera, su “rai3” Domenico Innacone, Conduttore del programma: ”Che ci faccio qui”, ha portato gli spettatori a visitare “le piagge”, una zona periferica di firenze, degradata e, quindi, ricettatolo di tutte le degenerazioni sociali, che il degrado produce. Nella lingua bitontina si dice che non è tanto la povertà, che appare in certe vite, esistenze, in certi quartieri, in certe periferie, “quant u dscign”, cioè, l’impossibilità di Generare (da “gigno”), di Produrre  nel “se stessi” di coloro che le frequentato, negli stanziali di/in esse e nella loro rete di relazioni Dignità e, perché, no, Autostima. Si è in certi ambienti, si diventa in certi ambienti monnezza, spazzatura sversata nelle discariche, quali  sono state considerate dal politicume italiettino le periferie delle grandi città, famose per la loro ricchezza artistica, per la bellezza dei siti di esse, canonizzati dalle agenzie turistiche. Perché delle periferie sono, devono essere gli ultimi gli abitanti: gli ultimi sfrattati dai centri storici, i cui locali, appartamenti, restaurati e diventati eleganti “pied a terre” e “garconniere” per ricchi fottuti, paradossalmente, poi, hanno mantenuto il un valore catastale “d’antan” (quindi, pochissimo tassabile sono, secondo i galoppini del destrume impolitico italiettino e pochissimo tassabile devono rimanere), inferiore agli alveari invivibili  periferici, ché di recente costruzione, rispetto ai manufatti abitativi dei centri storici. Inoltre, nelle discariche sociali oltre agli ultimi provenienti dai centri storici, vengono sversati gli ultimi, i considerati ultimi, provenienti dalle più lontane contra del del pineta”Terra”, in fuga dalla fame, della guerre, dalle malattie legate alla fame e alle guerre. In esse non un luogo di culto, non un negozio, non uffici, ove sbrigare pratiche amministrative, non una libreria, non un bar, non un’edicola , non una fermata di pullman e meno che mai una fermata della metropolitana. Insomma, la grandi città italiettine sono come gli splendidi tappetti iraniani, sotto i quali qualcuno nasconde la spazzatura, ma alla fine, anch’esse odorano dei miasmi , dei cattivi odori che la spazzatura emana nell’ambiente.

Pietro Aretino.

 


Pubblicato il 6 Settembre 2022

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